Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 20/03/2025, a pag. 1/I, con il titolo "Obiettivo Crimea", l'analisi di Micol Flammini.
Il presidente americano non è mai andato in Crimea, ma per la sua Amministrazione il riconoscimento della penisola come territorio russo potrebbe essere un’opzione da mettere sul tavolo dei negoziati. Nessuno ha confermato l’esclusiva di Semafor che però non è stata neppure smentita. Putin ambisce al pieno riconoscimento di tutti i territori occupati, anche di quelli che non è riuscito a conquistare del tutto e che corrispondono alle regioni ucraine di Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk, Luhansk e la penisola di Crimea e non è disposto a escludere queste sue condizioni da un negoziato.
Il giorno della conversazione fra Trump e Putin, AndriyYermak, il capo dell’ufficio del presidente ucraino che era presente ai colloqui di Gedda con i funzionari americani, ha detto che in nessun modo Kyiv riconoscerà i territori occupati come parte del territorio russo. Non è il primofunzionario di alto livello dell’Ucraina a dirlo, anche Zelensky lo ha ripetuto più volte, ma dopo il fine settimana, Kyiv si è ritrovata con la lista delle dichiarazioni deicollaboratori di Trump che ripetevano: l’Ucraina dovrà fare concessioni territoriali. Nessuno ha però aggiunto dettagli su cosa sarà obbligata a fare la Russia. Gli esperti militari sono scettici che l’Ucraina riesca a recuperare militarmente i territori sotto l’occupazione russa, in particolar modo l’intera Crimea. Dentro alla società ucraina circola un forte biasimo per l’illusione che prima o poi sarebbe stato possibile riconquistare la penisola e Zelensky ha ammesso che non è più un obiettivo dell’esercito ma della diplomazia.
La Crimea è l’inizio di tutto: Putin la voleva e se l’è presa sfruttando vecchi accordi che legavano Mosca a Kyiv, permettendo ai suoi soldati senza insegne di occupare i luoghi strategici, imponendo un referendum che non ha legittimità, inondando i cittadini di una campagna di propaganda e demonizzazione dell’Ucraina che ha reso la Crimea una bolla chiusa e lontana da tutto. Poi avrebbe voluto estendere il metodo Crimea a tutta l’Ucraina, non c’è riuscito nel 2014. E’ tornato a imporre la presenza russa con un’aggressione totale. Prima di arrivare a qualsiasi tavolo e sedersi a parlare di trattative, il capo del Cremlino ha l’obiettivo di far dire a Trump: la Crimea è tua.
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