8/4/02 "L'innocenza dei giovani combattenti"
notizie a senso unico e fonti palestinesi riportate in modo del tutto acritico.
Testata: Avvenire
Data: 07/04/2002
Pagina: 1
Autore: un giornalista
Titolo: Guerra aperta nei Territori: 60 morti

Come al solito, notizie a senso unico e fonti palestinesi riportate in modo del tutto acritico.


Guerra aperta nei Territori: 60 morti

«Abbattute case con i civili all'interno». Bush: Israele si ritiri subito Durissima resistenza palestinese a Jenin e Nablus Uccisi quattro bambini

GERUSALEMME. Dozzine di morti (forse 60) e un numero ancor più alto di feriti. Un bilancio provvisorio destinato ad aumentare con il passare delle ore che scandiscono l'intensificarsi dei combattimenti in diverse località della Cisgiordania. Battaglie che non risparmiano i civili. Ma anche notizie di massacri, secondo testimonianze palestinesi, «con bulldozer israeliani che hanno abbattuto molte case con dentro le persone, uccidendole».
A Nablus, la città più grande della Cisgiordania, 130 mila abitanti, e più a nord a Jenin, attorno e dentro i capi profughi palestinesi, 15mila persone, sono divampati con la massima violenza gli scontri tra milizie palestinesi e esercito israeliano impegnato casa per casa, cortile per cortile, a setacciare come un pettine ogni cosa e «distruggere le strutture del terrorismo», dice il generale Dan Halutz, comandante dell'aeronautica militare israeliana.
Una cortina di fuoco innalzata anche con l'uso di elicotteri da combattimento, mentre i blindati stringono ancora più stretto l'assedio e l'occupazione alle città palestinesi di Betlemme, Yatta, vicino a Hebron, Tubas. A Hebron gli scontri sono concentrati nel centro storico della città. Il ministro palestinese dell'informazione Yasser Rabbo racconta che le truppe israeliane stanno compiendo un «massacro nel campo profughi di Jenin» dove vivono i profughi della guerra del 1948-49.
La guerra aperta ha registrato un'impennata inaspettata dopo l'incontro a Ramallah tra l'inviato americano Zinni e il presidente Arafat e alla vigilia dall'arrivo di Powell. Nella notte tra venerdì e sabato, solo nella città di Nablus, fonti palestinesi, segnalavano 50 morti, tra cui otto palestinesi accusati di essere dei collaborazionisti degli israeliani. Sette sarebbero invece le vittime tra i soldati di Tel Aviv.
Bilancio pesante di giovani vite innocenti. Nella Striscia di Gaza: una bambina di sei anni, Salwa Hassan, in auto con i genitori, e un ragazzo di 20 anni sono rimasti uccisi dal fuoco di soldati in un quartiere di Rafah, nel sud. Un altra bambina di 10 anni, Salwa al Dahliz, è clinicamente morta. Un terzo ragazzo, Robin Khdur, 13 anni è stato colpito al petto in un campo a sud di Hebron, mentre Isra Osmane, 10 anni, è morta a Betania in circostanze non precisate.
Mohammed Abu Ghali, direttore dell'ospedale di Jenin, dove la battaglia è segnalata come la più intensa, ha denunciato che i carri armati israeliani non permettono alle ambulanze soccorrere i feriti e di spostare morti, mentre gli elicotteri sparano su ogni cosa che vedono muoversi.
Il capo locale di Hamas, la resistenza islamica, Jamal Abu al Haija, annuncia che il suo movimento ha distribuito cinture al tritolo alla popolazione e bombe a mano per difendersi dall'avanzata israeliana.

E, contrariamente a quanto avviene quando si parla delle azioni israeliane, qui il giornalista non ritiene di dover dare alcun giudizio,
Secondo al Haifa, una donna si è fatta saltare in aria e ha ucciso diversi soldati che si stavano avvicinando alla sua casa. L'esercito israeliano non ha confermato la notizia. Confermata invece la morte di un palestinese a Jenin che indossava una cintura piena di esplosivo ucciso prima che potesse farsi esplodere.
Secondo la testimonianza di Adnan al Sabah, scrittore palestinese, direttore del centro stampa del campo di Jenin «i bulldozer dell'esercito israeliano si sono avvicinati alle entrate del campo profughi, i soldati hanno intimato ai civili di uscire dalle case ma nonostante in molti si siano rifiutati, quelli hanno ugualmente dato ordine di radere al suolo gli edifici». Numerosi civili sarebbero stati sepolti vivi.
Al Sabah, dal campo profughi, ha raccontato al telefono a una agenzia di stampa di essere stato testimone dell'accaduto. «Con il megafono hanno urlato ai civili che si trovavano all'interno di uscire con le mani alzate: chi lo ha fatto e stato ammanettato e portato via, gli altri sono stati sepolti vivi». La resistenza palestinese è forte a Jenin e giovani combattenti hanno costituito delle sacche di difesa per contrastare l'occupazione della città con l'operazione israeliana chiamata «Muraglia di difesa».
Quanta ammirazione per questi "giovani combattenti" che fino a ieri si chiamavano terroristi!

Il comandate israeliano dell'area, generale Eyal Shlein, ha ammesso che «i miliziani palestinesi sono ben preparati, ma adesso sono con le spalle al muro, li abbiamo intrappolati e attaccati con l'intenzione di farli arrendere. E uccideremo quelli che non consegneranno le armi».
Dunque ci sono contatti con gli israeliani: e allora come mai non vengono mai consultati per mettere a confronto le versioni sui fatti?

Un miliziano palestinese racconta: «Ci sono tanti morti per le strade e un numero spaventoso di feriti, la comunità internazionale sarà sconvolta dal numero delle vittime. Non ci arrenderemo, fino all'ultimo combattente».





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