Alle Maldive era già successo
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/04/deja-vu-apartheid-anti-israelien-aux-iles-maldives-313715.html
In uno slancio di solidarietà verso i tagliagole di Hamas, le Maldive decidono di discriminare i cittadini israeliani impedendo loro l'accesso nell'arcipelago tropicale: ennesimo grave provvedimento antisemita contro Israele. Le Maldive adottano una misura già presente nei seguenti paesi: Algeria, Bangladesh, Brunei, Iran, Iraq, Kuwait, Libano, Malesia, Oman, Pakistan, Arabia Saudita, Siria e Yemen. Insomma, non i più progrediti del mondo!
“Maldive: l'arcipelago annuncia il divieto di accesso agli israeliani in segno di solidarietà con i palestinesi” così oggi titola Le Figaro. “Il divieto di soggiorno per i cittadini israeliani, sostenuto sia dal governo che dall'opposizione, ha avuto effetto immediato il 15 aprile, ha precisato un portavoce presidenziale all'AFP.” Una dichiarazione a dir poco sorprendente. In realtà, il governo delle Maldive aveva già deciso di vietare l'ingresso ai turisti israeliani il 3 giugno del 2024 “in solidarietà con i palestinesi di Gaza.” Secondo una comunicazione rilasciata in quella data, “L'ufficio del presidente ha affermato che il governo ha deciso di modificare le leggi per impedire ai titolari di passaporto israeliano di entrare nel Paese e di istituire un sottocomitato per supervisionare il processo... Il parlamento ha votato oggi a favore di un emendamento alla legge sull'immigrazione che vieta l'ingresso alle Maldive a coloro che viaggiano con passaporto israeliano finché non cesseranno le atrocità commesse contro la Palestina.” Le Maldive si sono così unite al gruppo piuttosto ristretto di Paesi che vietano l'accesso ai titolari di passaporti israeliani, in particolare l’Algeria, il Bangladesh, il Sultanato del Brunei, l’Iran, l’Iraq, il Kuwait, il Libano, la Malesia, il Sultanato dell'Oman, il Pakistan, l’Arabia Saudita, la Siria e lo Yemen. Per quanto riguarda l'arcipelago delle Maldive, molto apprezzato dagli israeliani per le sue spiagge da sogno e le lussuose strutture alberghiere, questo divieto risponderebbe alla rabbia di una popolazione a maggioranza musulmana a causa del proseguirsi della guerra iniziata da Hamas contro Israele. Per la cronaca, l'Islam è la religione di Stato e il Paese viene regolarmente criticato per le violazioni dei diritti umani e della libertà di culto delle altre religioni. Perché allora, quella viene oggi presentata come una nuova decisione? Quella precedente, risalente a nove mesi fa, ha incontrato delle difficoltà inaspettate? Sembra che sia proprio così. Innanzitutto c'è la questione delle persone con doppia cittadinanza. Come sappiamo, un numero considerevole di cittadini israeliani possiede una seconda nazionalità e quindi un secondo passaporto. I controlli di frontiera non sono generalmente in grado di rilevarli e in ogni caso non possono rifiutare l'ingresso ai titolari di passaporti francesi, russi, inglesi o di altri Paesi. Ma c'è una questione infinitamente più delicata. Non sono solo i cittadini ebrei di Israele ad apprezzare la sabbia dorata delle Maldive. I cittadini arabi non sono da meno. Sappiamo – o dovremmo sapere – che gli arabi israeliani, che rappresentano quasi il venti percento della popolazione, sono cittadini israeliani a pieno titolo. Sul passaporto però non è indicata la religione del titolare. Come fare allora? Ai musulmani israeliani che vogliono rilassarsi in questo periodo difficile, dovrebbe essere negata una vacanza al sole nell'arcipelago, oppure dovrebbe essere chiesto loro di compilare un questionario indiscreto in aeroporto, o addirittura al momento dell'imbarco, per separare il grano dalla pula? Una scelta imbarazzante.
Michelle Mazel