Riprendiamo dal sito www.israele.net - diretto da Marco Paganoni - la traduzione dell'articolo di Michael Freilich uscito sul Jerusalem Post, dal titolo "Ribadire l’ovvio. Paragonare Israele e Russia è assurdo sia sul piano logico che sul piano etico".
Scrive Michael Freilich: Perché la Russia è oggetto di ampie sanzioni internazionali – in ambito commerciale, finanziario, diplomatico e di cooperazione globale – mentre misure analoghe non vengono applicate a Israele? Perché la Russia è esclusa da competizioni sportive internazionali e dall’Eurovision, e Israele no?
Queste domande vengono sollevate ogni tanto in alcuni ambienti politici, ma perlopiù nascono da reazioni emotive anziché da un approccio analitico e fattuale. Quando si esaminano i fatti e i fondamenti etici, la risposta diventa chiara.
Si possono citare almeno cinque differenze fondamentali che rendono le due posizioni diametralmente opposte.
Chi ha scatenato la guerra?
Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l’Ucraina, una nazione sovrana che non aveva attaccato la Russia, non rappresentava una minaccia immediata e aveva pieno diritto alla propria indipendenza.
L’invasione è stata una mossa deliberata del Cremlino, motivata da obiettivi di asservimento, controllo ed espansione territoriale.
Anche la guerra tra Israele e Hamas ha avuto un innesco chiarissimo e ben definito: il 7 ottobre 2023 Hamas ha lanciato un attacco terroristico senza precedenti contro Israele, trucidando oltre 1.200 civili nelle loro case, per strada e durante un festival musicale. Decine di persone sono state torturate, violentate. Centinaia di persone sono state deportate a Gaza come ostaggi e usate come arma di ricatto.
Israele – che aveva abbandonato la striscia di Gaza da 18 anni e si atteneva a un precario cessate il fuoco già più volte violato da Hamas – ha reagito solo dopo essere stato attaccato a tradimento.
La Russia è l’aggressore. Hamas è l’aggressore. L’Ucraina è la vittima. Israele è la vittima. Una guerra di autodifesa deve essere giudicata in modo radicalmente diverso da una guerra di aggressione, conquista e terrorismo.
Qual è l’obiettivo della guerra?
Se Hamas rilasciasse gli ostaggi, deponesse le armi e ponesse fine alla violenza, la guerra finirebbe (lo ha affermato persino il presidente dell’Autorità Palestinese Abu Mazen che mercoledì ha detto a Hamas: “Centinaia di persone muoiono ogni giorno. Perché? Perché voi non volete rilasciare gli ostaggi. Figli di cani, rilasciateli, lasciate il potere e deponete le armi” ndr).
Israele non ha motivo di rimanere a Gaza, né di rioccupare o controllare in modo permanente quel territorio.
Per contro, se l’Ucraina deponesse le armi cesserebbe di esistere. L’obiettivo della Russia è eliminare l’Ucraina come stato indipendente. La Russia cerca la distruzione. Israele cerca sicurezza.
Come viene condotta la guerra?
La guerra russa è indiscriminata, poiché prende di mira sistematicamente ospedali, edifici residenziali, centrali elettriche e scuole.
Hamas impiega tattiche identiche. Come fa da decenni, lancia razzi contro aree civili. I civili vengono rapiti, i tunnel passano sotto gli ospedali, le armi vengono immagazzinate nelle scuole. Per Hamas, i civili non sono vittime collaterali: sono i bersagli preferiti.
Israele, viceversa, colpisce le minacce militari nemiche cercando di ridurre per quanto possibile i danni a civili. Utilizza metodi di pre-allerta che non hanno eguali: volantini, messaggi telefonici, colpi di preavvertimento (tecniche che, fra l’altro, concedono un vantaggio ai terroristi e fanno correre maggiori rischi i soldati ndr). Ma Hamas si nasconde sistematicamente tra i civili (ai quali non permette mai di cercare rifugio nei tunnel). La tragedia umana della guerra è innegabile, ma la distinzione etica su come viene condotta è essenziale.
Guerra giusta, guerra ingiusta
Hamas è riconosciuta dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e da molti altri come un’organizzazione terroristica con un’ideologia genocida. Fronteggiare una simile minaccia non è solo legittimo: è necessario per la sicurezza dei civili in Israele e dell’intera regione. Le azioni di Israele sono paragonabili alle campagne occidentali contro gruppi terroristici come l’ISIS e al-Qaeda.
La Russia non sta combattendo una guerra giusta. L’Ucraina non è uno stato terrorista. L’attacco russo si basa su una politica di potenza, non sull’autodifesa.
Democrazia contro dittatura
Israele è una democrazia liberale con elezioni libere, una magistratura indipendente, una vivace stampa critica e movimenti di protesta molto attivi, anche in tempo di guerra. I giudici bloccano le leggi anticostituzionali, i media scrutano e indagano le azioni militari, il controllo parlamentare è continuo. Israele è un paese che merita d’essere sostenuto.
La Russia è un regime autoritario. La stampa è imbavagliata, l’opposizione messa a tacere e i dissidenti imprigionati, avvelenati o uccisi. La guerra è condotta da una dittatura che usa la repressione in patria e le menzogne all’estero.
Paragonare Israele e Russia non regge alla prova dei fatti né sul piano logico, né sul piano etico. La Russia conduce una guerra di aggressione. Israele si difende. La Russia mira alla conquista. L’obiettivo di Israele è la sopravvivenza. La Russia opprime i suoi cittadini. Israele, nonostante tutte le difficoltà, rimane una vera democrazia.
Le sanzioni non sono gesti simbolici. Sono strumenti per affrontare le minacce all’ordine legale internazionale.
Ecco perché le sanzioni contro la Russia sono senz’altro giustificate, mentre quelle talvolta invocate contro Israele non lo sono per niente.
(Da Jerusalem Post, israele.net, 24.4.25)
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