Mauro Zanon
Nel corso di un incontro pubblico in presenza dei massimi rappresentanti delle istituzioni e delle forze armate, ieri, la Guida Suprema dell’Iran, l’ayatollah Ali Khamenei, ha avvertito che Teheran non accetterà negoziati sotto pressione di «governi prepotenti» come quello degli Stati Uniti, a poche ore di distanza dalle parole del presidente americano, Donald Trump, che aveva annunciato di aver inviato una lettera alle autorità iraniane per negoziare un nuovo accordo di pace sul nucleare.
«L’insistenza di alcuni Paesi nell’usare l’intimidazione come metodo di negoziazione e nell’imporre le loro condizioni agli altri non sarà accettata dall’Iran», ha dichiarato l’ayatollah durante il suo discorso a un raduno religioso nel nord di Teheran, prima di aggiungere: «Alcuni governi prepotenti – non conosco davvero un termine più appropriato della parola “prepotenza” per alcune figure e leader stranieri – insistono sui negoziati. I loro negoziati, tuttavia, non mirano a risolvere i problemi, ma a dominare. Ci chiederanno di non produrre cose, di non visitare questo Paese o incontrare quella persona e di non produrre missili con una gittata superiore a un livello specifico», ha affermato Khamenei.
Venerdì, in un colloquio nello Studio Ovale con alcuni giornalisti, Trump aveva spiegato di poter concludere un nuovo accordo con Teheran «molto presto» per sostituire quello da cui aveva ritirato gli Stati Uniti durante il suo primo mandato (nel 2018). «Speriamo di poter avere un accordo di pace, non sto parlando per forza o per debolezza. Dico solo che preferirei vedere un accordo di pace, piuttosto che ricorrere all’altra opzione. Ma l’altra opzione risolverà il problema», aveva detto Trump, precisando di aver inviato una lettera a Teheran dove minaccia le autorità iraniane di un intervento militare in caso di mancato impegno nei colloqui.
Le Nazioni Unite hanno accolto con favore l’avvicinamento di Trump all’Iran. «Come questione di principio, ribadiamo che la diplomazia rimane il modo migliore per garantire la natura pacifica del programma nucleare iraniano. Accogliamo con favore tutti gli sforzi diplomatici verso questo obiettivo», ha dichiarato Stéphane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite.
L’Iran, oltre a sottolineare che non si impegnerà in nessun tipo di negoziato, ha negato di aver ricevuto la lettera dalla Casa Bianca. Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha spiegato che, finché Washington manterrà le pesanti sanzioni su Teheran, non potrà esserci nessun passo avanti. «Non avvieremo alcun negoziato diretto con gli Stati Uniti finché continueranno la loro politica di massima pressione e le loro minacce», ha dichiarato Araghchi.
L’amministrazione Trump ha reimposto sanzioni contro l’Iran, anche sul settore petrolifero, come parte della sua politica di massima pressione volta a paralizzare l’economia iraniana e a indebolire diplomaticamente Teheran.
In un discorso tenuto ad agosto, Khamenei aveva aperto la porta a dei colloqui con gli Stati Uniti, affermando che «non c’è nulla di male nell’impegnarsi con il nemico». Ma recentemente ha fatto marcia indietro, affermando che i negoziati con Washington non sono «intelligenti». Non è inoltre chiaro se Khamenei accetterebbe o meno una lettera del presidente americano. Nel 2019, l’ayatollah aveva rifiutato di accettare una lettera di Trump, inviata tramite il defunto primo ministro giapponese Shinzo Abe. Khamenei dichiarò all’epoca di non considerare Trump «degno di scambiare alcun messaggio» e che non gli avrebbe mai risposto. Per l’agenzia di stampa Nour, vicina all’apparato di sicurezza di Teheran, è «il solito show di Washington, slogan, minacce, azioni temporanee e marcia indietro!».
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