12-2001 Sul numero di "Repubblica" del 5 dicembre...
commentando un precedente articolo di fondo di Ernesto Galli della Loggia
Testata: La Repubblica
Data: 05/12/2001
Pagina: 1
Autore: Sandro Viola
Titolo: un articolo
Sul numero di "Repubblica" del 5 dicembre, Sandro Viola, commentando un precedente articolo di fondo di Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera che invitava a schierarsi sempre e comunque al fianco degli ebrei, elenca una serie di sue considerazioni che gli impediscono di farlo.

Viola parte da un presupposto non contestabile, quello del diritto di criticare la politica dei governi israeliani, per desumerne una serie di conseguenze francamente prive di qualsiasi aggancio con la verità storica. Egli ripropone l'icona di Sharon responsabile della strage di Sabra e Shatila, per affermare che dal 1967 Israele occupa le terre dei palestinesi, sottintendendo in ciò una illegittimità di tale occupazione e tacendo sul come Israele fu costretta a combattere a quel tempo una guerra di difesa dall' annientamento, una guerra che vinse mettendo immediatamente sul piatto i territori conquistati (salvo Gerusalemme) in cambio di un trattato di pace.

Proseguendo su questa linea di pensiero, Viola afferma che Israele "non aveva mai inteso restituirne neppure una porzione", ignorando deliberatamente non solo le ripetute dichiarazioni dei vari governi israeliani su tale disponibilità, ma anche e sopra tutto la evidente prova contraria della restituzione del Sinai all' Egitto in cambio, appunto, di un trattato di pace. Sempre avanti su questa strada: Una "larga parte della classe politica israeliana" ha "covato...il progetto di espellere la popolazione palestinese al di là del Giordano" perché, così affermavano i governanti israeliani, la Giordania è parte della Palestina.

Entrando di peso nell' attualità più dolorosa, Viola afferma senza pudore che le responsabilità di quello che egli stesso definisce un "orrendo macello" sono "storicamente più israeliane che palestinesi". Senza pudore, ma anche senza memoria e senza consapevolezza. A titolo di propria giustificazione morale per questa serie di falsificazioni che gli impediscono di "scegliere (gli ebrei) tra arabi ed ebrei" , Viola conclude citando i nomi di alcuni politici ed intellettuali israeliani che negli anni hanno manifestato perplessità e critiche nei confronti dei governi che si sono succeduti o di singole scelte politiche, ed afferma che, fermo restando il dovere di difendere Israele dall'annientamento, ma solo da quello, lo schierarsi dalla parte di Israele deve suscitare "incertezza morale". L'articolata contestazione di un lettore di quanto scritto da Viola, che punto per punto ha portato solide argomentazioni storiche e politiche, non è stata pubblicata.




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