22/4/02 Supposizioni e falsi storici: il mestiere del giornalis
Falsità su Jenin
Testata: Il Sole 24 Ore
Data: 21/04/2002
Pagina: 1
Autore: Ugo Tramballi
Titolo: L'Onu indagherà sull'attacco a Jenin
Domenica 21 Aprile 2002
L'Onu indagherà sull'attacco a Jenin Ugo Tramballi

(DAL NOSTRO INVIATO) GERUSALEMME - Convinti di aver fatto ancora una volta il loro inevitabile dovere,


Tramballi avrebbe forse qualche suggerimento su come avrebbero potuto evitarlo? O forse il suo suggerimento è che non avrebbero dovuto fare niente e semplicemente continuare a lasciarsi massacrare?

i soldati israeliani tornano a casa. Ieri le colonne corazzate sono uscite anche dai campi di battaglia di Nablus e di Jenin; oggi lo faranno da Ramallah e Betlemme: anche se un numero "necessario"

perché le virgolette? Forse Tramballi lo ritiene superfluo? Sulla base di quali informazioni che lui, evidentemente, possiede e l'esercito israeliano no?



di soldati resterà a circondare le città palestinesi, ad assediare Arafat nel suo ufficio di Ramallah e i frati alla Natività.

Ad assediare i terroristi armati che si sono sacrilegamente asserragliati nella Natività, non i frati!
"Scudo protettivo" è stato un successo militare. Ma per la centesima volta in 54 anni di esistenza, Israele ha vinto una battaglia, non la guerra.


E di sicuro non la vincerà mai, la guerra, finché il terrorismo sarà giustificato e sostenuto da personaggi come Tramballi.

È il dilemma di una nazione che si è armata come poche altre nella storia; che ha cercato la via della conquista territoriale, poi quella del compromesso politico:

Questo è un autentico falso storico! Israele è stato costretto ad armarsi perché minacciato di distruzione, e tutti i suoi abitanti di annientamento. Israele è stato costretto ad armarsi DOPO che tutti i suoi tentativi di pacifica convivenza sono stati frustrati.

lacerandosi fra la prima e la seconda opzione, in uno scontro a volte duro fino a sacrificare la vita di Yitzhak Rabin.

Rabin è stato ucciso perché a due anni dagli accordi di Oslo continuava nella sua politica di "terra in cambio di pace" mentre la controparte aveva continuato a produrre terrorismo, ossia a proporre terra in cambio di guerra. Non intendiamo minimamente giustificare l'assassinio di Rabin, ma non è neanche il caso di dimenticare che la sua morte è stata causata dal terrorismo palestinese, non da uno scontro interno.

Il consenso per l'una o l'altra è sempre stato influenzato dal comportamento arabo. Ma anche ora, che i monumentali errori politici di Arafat

il terrorismo dovrebbe più propriamente essere chiamato crimine, non errore, sia pure monumentale

hanno spinto gli israeliani a sostenere l'invasione dei Territori, una stabile maggioranza è sempre stata a favore della spartizione territoriale e di uno Stato per i palestinesi. Lo slogan di questa ultima guerra era "difendiamo la nostra casa": come ai tempi dei grandi conflitti arabo-israeliani. In realtà a essere in gioco non era l'esistenza dello Stato di Israele,
no?? E allora come la mettiamo con la costituzione di al-Fatah che contiene tuttora gli articoli che prevedono come obiettivo primario la distruzione di Israele? Con il sito ufficiale dell'ANP che mostra la carta geografica della Palestina in cui Palestina è tutta l'area e Israele non c'è? Coi i libri scolastici che spiegano che "l'entità sionista" è solo temporanea e sarà presto spazzata via?


ma quella di ogni cittadino, a rischio un giorno dopo l'altro, casualmente, oggi su un bus, domani al mercato, dal sanguinario, disperato e autolesionista terrorismo palestinese. Ma proprio perchè il mondo arabo ha digerito da anni la realtà d'Israele,


prima di venirci a raccontare che cosa il mondo arabo ha o non ha digerito, non sarebbe il caso che il signor Tramballi leggesse i loro giornali e desse un'occhiata alle loro televisioni?


perchè l'iniziativa di pace saudita conferma che questo dato di fatto storico è stato ammesso all'unanimità,


più o meno tutti si sono accorti che l'iniziativa saudita non è che un goffo tentativo di distrarre l'attenzione dal suo appoggio, morale e finanziario, al terrorismo e che non offre alcuna via d'uscita per il conflitto israelo-palestinese: come mai non se n'è accordo Tramballi?


"Scudo protettivo" è andato oltre i limiti consentiti dal diritto all'autodifesa.


