Prendere di mira gli agenti d'influenza dell'Iran
Commento di Ben Cohen
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.jns.org/targeting-irans-agents-of-influence/
E’ stata sicuramente gratificante, a Beirut, la visione dei jet da combattimento israeliani che il mese scorso volavano bassi e rumorosi sopra il funerale del capo terrorista di Hezbollah eliminato, Hassan Nasrallah. Ma scommetto di non essere l'unico osservatore che avrebbe voluto che i piloti israeliani avessero effettivamente sganciato qualche bomba su tutto quello spettacolo miserabile. Tra le migliaia di sostenitori di Hezbollah presenti, c'erano alcune decine di attivisti provenienti da Paesi Occidentali, alcuni dei quali sono stati interrogati dalle rispettive forze di polizia al loro ritorno. Secondo un elenco compilato dal Middle East Media Research Institute, tra loro c'erano i titolari di passaporto canadese Charlotte Kates e Khaled Barakat dell'organizzazione terroristica Samidoun, ora proscritta, che raccoglie sostegno per la variegata banda di stupratori e assassini palestinesi detenuti nelle carceri israeliane; gli attivisti irlandesi Tadhg Hickey e Tara O'Grady, due luci guida dell'influente lobby antisemita e pro-Hamas del loro Paese; e i capi dell'ultra-stalinista e profondamente antisemita American Communist Party nelle vesti di Jackson Hinkle e Christopher Helali. Poiché Israele si è tirato indietro dal liberarsi di queste persone quando ne ha avuto la possibilità (forse per prudenza), spetta alle forze dell'ordine nei loro Paesi occuparsene. E con ciò intendo dire di isolarli completamente dalla piazza pubblica e, se necessario, imprigionarli come complici di un'organizzazione terroristica, la cui sanguinosa impronta globale si estende dalla Bulgaria all'Argentina e ad altre terre ancora dove, Hezbollah, ha compiuto attacchi violenti su richiesta dei suoi mandanti iraniani. Voglio concentrarmi sulla presenza britannica al funerale di Nasrallah perché la scorsa settimana il governo britannico ha inaugurato un'importante nuova misura per combattere l'influenza iraniana. Mentre tale provvedimento non riesce purtroppo a riconoscere il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) del regime di Teheran come organizzazione terroristica, tuttavia eleva l'Iran e i suoi beni britannici al livello più avanzato del Foreign Influence Registration Scheme ( Programma di registrazione dell’influenza stranera) del Regno Unito. Chiunque agisca per conto dell'Iran sarà considerato una minaccia alla sicurezza e quindi obbligato a registrarsi nel programma. La mancata registrazione comporterà una pena detentiva fino a cinque anni. Ciò comporta il coinvolgimento di alcuni dei peggiori nemici della comunità ebraica britannica, come gli ex membri del Parlamento George Galloway e Chris Williamson. Dopo essere stati cacciati dal Partito Laburista al governo, i due uomini ora guidano quella che dal punto di vista funzionale, è un'organizzazione nazionalsocialista che si autodefinisce Workers Party of Britain. Entrambi sono collaboratori regolari dell'emittente di propaganda statale iraniana Press TV , affiliata interamente alla Islamic Republic of Iran Broadcasting (IRIB), dove Williamson conduce un sinistro talk show che promuove teorie cospirative antisemite, intitolato “Palestine Declassified.” Il suo assistente nello show è un fallito accademico scozzese, di nome David Miller, che è stato licenziato dall'Università di Bristol per le sue continue molestie agli studenti ebrei. È facile liquidare Miller come il pagliaccio che ha inviato all'illustre storico Simon Sebag-Montefiore, autore di un recente libro su Gerusalemme, una pagina di Wikipedia destinata a contrastare la sua argomentazione sull'indigenità ebraica, accompagnata da un post “Aha! Gotcha!” su X. Purtroppo, ci sono quelli che prendono Miller sul serio e ascoltano le sue argomentazioni, che diventano sempre più antisemite in modo graffiante con ogni post, ogni apparizione in trasmissione e ogni articolo. Una delle ossessioni di Miller è l'affermazione che gli ebrei antisionisti siano in realtà sionisti. Chiede in modo assurdo: “Quanti martiri ebrei ci sono stati negli ultimi 140 anni per cercare di liberare la Palestina dal sionismo? Quanti ebrei hanno intrapreso azioni militari contro obiettivi sionisti in quel periodo?” Un'altra ossessione è la sua ripetuta caratterizzazione del movimento religioso Chabad-Lubavitch, che è considerato con affetto dagli ebrei osservanti e non osservanti, come un “culto genocida.” Inoltre, l'adorazione di Miller per i palestinesi e la loro causa omicida è rispecchiata dal suo disprezzo per le popolazioni realmente perseguitate, come i curdi, che nega costituiscano una nazionalità, e gli ucraini, la cui difficile situazione sotto i continui bombardamenti russi suscita in lui l'entusiasmo di un adolescente cheerleader. Miller ha anche partecipato al funerale di Nasrallah, fingendosi un “giornalista”, ed è stato debitamente interrogato dalla polizia britannica al suo ritorno da Beirut. Il suo vero reportage si è limitato a post adulatori su X e apparizioni su Press TV (iraniana) perché è praticamente l'unica emittente disposta a dare spazio ai suoi deliri.
