Giulio Meotti: abbiamo importato la barbarie e l'abbiamo chiamata convivenza
Commento di Deborah Fait
Testata: Informazione Corretta
Data: 10/03/2025
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: Giulio Meotti: abbiamo importato la barbarie e l'abbiamo chiamata convivenza

Giulio Meotti: abbiamo importato la barbarie e l'abbiamo chiamata convivenza
Commento di Deborah Fait 

"Abbiamo importato la barbarie e l’abbiano chiamata convivenza”, una frase terribilmente vera di Giulio Meotti, provata e dimostrata da tutti i fatti di sangue in occidente dopo il 7 Ottobre.

Una frase, terribilmente vera di Giulio Meotti, mi ha tristemente colpita: "Abbiamo importato la barbarie e l’abbiano chiamata convivenza”. Le cose però sono anche peggio perché dalla convivenza siamo arrivati all’assuefazione alla barbarie, poi alla simpatia e infine all’imitazione. Oggi in Italia si vedono sventolare più bandiere palestinesi, cioè di un’entità che della barbarie ha fatto la propria ragione di vita, che bandiere italiane. Gruppi di giovinastri manifestano contro il caro vita e agitano le bandiere palestinesi urlando -Palestina libera- altri vanno in piazza contro il femminicidio e sventolano sempre quelle bandiere sbraitando negli altoparlanti quel nome che significa prevaricazione, patriarcato, terrorismo, omicidi di massa. Ormai l’Italia è diventata una succursale di un’inesistente Palestina. Ma non è solo la marmaglia ignorante, che se studiasse invece di spaccare le vetrine della gente che lavora, farebbe un favore a sè stessa e alla società. Sono anche i loro docenti, i politici, i media.  Avete notato come danno le notizie sulle guerre in Ucraina e in Israele? Partiamo dalla prima. Il macellaio russo bombarda giorno e notte le principali città di quel povero e martoriato paese e in televisione sentiamo il commento freddo e asettico “Morti e feriti”. Questo è tutto! Morti e feriti e nessuno chiede di più, è la guerra perbacco, e la guerra fa sempre morti e feriti, è il suo compito, se no si chiamerebbe pace. E adesso passiamo a Israele. Dopo il 7 Ottobre, il giorno maledetto in cui i palestinesi decisero di iniziare il genocidio del popolo ebraico, Israele rispose bombardando i siti di Hamas, sempre premunendosi di avvisare la popolazione di Gaza perchè cercasse riparo. Ve le ricordate le notizie che davano le TV italiane, di cui parlavano con severità e con un’aria schifata quasi tutti gli inviati e i conduttori televisivi? Eccome se io me le ricordo, mi danno ancora la nausea. Nessuno si sognava di parlare di morti e feriti, nossignori, facevano la contabilità, avevano i ragionieri incorporati. Pochi minuti dopo ogni bombardamento, ecco che, da un inesistente Ministero della Salute di Gaza, uscivano le veline per le agenzie di tutto il mono: 507 morti, donne e bambini…1025 feriti, sempre donne e bambini. Scrivo naturalmente numeri a caso, inventati esattamente come quelli con cui ci bombardavano i media nazionali.  Numeri che facevano inorridire il pubblico che, come conseguenza, di fronte a tutte quelle donne e bambini uccisi, malediceva Israele. Qualcuno aveva definito noi israeliani -invasati senza Dio-. Durante i salotti televisivi ci marchiavano con gli epiteti più rivoltanti, uno dei più tiepidi era: assassini maledetti.  Se qualcuno tentava di difendere Israele accennando agli orrori del 7 Ottobre veniva ripagato con sorrisi di incredulità e compassione per l’interlocutore credulone. La potenza enorme della disinformazione al servizio dei palestinazi!

E adesso lo sapete cosa sta accadendo in Siria? I media ne accennano appena, quando arabi ammazzano arabi meglio non parlarne apertamente. Ebbene in Siria da giorni si sta commettendo un eccidio su grande scala. Abu Mohammed al-Jolani che, una volta fuggito da Bagdad quell’altro macellaio che di nome fa Bashar Assad, si era presentato elegantissimo, vestito come un damerino, ha rimesso gli abiti del terrorista e ha ordinato ai suoi scagnozzi di ammazzare tutti gli alawiti, i cristiani e i drusi siriani. Stanno facendo un massacro di civili, entrano nelle case private e sterminano famiglie intere, fanno il tiro a segno sulle persone che incrociano per strada, una bambina che correva presumibilmente verso casa per salvarsi, è stata giustiziata con un colpo in testa, là sulla strada.  Questo è l’islam, cari miei, l’islam che ha nel sua DNA violenza, odio e amore per la morte. L’Osservatorio per i Diritti Umani siriano ha finor contato 830 civili alawiti ammazzati, casa per casa, in un giorno e mezzo. I drusi scappano verso Israele per salvarsi dal massacro, anche quelli che fino all’altro ieri giuravano fedeltà alla Siria. E Israele li accoglie. Eppure in Italia non si fanno tavole rotonde, non se ne parla apertamente, qualche sottotitolo è sufficiente, non si maledice la Siria, non si fanno cortei sventolando bandiere druse. Come non sono mai stati organizzati cortei per i curdi, per gli yazidi, per i cristiani massacrati in Africa da Boko Haram, per gli eccidi in Somalia, in Nigeria, in Yemen. Chi se ne frega! Gli arabi, gli islamici, dal basso della loro sub-cultura, possono ammazzare mezzo mondo che nessuno alza nemmeno un sopracciglio. I palestinesi quelli si che sono importanti, sono l’unico non-popolo di cui tutti si preoccupano non perché gliene freghi qualcosa, solamente perché c’entra Israele, l’odiato Israele, l’invasato Israele senza Dio.

È passato finalmente anche l’8 marzo, l’attesa Giornata Internazionale della Donna. Avete sentito mezza parola sugli orrori commessi contro le donne ebree, sulle donne Yazide rapite, stuprate, costrette alla conversione dall’Isis, sulle donne curde, sulle donne iraniane impiccate se trovate con il velo per traverso dalla polizia morale? Ho sentito solo slogan sulla Palestina, contro la Meloni, contro Israele e un enorme cartellone con la scritta “Stop al genocidio, la Palestina esiste”. NO, marmaglia, la Palestina non esiste e non esisterà per molti anni ancora.  Ha ragione Giulio Meotti, abbiamo importato la barbarie e ne siamo stati contagiati.

Deborah Fait
Deborah Fait

takinut3@gmail.com