1 Lettera: Contestazioni in Israele
Egregia sig.ra Deborah Fait,
è risaputo come Hamas nel periodo che precedette il 7 ottobre aveva considerato come un fattore favorevole ai propri piani le contestazioni popolari avverse alla riforma giudiziaria voluta dal governo Netanyahu. Marce nelle piazze, assalti alla residenza del primo ministro, rifiuto di partecipare alle esercitazioni della aviazione, slogan al vetriolo e astensioni avevano quasi spaccato in due il paese. Si è arguito, secondo me con ragione, che tutto questo ha spronato Hamas nella sua scelta di rompere ogni indugio e dare il via all'invasione e ai conseguenti rapimenti e massacri di civili di cui ancora oggi sentiamo le conseguenze.
Il giorno successivo al Sabato Nero, a massacro ancora in corso, scrissi un commento su un importante quotidiano israeliano rivolgendomi ai contestatori che solo poche ore prima erano ancora pronti coi loro cartelli, fumogeni e slogan pieni di veleno: "bravi", scrissi, "voi super-intelligenti avete capito bene qual'è il vero e pericoloso nemico da combattere...".
Lo shock del 7 ottobre pareva avere infine svegliato i "naives" della sinistra israeliana inducendoli a fare i conti con la dura realtà: non possiamo permetterci di abbassare la guardia di fronte al terrorismo che ci circonda e non possiamo rinunciare a fare quadrato scegliendo invece la divisione. Ebbene, cara sig.ra Fait, ho l'impressione che a un anno e mezzo di distanza l'effetto 7 ottobre sia già scomparso e di nuovo si torna a contestare in maniera massiva nelle piazze rendendo così ancora più difficoltoso il lavoro del governo democraticamente eletto, proprio in questo momento così delicato per le sorti della nazione. Ancora una volta i contestatori a oltranza di Netanyahu sembrano non rendersi conto che Hamas, Hezbollah, Houti e Iran approvano le loro contestazioni e si imbaldanziscono preparando così nuovi piani di aggressione nei nostri confronti...
Con grande e immensa stima, un cordiale shalom.
Davide Dana.
Caro Davide,
Purtroppo ha ragione. Dopo il 7 Ottobre il paese si è compattato per poi dividersi nuovamente. Alcuni dimostrano contro la guerra (i soliti pacifisti che in Israele non sono più intelligenti di quelli europei o americani), altri protestano perché gli ostaggi, quelli rimasti, sono ancora nelle mani dei terroristi e degli arabi di Gaza, tutti complici di Hamas. In Israele non abbiano pace da quel tremendo sabato, siamo confusi e le manifestazioni si moltiplicano. La sinistra non vuole capire che dobbiamo restare uniti, come siamo sempre stati durante le guerre che abbiamo dovuto subire negli anni. Durante questo anno e mezzo Israele ha ottenuto successi insperati grazie al nostro “vituperato” governo e al nostro splendido esercito. Abbiamo messo l’Iran nell’angolo, abbiamo quasi decimato Hezbollah e Hamas, abbiamo reso la Siria meno pericolosa per noi. Adesso serve la vittoria finale e dopo protestino fin che vogliono, ma dopo! Israele, come ogni democrazia, ha il voto per cambiare governo, non lo si fa in piazza ma nelle cabine elettorali. Giustamente lei scrive che tutto ciò ringalluzzisce i nostri nemici e spero che qualcuno lo faccia capire anche ai dimostranti. Nonostante tutto io sono ottimista. Ce la faremo anche questa volta. È normale che dopo quello che abbiamo passato ci sia confusione, dolore, scontento e rabbia ma ce la faremo!
Un cordiale shalom con grande affetto per le persone come lei!
Deborah Fait