E chi stabilisce quali siano questi limiti? Il signor Tramballi? Per poter fare una simile affermazione dovrebbe essere in grado di dirci esattamente che cosa è consentito dal diritto di autodifesa e che cosa esattamente abbia fatto Israele. In caso contrario ci sta vendendo aria fritta.


Questo è lo scenario dal quale nasce la risoluzione Onu 1405 votata l'altra notte, che istituisce una commissione d'indagine internazionale «per accertare i fatti» di Jenin; che ha spinto l'America a non porre il veto; che ha costretto anche Israele ad avallarla.


Costretto? Israele è il primo a desiderare che venga fatta luce su quanto è accaduto, in modo da far tacere una volta per tutte le colossali menzogne diffuse dalla propaganda palestinese!

Se qualcuno si svegliasse oggi dopo essersi addormentato 19 mesi fa, prima dello scoppio dell'Intifada, leggendo la risoluzione penserebbe che la Cisgiordania è stata devastata da un terremoto. Il documento sottolinea la preoccupazione universale «per la terribile situazione umanitaria della popolazione civile, in particolare per le notizie provenienti dal campo profughi di Jenin su un non conosciuto numero di morti

appunto: non conosciuto. E dunque qualunque cifra ci venga propinata è frutto di pura fantasia.

e sulle distruzioni». Ma in tutta la 1405 non viene mai indicato cosa ha provocato quella devastazione.


Né a chi l'Onu fa «appello affinchè siano tolte le restrizioni imposte alle operazioni» di soccorso «delle organizzazioni umanitarie».

Giustamente, visto che la maggioranza delle devastazioni è stata provocata dalle mine palestinesi, ma prima di dirlo ufficialmente si preferisce averne le prove.

Vedi sopra.

Nella quindicina di righe del documento non viene mai scritto il nome "Israele". L'ambiguità è il debito che la comunità internazionale paga a Israele, riaffermando il suo diritto di esistere e di difendersi. Il voto all'unanimità sulla missione internazionale che non aprirà un'inchiesta ma - in modo più neutro - «accerterà i fatti», è il dovere che il mondo ha verso i palestinesi e la giustizia: non la vendetta ma la vecchia "modica giustizia" che un famoso intellettuale palestinese, Walid Khalidi, rivendica da 54 anni per il suo popolo.

E perché questa modica giustizia non è mai stata chiesta agli arabi che da 54 anni stanno impedendo ai palestinesi di avere uno stato e li tengono chiusi in campi profughi che sarebbe più corretto chiamare campi di concentramento?

Probabilmente Ariel Sharon, la cui ombra ora si stende su un altro possibile massacro, non sarà messo sotto processo. Ma Jenin, se il paragone è possibile, non finirà come Sabra e Chatila.

Anche noi speriamo ardentemente che Sharon non venga ancora una volta accusato per i crimini commessi da altri!

L'Unrwa, l'agenzia Onu per i profughi palestinesi, ha gli elenchi precisi dei 14mila abitanti di Jenin. Le organizzazioni e l'opinione pubblica internazionali si sono finalmente mobilitate. Gli israeliani non possono più fermare i soccorsi, anche se continuano a negare l'accesso a Jenin ai giornalisti di tutto il mondo: una piccola vendetta verso i primi che hanno scoperto e documentato

documentato? Ma allora, se ci sono già i "documenti" che cos'altro dovrebbe indagare la commissione?

la devastazione da terremoto compiuta nel campo. Con lentezza pachidermica - ma anche gli elefanti alla fine si muovono -

e questa sì che è finezza!

gli americani hanno capito la gravità e la simbologia di Jenin. Ieri il sottosegretario di Stato Richard Burns, il vice di Colin Powell, ha visitato il campo. «Una terribile tragedia umanitaria», ha commentato di una tragedia che è anche politica: per i palestinesi e per gli israeliani. «Provo una grande ammirazione per le organizzazioni umanitarie e per gli abitanti del campo che stanno conducendo da soli le operazioni di recupero dei cadaveri».

E perché non spiega che lo fanno da soli perché la Croce Rossa si è rifiutata a causa del fatto che i palestinesi hanno minato tutto, compresi i cadaveri?

Anche il realismo politico americano ha mostrato qualche cedimento alla vista di quella devastazione e questo offre qualche speranza. In 40 giorni l'Onu ha approvato quattro risoluzioni, passate sul conflitto fra israeliani e palestinesi senza apparentemente lasciare alcun segno: prima o poi qualcosa dovrà incominciare a funzionare.

Ma abbiamo ormai perso ogni speranza che possa cominciare a funzionare la capacità di Tramballi di vedere le cose con un minimo di obiettività o, almeno, di non fare scempio della storia.


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