Zelensky incontra il Principe Bin Salman
Cronaca di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera
Data: 10/03/2025
Pagina: 6
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Lasciate il Kursk». Assedio agli ucraini

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 10/03/2025, a pag. 6, con il titolo "«Lasciate il Kursk». Assedio agli ucraini" la cronaca di Lorenzo Cremonesi.

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Lorenzo Cremonesi

Gli ucraini sconfitti nel saliente di Kursk. Ormai controllano appena un terzo del territorio che avevano occupato e rischiano l'accerchiamento. Determinante l'apporto di Trump che, interrompendo tutti gli aiuti (soprattutto di intelligence) ha agevolato l'offensiva russa. Trump se ne rende conto?

I russi stanno infiltrando unità speciali al di là del confine internazionale verso la zona di Sumy per completare l’accerchiamento delle truppe ucraine nell’enclave di Kursk. Il ministero della Difesa a Mosca annuncia di avere liberato altri quattro villaggi nel settore preso dagli ucraini, che ormai controllano meno di 400 km quadrati di territorio russo, sui circa 1.300 che avevano occupato in agosto. Ancora Mosca afferma di avere occupato Nevenke in territorio ucraino, un pugno di casupole di legno tra pinete e acquitrini, da dove lancia imboscate ai convogli nemici. I blogger militari ucraini parlano di difficili collegamenti con le truppe accerchiate. Sumy fu occupata dai russi durante i primi mesi dell’invasione nel 2022, poi la controffensiva aveva cacciato i nemici.

Oggi nessuno parla di una nuova avanzata russa sul fronte di Sumy, ma tra gli ucraini cresce l’impressione che l’invasione del Kursk iniziata il 6 agosto scorso — quando il governo Zelensky aveva pianificato la cattura di territorio russo per poi scambiarlo con almeno parte del Donbass — sia agli sgoccioli. Secondo esperti militari che abbiamo consultato a Kiev, l’evacuazione potrebbe avvenire presto.

«Lo Stato Maggiore ucraino non ha più scelte: dovrà ritirare i soldati da Kursk, se non vuole rischiare che restino accerchiati e cadano prigionieri dei russi. Tra i generali brucia ancora la memoria della fallimentare ritirata da Avdiivka l’anno scorso, quando gli indugi ci costarono la perdita di uomini e materiali», ammette l’analista Mykola Beleskov. Ricercatore presso l’Istituto di Studi Strategici a Kiev, ci parla anche delle difficoltà ucraine cresciute dopo il blocco degli aiuti americani. «Abbiamo ancora riserve di armi e munizioni. Ma il fattore più negativo è il taglio dell’intelligence. Sul terreno ora la situazione più urgente è a Kursk, impossibile combattere senza rifornimenti», spiega. E se i tagli americani continuassero nel tempo? «Se andiamo oltre i 3 o 4 mesi le cose diventeranno molto difficili, specie se la Russia iniziasse a tirare parecchi missili, come già nel 2022-23. La mancanza dell’intelligence Usa ci crea invece problemi gravi e immediati nell’intercettare i missili e ciò dà a Trump un’arma importante di pressione per costringerci a negoziare con Putin da una posizione sfavorevole. Gli effetti li vedremo già in un paio di settimane, purtroppo». Beleskov si mostra invece scettico rispetto al paventato blocco di Starlink da parte di Musk: «Non so se possa essere rimpiazzato e rapidamente. Ovvio che il blocco di Starlink è molto grave, abbiamo credo oltre 60.000 terminali, nelle basi e con i soldati al fronte e nelle retrovie. Però, la mossa di tagliare avrebbe gravi ripercussioni d’immagine per Musk e la sua azienda. Si tratta di un’impresa commerciale, che ha stretto alcuni contratti con noi e con il governo polacco, e qualsiasi interruzione del servizio spingerebbe tutti i clienti a dubitare della credibilità internazionale di Starlink. Tanti lo vedrebbero come un precedente pericoloso, sarebbero spinti a cercare alternative più solide».

L’attenzione si sposta da oggi in Arabia Saudita, dove arriva Zelensky per incontrare il principe ereditario Mohammed bin Salman e preparare i prossimi appuntamenti. Domani la delegazione ucraina guidata dal principale consigliere presidenziale, Andriy Yermak, inizierà i colloqui con quella americana capeggiata dal Segretario di Stato Marco Rubio. Sul tavolo ci sono la firma del trattato commerciale che garantisce agli americani lo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine e soprattutto i tentativi di avvio dei negoziati di pace con la Russia.

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