Conte sappia che gli ebrei, quelli veri, non tradiranno mai Israele
Commento di Deborah Fait
In questi giorni tutti i media hanno dato la notizia che “il popolo di Gaza è insorto contro Hamas”, evviva evviva. Quando ho espresso i miei dubbi sui disordini a Gaza agli amici italiani questi si sono quasi risentiti, “tu vedi il male dappertutto, questo è un buon segno, si può fare la pace, due popoli due stati, no addirittura un unico stato dove ebrei e musulmani arabi vivano in pace e amore, evviva evviva”. Questa fiducia istantanea data a della gente che da decenni vuole ammazzare gli ebrei, che ha sgozzato a destra e a manca urlando il suo odio, che ha festeggiato la sua presa di potere a Gaza, nel 2007, scaraventando i suoi avversari, gli omosessuali, i dissidenti giù dai tetti dei palazzi e entrando nelle case a suon di mitragliate, ci rivela una cosa sola, che gli occidentali non capiscono niente. Non sanno chi sono gli arabi, detti palestinesi, anzi, come li chiamo io, palestinazi. Non sanno e non vogliono capire che Hamas e i palestinesi sono una cosa sola, dei nazisti barbari e selvaggi, assetati di sangue, con un unico libro, il Corano. Con un’unica idea, l’assassinio di ebrei. I miei amici italiani credono che i gazawi si ribellano a Hamas perché vogliono libertà e pace? Non hanno capito niente, non sanno cosa sia la libertà e nel loro vocabolario non esiste la parola pace. Si ribellano perchè Hamas ruba loro i viveri, perchè Hamas non dà loro acqua, cibo, medicine, perché Hamas requisisce i Tir umanitari e rivende il contenuto a quelli che hanno soldi per pagare, Gli altri si arrangino. E gli altri, dopo anni di soprusi e gli ultimi 17 mesi di bombardamenti, hanno deciso di ribellarsi. Badate bene, questi che urlano “Barra barra” ( fuori fuori) a chi li comanda sono gli stessi che invocavano il loro Allah, pazzi di gioia, quando ricevevano i filmati degli assassini del 7 Ottobre. Sono gli stessi che stupravano le giovani israeliane, sono gli stessi che, ridendo ubriachi di sangue, giocavano a pallone con i seni tagliati, che staccavano la testa a badilate a chi, ferito a morte, non poteva fuggire. Sono gli stessi che decapitavano i feti e bruciavano i bambini nei forni delle case cui dopo davano fuoco con dentro i loro abitanti spesso ancora vivi. Sono gli stessi demoni che hanno accolto a Gaza gli ostaggi a sputi e pietre e poi li hanno torturati, affamati, umiliati, violentati. Speravano, quando in seimila sono entrati in Israele come tanti diavoli urlanti, di incominciare il genocidio degli ebrei, di far scomparire l’odiato Israele. “Mamma, ho ammazzato dieci ebrei con le mie mani”…”Bravo figlio mio, ancora ancora!” Questi del 7 Ottobre, questi assassini sono gli stessi che ora gridano a Hamas “Barra, fuori”. Altro che speranza, altro che due popoli due stati, come ripete fino alla nausea Antonio Tajani. La frase giusta è quella che urlano i simpatizzanti dei barbari, “dal fiume al mare”, null’altro. Questo è quello che vogliono aspettando di riprendersi per poi ricominciare i massacri di ebrei. Così sono stati cresciuti, nell’odio, così crescono i loro figli, nell’odio. Ma quello che mi fa star male è proprio la consapevolezza che a questi barbari viene data fiducia, che siano sempre difesi, compresi, mentre viene costantemente demonizzato Israele. “Siete assatanati senza Dio”, queste parole scritte contro di noi su una chat non le dimenticherò finché vivo. L’odio che ci travolge da parte di gentucola che ha in cialtroni come Francesca Albanese e Alessandro Di Battista i propri guru. Un disprezzo, una mancanza di rispetto che Giuseppe Conte (capo di un partito fondato da un antisemita che dava della -vecchia troia ebrea- a Rita Levi Montalcini), ha espresso nel chiedere “agli amici ebrei” di dissociarsi, di abbandonare Israele, di tradire. No, non siamo suoi amici, e non ci dissociamo. Israele è il nostro sangue, la nostra casa e comunque venga condannato, e lo sarà sempre in nome di quell’odio antico. Comunque venga falsificata ogni sua azione, comunque venga accusato di ogni maleficio, noi ebrei non ci dissoceremo mai! Altro che amici ebrei, altro che dal fiume al mare, Conte si tenga altri amici, quelli che vogliono cancellare Israele dalle mappe, quelli che credono ad ogni falsità e le diffondono. Israele vive, con la sua disperazione, con la sua gioia di esistere, con la sua capacità di difendersi, con i suoi errori ( e chi non ne commette?) con il suo amore. Israele è la nostra casa, la casa di Kfir, Ariel e Shiri Bibas, già dimenticati dagli italiani ma non da noi. Israele è le dimostrazioni democratiche, è i balli in spiaggia, è i nostri coraggiosi soldati e la nostra gioventù felice nonostante tutti ci vogliano morti. Israele esiste anche con i suoi errori e i suoi difetti, ma con una fiducia nella vita cui il mondo dovrebbe inchinarsi. Si vergogni Conte a chiedere delazione e tradimento a un popolo antico che ha visto e patito tutto quello che si può vivere e patire eppure è ancora qua a credere in un futuro pieno di luce per i suoi figli. Siamo illusi? Forse, ma non siamo certo vigliacchi.
Deborah Fait