Riprendiamo da LIBERO di oggi, 08/03/2025, pag. 5, con il titolo "Trump usa bastone e carota con Putin", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Nonostante i contatti diplomatici già avviati con successo dagli Stati Uniti, nonostante Vladimir Putin, secondo quanto riportato da Bloomberg, abbia fatto sapere di essere pronto a un cessate il fuoco a specifiche condizioni, la Russia non ha affatto fermato le armi e sta cercando di approfittare di questa fase per riprendersi la regione di Kursk e per spingersi più in profondità possibile nell’est dell’Ucraina.
A Trump questa furbata non sta bene, lo ha fatto sapere ieri tramite un post sul suo social minacciando nuove sanzioni e dazi. «Sulla base del fatto che la Russia sta letteralmente “martellando” l’Ucraina sul campo di battaglia in questo momento» ha scritto su Truth, «sto seriamente prendendo in considerazione sanzioni bancarie su larga scala, sanzioni e tariffe sulla Russia fino a quando non verrà raggiunto un cessate il fuoco e un accordo definitivo di pace». «Alla Russia e all’Ucraina», ha aggiunto, «sedetevi al tavolo subito, prima che sia troppo tardi. Grazie!!!».
In un intervento tenuto nello studio ovale poco più tardi il tycoon ha comunque sottolineato di trovare «francamente più difficile avere a che fare con l’Ucraina, che non ha le carte, piuttosto che con la Russia». «Ed è sorprendente perché loro hanno tutte le carte» ha aggiunto, ribadendo il concetto espresso prima, ovvero che Mosca sta bombardando di brutto e che Kiev deve darsi una mossa.
In particolare sembra che le truppe ucraine ancora stanziate nella regione di Kursk possano essere accerchiate da quelle russe in una possibile capitolazione che rischia di rivelarsi decisiva. «La situazione è pessima», ha dichiarato Pasi Paroinen, analista militare del gruppo finlandese Black Bird.
«Ora non resta molto da fare prima che le forze ucraine vengano accerchiate o costrette a ritirarsi. E ritirarsi significherebbe correre un pericoloso guanto di sfida, dove le forze sarebbero costantemente minacciate dai droni e dall’artiglieria russa. Se le forze ucraine non saranno in grado di ripristinare rapidamente la situazione, il saliente di Kursk inizierà a chiudersi definitivamente in una sacca accerchiata».
Commentando gli attacchi notturni tra giovedì e venerdì che hanno colpito infrastrutture per il gas e l’energia il presidente Zelensky ha scritto su Telegram che «i primi passi per stabilire una vera pace dovrebbero essere quelli di costringere l’unica fonte di questa guerra, cioè la Russia, a fermare questi attacchi contro la vita». A una tregua «in aria e in mare» si è detto favorevole il presidente turco Tayyip Erdogan. I media americani hanno fatto sapere che in realtà il presidente russo sarebbe pronto a un cessate il fuoco a condizione che si facciano progressi verso un accordo di pace definitivo. Per una tregua cioè sarebbe necessaria una chiara intesa sui principi dell’accordo di pace finale. Tale soffiata è arrivata a Bloomberg «da persone che hanno familiarità con la questione a Mosca» secondo le quali la Russia insisterà in particolare sulla definizione dei parametri di un’eventuale missione di pace, compreso un accordo sui Paesi che vi prenderanno parte. Non è chiaro tuttavia se questa apertura sia stata confermata dopo le minacce di Trump la cui “rabbia” per i continui attacchi mentre lui lavora per la pace è stata confermata ad Axios da funzionari a lui vicini. È la prima volta da quando ha assunto l’incarico che Trump lancia una minaccia pubblica contro Putin ma secondo i suoi detrattori si tratterebbe di una mezza messa in scena. Mosca infatti è già pesantemente sanzionata dagli Usa ed eventuali dazi avrebbero un impatto minimo, dato che nell’anno fiscale 2024 l’America ha importato dalla Russia solo 3 miliardi di dollari di beni. C’è da chiedersi però perché tutti i nuovi pacchetti di sanzioni europei (16 finora) vengano salutati sempre con grande entusiasmo mentre quelli eventuali di Trump vengono bollati come inefficaci. Il Cremlino invece ha fatto sapere che adotterà «contromisure appropriate» contro il riarmo Ue «che sta avvenendo principalmente contro la Russia». Per prima cosa, ha detto il portavoce Peskov, ha già «elevato l’attenzione» verso gli arsenali nucleari europei in seguito «alle dichiarazioni provocatorie del presidente francese Macron».
E, a propostito di nucleare, Trump ha avvisato l’Iran: «Ho scritto loro una lettera dicendo che spero che negozino perché, se dovessimo attaccare militarmente, sarebbe una cosa terribile per loro», ha detto al canale Fox Business.
«Non si può permettere loro di avere armi nucleari».
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