28/5/02 Scorrettezze quotidiane
Berlusconi e Israele
Testata: La Stampa
Data: 27/05/2002
Pagina: 3
Autore: Guido Ruotolo
Titolo: A Roma città polveriera gli 007 di tutto il mondo

Su La Stampa del 27 maggio a pag. 3 nell'articolo di Guido Ruotolo ("A Roma città polveriera gli 007 di tutto il mondo") è scritto che: "Raccontano che in questi giorni Roma sia il crocevia delle barbe finte di mezzo mondo, soltanto il Mossad israeliano ne ha mandate duecentocinquanta nelle ultime settimane"; Ruotolo aggiunge: "In questi giorni più volte, e pubblicamente, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha ribadito che il ministro degli Esteri di Tel Aviv (LA SEDE IN ISRAELE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI E' A GERUSALEMME E NON A TEL AVIV), Shimon Peres, si è impegnato con la Comunità Europea a rispettare gli accordi, i patti. Insomma, a non tentare di prelevare e neutralizzare quelli che per gli israeliani sono dei "terroristi" (SI VEDE CHE PER RUOTOLO UNO CHE ORGANIZZA DEGLI ATTENTATI KAMIKAZE CONTRO DEGLI INERMI CIVILI ISRAELIANI E' UNA DAMA DI SAN VINCENZO). Ma la presenza di questi 250 agenti del Mossad preoccupa i nostri apparati di sicurezza e le misure di protezione nei confronti dei tre miliziani sono rigide".
Innanzitutto non c'è nessuna prova della presenza di 250 agenti dei servizi segreti israeliani in Italia e ad ogni modo Israele rispetta gli impegni presi, ora come da sempre.

Sempre su La Stampa a pag. 31 nell'articolo di Fulvia Caprara ("Cannes di Polanski e di memoria") è scritto che: "se qualcuno vede nella Palma d'oro (a Polanski) a un film sull'Olocausto il tentativo francese (ma la giuria è composta da artisti di tutto il mondo) di rispondere al crescente anti-semitismo, va ricordato che Lynch e i suoi colleghi hanno anche dato il premio a "Intervento divino" del palestinese Elia Suleiman".
Indipendentemente dal fatto che chiunque sappia che cos'è la storia non potrà mai paragonare gli eventi della Shoah con gli accadimenti degli ultimi anni in Israele, congetturare le motivazioni terzomondiste che dovrebbero stare alla base del giudizio di artisti del grado di Lynch, rischia, se non vero, d'essere pesantemente offensivo.





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