Le nuove regole nel Regno Unito, si spera, rimuoveranno la patina di “indipendenza” che avvolge Miller e i suoi co-pensatori, tra cui Asa Winstanley, un propagandista antisemita per il sito web statunitense “Electronic Intifada”, e li mostra per quello che sono: risorse dei mullah iraniani. Forniscono anche una tabella di marcia per altre mosse per frenare sia gli agenti di propaganda iraniani che i delinquenti prezzolati che eseguono gli ordini del regime in territorio straniero, come i due rumeni che un anno fa hanno accoltellato un giornalista dell'opposizione iraniana fuori dalla sua casa a Londra. Ma se tutto ciò dovesse accadere, allora il governo britannico deve dare seguito all'applicazione delle leggi. Se Miller non si registra come agente iraniano, allora dovrebbe essere arrestato e accusato di conseguenza. Anche senza l'incarcerazione, ci sono argomenti a favore della chiusura dei suoi canali di comunicazione con il mondo esterno, come il suo sito web e la sua presenza sui social media. La libertà di parola non si estende al tradimento e non lo ha mai fatto, nemmeno negli Stati Uniti, dove il Primo Emendamento offre protezioni che non esistono in Europa. Né include l'incitamento alla violenza. Quando Miller parla di “liquidare” o “smantellare” il sionismo, come fa spesso, bisogna ricordare che i suoi sponsor iraniani considerano quella frase come una licenza per azioni terroristiche contro obiettivi ebraici in tutto il mondo. In definitiva, il Regno Unito deve decidere se tollererà che i media statali iraniani sfruttino la loro presenza come “giornalisti” per diffondere disinformazione e propaganda per conto di Teheran. Press TV ha gestito un ufficio a Londra per quasi 15 anni prima di sciogliersi come società a responsabilità limitata ai sensi della legge britannica nel 2021, secondo i registri del Paese stesso. Eppure gestisce in quel Paese ancora uno studio, dove Williamson e Miller registrano la loro programmazione. Le trasmissioni di Press TV sono ancora disponibili su alcune reti via cavo o tramite un'App che può essere scaricata gratuitamente. In quanto emittente nemica e segnalata dall'Office of Foreign Assets Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, Press TV dovrebbe essere bloccata online e rimossa da tutte le piattaforme di social media, inclusa X, che è di proprietà dello stesso individuo, Elon Musk, incaricato di eliminare la burocrazia dal governo degli Stati Uniti. Tali incongruenze sono dannose per noi e facilmente sfruttate da loro. Mentre decidiamo se siamo tecnicamente in guerra con l'Iran, l'Iran ci muove guerra con entusiasmo attraverso i suoi canali mediatici, i suoi proxy regionali e attraverso (come hanno dimostrato i due attacchi missilistici contro Israele l'anno scorso) le sue stesse forze armate. La nostra risposta deve essere netta e spietata a tutti i livelli.
Ben Cohen