Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione degli articoli del Times of Israel e jns.org, dal titolo "Mandati d’arresto per Netanyahu e Gallant. I giudici d’appello della Corte Penale Internazionale ingiungono alla Camera di primo grado di fare ciò che Israele chiedeva sin dall’inizio: considerare sul serio la competenza giurisdizionale".
La Camera d’Appello della Corte Penale Internazionale ha annullato una sentenza dello scorso novembre che respingeva le obiezioni giurisdizionali sollevate da Israele all’emissione di mandati d’arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo ex ministro della difesa, Yoav Gallant.
“La Camera d’Appello – si legge nella sentenza emessa all’Aja giovedì – ritiene che, considerata nel suo complesso, la decisione impugnata non ha esaminato a sufficienza la tesi centrale di Israele secondo cui aveva il diritto di sollevare un’eccezione di incompetenza ai sensi dell’articolo 19, paragrafo 2, lettera c) dello Statuto [di Roma]”.
“Pertanto – proseguono tutti e cinque i giudici d’appello – la Camera Preliminare ha commesso un errore di diritto non avendo esaminato in modo sufficiente le pertinenti argomentazioni ad essa sottoposte in merito alla specifica base giuridica su cui si fonda la contestazione della giurisdizione della Corte”.
A novembre la Prima Camera Preliminare si era pronunciata contro la contestazione di Israele sulla competenza giurisdizionale definendola prematura. Ora invece, la Camera d’Appello ha rinviato il caso alla Camera Preliminare per una “nuova decisione nel merito” sulle eccezioni di giurisdizione avanzate da Israele.
In pratica, Israele afferma che la Corte Penale Internazionale non ha giurisdizione per emettere quei mandati, la Camera Preliminare non ha preso in seria considerazione gli argomenti di Israele ed ora la Corte d’Appello afferma che invece deve farlo.
La Camera d’Appello non si è pronunciata sulla richiesta di Gerusalemme di sospendere i mandati di cattura fintantoché la questione della giurisdizione è ancora in discussione, affermando che tale questione spetta alla Camera Preliminare.
Tuttavia, finché la Camera di grado inferiore della Corte Penale Internazionale non terrà ulteriori udienze sulla questione, che potrebbero richiedere diversi mesi o più, i procedimenti legali a carico di Netanyahu e Gallant saranno di fatto congelati, giacché è arduo sostenere che abbiano validità dei mandati emessi da una Corte che potrebbe non avere effettiva competenza in materia.
“La Corte d’Appello – ha twittato il ministro degli esteri israeliano Gideon Sa’ar – ha incaricato oggi la Corte Penale Internazionale di fare ciò che avrebbe dovuto fare fin dall’inizio: prendere una decisione in merito alla giurisdizione. E c’è una sola risposta corretta: la Corte non ha giurisdizione su Israele. Lo abbiamo detto fin dall’inizio: la Corte Penale Internazionale dell’Aja non ha, e non ha mai avuto, giurisdizione per emettere mandati d’arresto contro il primo ministro israeliano e il suo ex ministro della difesa. I mandati sono stati emessi illegalmente e devono essere annullati”.
I mandati, che Israele e Stati Uniti, insieme ad altri paesi, hanno rifiutato e respinto, accusano i leader israeliani d’aver commesso “crimini contro l’umanità” e “crimini di guerra” nella striscia di Gaza tra l’8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024.
Il ricorso di Israele si è concentrato innanzitutto sulla competenza giurisdizionale della Corte Penale Internazionale, che opera in base allo Statuto di Roma. Israele non è parte dello Statuto né membro della Corte Penale Internazionale, e pertanto non può essere processato da quest’ultima.
La Corte ha basato la propria giurisdizione sul fatto che vi ha aderito nel 2015 l’Autorità Palestinese, registrata non come tale bensì come “Stato di Palestina”.
Israele ribatte che, poiché i termini degli Accordi di Oslo, sottoscritti da Israele e dai palestinesi, negano esplicitamente all’entità palestinese la giurisdizione legale sui cittadini israeliani, l’Autorità Palestinese non ha mai avuto il diritto di delegare alla Corte Penale Internazionale una giurisdizione che non ha.
D’altronde i giudici d’appello sottolineano che sin dal 2021, annunciando le prime indagini su Israele, la Corte stessa aveva esplicitamente affermato che “le questioni relative all’impatto degli accordi di Oslo sulla giurisdizione della Corte possono essere sollevate dagli Stati interessati in una fase successiva”.
Secondo il professor Yuval Shany della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Gerusalemme, che nel luglio dello scorso anno ha presentato una memoria contestando la giurisdizione della Corte, la sentenza della Camera d’appello “non si riflette in modo molto positivo sull’operato della Camera Preliminare”.
“La decisione di riesaminare la questione della giurisdizione – ha dichiarato l’ambasciatore d’Israele alle Nazioni Unite, Danny Danon – mette in luce la mancanza di legittimità dietro a mandati d’arresto chiaramente politici”.
(Da: jns.org, Times of Israel, 24-25.4.25)
Per inviare a israele.net la propria opinione, cliccare sull'indirizzo sottostante
http://www.israele.net/scrivi-alla-redazione.htm