Testata: La Repubblica Data: 09/02/2002 Pagina: 1 Autore: Franceschini Titolo: un articolo
Su La Repubblica di sabato 9 febbraio Franceschini riporta a tutta pagina una intervista rilasciata da Arafat a due quotidiani israeliani. L'abbiamo letta con attenzione, e l' abbiamo trovata esilarante. O molto deprimente, se pensiamo che chi parla è il capo di un popolo con pulsioni estremamente complesse, nel cui seno convivono la civiltà della cultura, il disagio sociale, e la furia omicida dei terroristi - un popolo che si contrappone ad Israele, con il quale invece dovrà (sperabilmente) convivere in pace, e che ambisce ad una sua patria indipendente e territorialmente definita. Arafat si proclama soddisfatto della sua attuale situazione, che non è quella del recluso; afferma di non sentirsi isolato, perché gli telefonano personaggi illustri come Bush e Colin Powell (per dirgli cosa? Ma questo, pare, non conta, basta che gli telefonino...);afferma di essere l' unico generale della storia araba a non aver mai subito sconfitte militari (Amman nel 1970, Beirut nel 1982, cos' erano? Scherzi di carnevale?);conclude con modestia affermando "il capo sono io, e qui comando solo io". Ma in quesa sarabanda di amenità la più clamorosa è certamente l' affermazione categorica per la quale "la storia sarà testimone che gli ebrei sono parte della nazione araba". Abbiamo voluto verificare una definizione che ci è balenata come una folgorazione: "Condizione psichica di distacco dalla realtà e di prevalenza del mondo interiore...il soggetto vive in un mondo proprio: mondo che può essere popolato da deliri e allucinazioni, o caratterizzato da un completo isolamento mentale, che può portare alla demenza". La definizione, tratta dall' Enciclopedia della Medicina De Agostini,è quella dell' autismo.
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