28/5/02 I tre palestinesi (come previsto) superstar
Intervista ai tre palestinesi ha suscitato molte reazioni
Testata: La Repubblica
Data: 27/05/2002
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: un articolo
Intervista di lunedì 27 Maggio di Repubblica ai tre palestinesi ha suscitato molte reazioni. Di seguito due riflessioni di Informazione Corretta. Segnaliamo l'intervento di Enrico Mentana su tg5 del 27-5 ore 20:00, molto critico di fronte alla disinvoltura che contraddistingue il "soggiorno" dei tre nel nostro paese, e diverse interrogazioni parlamentari che il governo ha già ricevuto.


Primo intervento
Magdi Allam, su Repubblica di lunedi 27 maggio, firma uno scoop costruito con abilità, e gestito dal quotidiano con una apprezzabile dose di equlibrio e di intelligenza. Si tratta di una intervista ai tre palestinesi estradati in Italia, o del resoconto di un incontro casuale con loro come ci viene presentato esplicitamente per non rendere troppo clamorosa la violazione dell'obbligo di silenzio stampa imposto come condizione dell' ospitalità offerta dall' Europa e dall' Italia.
Tuttavia, alcune osservazioni incombono con il loro carico di perplessità. Innanzi tutto, questa intervista, costruita con abilità attorno ad un invito a cena "fissato da tempo", ci fornisce la prova di una ospitalità estremamente costosa, che si configura come un esilio dorato che non priva questi "ospiti" di alcun piacere mondano e conviviale: altro che indesiderabili criminali accolti di malavoglia per favorire un processo di pacificazione, o anche soltanto per liberare la basilica della Natività da un manipolo di terroristi armati e violenti che vi si erano asserragliati! In secondo luogo, l' intervista ci trasmette la tesi che questi individui siano vittime incolpevoli di una brutale e cieca violenza israeliana fatta di odio indiscriminato; per fortuna, le loro biografie ci danno modo di raffrontare questi agnellini con il loro curriculum di assassini.
Terzo: questi poveri ed innocui amanti della pace, che affermano di volere l' indipendenza e la libertà per il loro popolo, in realtà, insieme ai loro colleghi spediti a Gaza, avevano per mesi e mesi terrorizzato la popolazione cristiana di Betlemme, imponendo ed estorcendo con la violenza il "pizzo" ai negozianti, punendo con sventagliate di kalashnikov chi non pagava, stuprando e spaventando le ragazze cristiane. Questo è quanto hanno raccontato ai media anglosassoni molti degli abitanti cristiani di Betlemme, felici di essersi liberati di questi "eroi".
Infine, ci auguriamo che questo scoop non sia il primo segnale di una santificazione di questi personaggi sparpagliati per mezza Europa, e di una loro trasformazione in vittime del macellaio Sharon...una operazione di lifting etico-politico a beneficio di questi assassini sarebbe fuori luogo, e non faciliterebbe chi ama veramente la pace.

Secondo intervento
Confesso che, nel leggere le ampie interviste rilasciate a la Repubblica di oggi dai tre terroristi palestinesi -cioè militanti esiliati, cioè "ragazzi che necessitano di riposo con quel che han passato, poverini", come afferma il loro premuroso chaperon Nemer Hammad- ospiti a nostre spese per un anno e forse più, diversi sentimenti si sono scontrati nel mio animo. Tra essi anzitutto riconosco la rabbia, quella vera, motivata: ancora una volta il prestigioso quotidiano si fa megafono del terrorismo internazionale, della menzogna più palese, della delegittimazione di Israele: il giornalista prescelto è Magdi Allam, il quale, per la verità, a quanto ho letto in altre circostanze, mi era per lo più sembrato persona equilibrata (tenuto conto che, in quanto egiziano, sarà sottoposto a chissà quali pressioni). Ora, invece, egli è parte attiva della commedia recitata in casa dell'Ambasciatore -che non esiste- dello Stato -che non c'è- il suddetto Hammad, insomma, ben supportato dall'ormai altrettanto celebre, e somigliantissima, figlia Rania, della quale invito, per chi non lo avesse già fatto, a visitare l'istruttivo sito Internet, Palestina nel cuore.
L'Ambasciatore Peter Pan ha fatto le cose in grande e non ha badato a spese nell'offrire agli ospiti illustri venuti di lontano una ricca cena (anche questa sul nostro conto?), a base di carni cucinate in modo sapiente, con antipasti e verdure in bella mostra. Un incontro in casa tra amici; tra amici si può parlare in libertà, diamine.
Ecco aggirato l'obbligo del silenzio stampa. Salvo pubblicare il resoconto della serata sul quotidiano dalla copertina a pagina 4, con contorno di didascalie strappalacrime su figli numerosi e morose lontane, nonché faccioni esotici ben nutriti che non sfigurerebbero in uno sceneggiato televisivo multietnico.
Certo, da che strage è strage, i terroristi sono sempre stati intervistati; a parte Yasser Arafat, ricordo almeno, in anni lontani, Leyla Khaled e George Abbash a colloquio proprio con Oriana Fallaci; ma essi non si trovavano nel nostro Paese, sottoposti a regole di silenzio, e, soprattutto, rammento quanto Oriana mise entrambi alla frusta (pagandone poi pure le conseguenze).
Qua invece, altro che frusta! Pasticcio di riso alle melanzane e "In Italia le nostre famiglie": si tratta di un semplice auspicio o c'è già dell'altro, complici magari un esperto Monsignore e quei due inaffondabili satanassi di Andreotti e Dini?
Rabbia, dicevo, che ben poco ha placato l'intervista all'Ambasciatore israeliano in Italia, Ehud Gol, stretta sul lato destro di pagina 3.
Mi sono sentita ancora una volta imbrogliata da chi amministra la politica -e l'informazione- nel mio Paese; ho provato dolorosa vergogna nei confronti di quei cittadini israeliani, ospiti in questi giorni della Comunità di Roma, persone ferite nel corpo e nello spirito, alcune per responsabilità dei tre baldanzosi di cui sopra, ma prive di una goccia di odio nel loro animo. Tuttavia mi sono chiesta: chi leggerà le pagine de la Repubblica, oggi, saprà discernere con la propria mente e distinguere, la ragione e il torto? Sarà, come al solito, succube della disinformazione -magari apprezzando la solenne promessa del sottotitolo in copertina "Non fuggiremo mai"; verrebbe da aggiungere un ironico Parola di boy scout- oppure aprirà finalmente gli occhi di fronte all'ennesima tragica farsa, squallida replica di altre cui abbiamo già assistito? Il dubbio è lecito, insieme ad una, sia pur assai tenue, speranza.



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