Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 27/03/2025 a pag. 14 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Il rifiuto degli ebrei di sinistra lo certifica: l’antisemitismo ha soprattutto un colore".
Fiamma Nirenstein
Israele, ovvero il ministro per la Diaspora Amichai Chikli, ha invitato i rappresentanti politici e culturali di tutto il mondo a una “Conferenza internazionale per combattere l’antisemitismo”. E’ fondamentale per Israele essere alla testa di questa battaglia: da anni ormai l’odio antisemita è la base della vasta congrega woke in cui “gli oppressi” combattono “gli oppressori”, ovvero: vogliono distruggere Israele.Ormai è una valanga. L’odio più antico si è trasformato in piazza e nelle università in moderna contestazione di tutti i valori giudaico cristiani dell’Occidente. L’antisemitismo politico di massa è stata la sorpresa seguita alla strage del 7 di ottobre, è ormai ogni ebreo del mondo, di destra e di sinistra, religioso e laico, è minacciato. Israele combatte anche su questo fronte, cerca di prendere la leadership di questa parte della sua guerra, di allargare il fronte di lotta al mondo. E invita così sia i rappresentanti della sinistra che denunciano giustamente i pochi ma odiosi eredi dei nazifascisti, che quelli della destra, per altro sempre più vasta in Europa, che non a caso indicano anche nell’islamismo radicale una delle centrali più attive, con la sinistra radicale, dell’antisemitismo contemporaneo. E’ sbagliato? Certo che no: tutti gli attacchi, i numeri, tutti gli studi, indicano che la strada è quella di affrontare il fronte dell’odio per Israele nelle aree delle università e delle piazze dove si terrorizzano gli ebrei in nome dell’odio antisionista. E’ ovvio. Ma una parte degli invitati, pochi giorni prima di oggigiorno dell’incontro, si è tirata indietro. Niente di nuovo: dal 7 ottobre i “no” inquietanti sono stati molti, da quello nel riconoscere gli stupri e le mutilazioni subiti dalle donne israeliane, a quello di denunciare l’assassinio dei bambini in fasce, alla condanna chiara del 7 ottobre da parte di istituzioni come l’ONU. “Non accade nel vuoto” disse Guterres. Anche le condanne rovesciate sono state tante: per esempio, chiamare Israele genocida mentre genocida era ed è Hamas. Il rifiuto di andare della conferenza internazionale viene da chi sostiene che gli antisemiti veri siano i rappresentanti della politica europea di destra, che gli invitati dunque siano odiosi antisemiti loro stessi, i francesi, i tedeschi, gli austriaci, gli ungheresi, proprio in quanto di destra.
Ma allora, si sarebbe dovuto discutere, accusare, chiedere. L’antisemitismo è una malattia professata altrimenti non ha senso. Gli inviti a Gerusalemme sono stati larghi, se qualcuno voleva contestare la destra europea, non andando l’ha invece evitata compiendo un gesto di delegittimazione verso l’ospite, Israele. Perché mai? Fra gli invitati compaiono figure significative come Jordan Bardella, presidente del National Rally francese, successore di Marine Le Pen, a sua volta succeduta al padre, lui si, antisemita, Jean Marie. Ma Marine ha ripetuto ad nauseam di disconoscere, rifiutare l’antisemitismo del vecchio fascista ormai defunto: fu lei a dire che “la Shoah è il maggiore scempio della storia”. E il 29enne Bardella, che del fascismo ha sentito parlare dai nonni, rispondendo al giornalista Eldad Beck ha detto che la sua scelta “è quella di un mio, un nostro impegno totale nella lotta contro l’antisemitismo”. Ma la sua riabilitazione come quella di Vox, spagnola, dei Democratici Svedesi, del partito olandese per la Libertà, hanno allontanato molti ebrei, così il presidente dell’European Jewish Congress Ariel Muzicant, l’Unione delle Comunità Italiane e di quelle Francesi neppure, il Capo rabbino d’Inghilterra… e altre organizzazioni. Sono tutti conglomerati importanti, abbastanza accorti da sapere bene che dato che la loro accusa è una presunzione di colpevolezza retroattiva, si manifesta nel presente soltanto contro Netanyahu, il contenuto è secondario. Quando sulla Stampa una storica scrive che l’estrema destra e gli evangelici si sono avvicinati non a Israele, quella che piace a lei, ma “all’Israele dei governi razzisti e antidemocratici come quello di Netnayahu” e per questo dice che al quella conferenza non si vuole riconoscere il vero antisemitismo ma “il presunto antisemitismo dell’ONU e delle Corti di Giustizia”, le sue osservazioni non consentono neppure una risposta sensata, tanto sono vuote. La democrazia in Israele splende intatta nel mezzo di scontri in cui ci si esprime fino all’ultima goccia; la persecuzione subita dall’ONU e di tutte le sue organizzazioni internazionali è ormai un proverbio, oltre che oggetto di mille studi stupefatti dal livello cui può arrivare l’odio antisraeliano. Alla Conferenza purtroppo non è andato nemmeno Bernard Henry Levy: descrive le sue ragioni in un pezzo così autoreferenziale, da risultare una autoaccusa a carattere psicoanalitico. Dice che sa benissimo che la destra in generale non è più antisemita, che Israele fa bene a cercare di aprire l’arco delle sue alleanze, ma il suo intuito, la sua eccessiva intelligenza, sapienza, riflessione.. gli suggeriscono di rifiutare l’invito. Cioè, un intellettuale ebreo non rinuncia alla cara immagine di 76 anni fa, quando l’antisemitismo si combatteva dalle trincee della resistenza? Ma ora non è più così. Quanto allo spirito ebraico che dovrebbe riconoscere le tendenza pericolose del nazionalismo. Anche di questo abbiamo sentito molto parlare. Ma creda gentile professore, la nobiltà del sionismo consiste proprio nella battaglia per cui cerca di salvare la nazione ebraica in una dolorosa guerra di sopravvivenza. Giovani coraggiosi la combattono insieme, di destra, di sinistra, religiosi laici.
“Kill the jews” nelle piazze americane e europee l’hanno gridato soprattutto schiere di propal di sinistra, tutta la costruzione di un Israele immaginata come colonialista, razzista, genocida, ha le sue antiche origini nella costruzione stalinista antiamericana e antisraeliana… bastano due pagine di storia postbellica per impararlo. Poi, dagli anni ’60 l’odio antisionista si è identificato con quello contro gli ebrei e se n’è abbeverato con tutti i crismi delle tre D, Demonizzazione, Doppio standard, Delegittimazione. Il terrorismo ha accompagnato l’antisemitismo. Questa è la storia. Con cautela Israele è arrivata a capire che a destra ormai ci sono anche molti amici. Anche Bardella.
Per inviare la propria opinione al Giornale, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante
segreteria@ilgiornale.it