Riprendiamo da LIBERO di oggi 07/03/2025, a pag. 1, con il titolo "Così i magistrati decidono di abolire le frontiere. Indignarsi è sacrosanto", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Immaginate di raccontare a un amico straniero che c’è un paese fantastico in cui, se valanghe di immigrati clandestini cercano di introdursi illegalmente nel territorio nazionale, il Ministro dell’Interno che li ferma (perché vuole indurre altri paesi a farsi a loro volta carico della redistribuzione dei migranti) viene processato per sequestro di persona, mentre gli irregolari ottengono qualche anno dopo dalla magistratura di essere risarciti. Questo paese è l’Italia, quel ministro era Matteo Salvini (a cui nulla è stato risparmiato dai magistrati), e chi paga il conto saremo noi cittadini con le nostre tasse.
Quindi, ricapitolando: l’irregolare che compie un reato viene premiato dai giudici; il ministro che fa il suo dovere e prende una decisione politica viene aggredito; e il contribuente paga.
Serve altro per capire? L’indignazione manifestata ieri da Giorgia Meloni è sacrosanta, e esprime bene lo sconcerto e l’irritazione della stragrande maggioranza degli italiani. E - sia consentito - la magistratura farà bene a riflettere: sfidare la pazienza dei miti, calpestare il buon senso di una comunità nazionale, rendere equivalente il comportamento di chi commette un reato rispetto a quello di chi rispetta la legge (anzi, premiare il primo a spese del secondo) è qualcosa che logora e poi strappa la tela della convivenza civile, fa a pezzi la leale collaborazione tra poteri dello stato, e soprattutto alimenta una clamorosa e motivatissima sfiducia da parte dei cittadini nei confronti delle toghe.
Quanto al metodo, ci sono almeno due enormità. Primo: inutile girarci intorno, è difficile pensare che anche questa abnorme decisione sia estranea - almeno come clima generale- alla guerra che la magistratura associata ha dichiarato al governo e alla sua riforma della giustizia. Se, come già era successo, la rappresaglia colpisce perfino un’esigenza fortissima per i cittadini (cioè il contrasto all’immigrazione illegale), allora vuol dire i freni inibitori di certa magistratura sono saltati. Non c’è più nemmeno un minimo di calcolo tattico: contro questo governo e la separazione delle carriere, qualcuno ha deciso di giocare il tutto per tutto.
Secondo: i giudici possono argomentare quanto vogliono, mala decisione dell’allora ministro Salvini era politica, e sindacarla per via giudiziaria era e resta anomalo. Si deve dunque dedurre che il Parlamento non possa legiferare e il Governo non possa svolgere la sua attività esecutiva e amministrativa? L’ordine giudiziario pensa di poter invadere così clamorosamente il territorio degli altri poteri?
Quanto al merito, le clamorose anomalie sono tre. Primo: un conto è il dovere di soccorrere qualcuno in mare, altro conto è dire che bisogna accogliere per forza le persone salvate. L’Italia - anche in quella circostanza - soccorse i migranti. Di più: nei nove giorni in cui la nave fu bloccata, fu consentito lo sbarco di 29 minori, di 17 altre persone per motivi di salute, e di 4 donne.
Secondo: davvero vogliamo credere che in tutta Europa (da Malta alla Spagna alla Grecia alla Francia) gli unici “porti sicuri” fossero e siano quelli italiani? Terzo: per questa via, si colpisce qualunque operazione volta alla dissuasione del traffico di esseri umani e al contrasto dell’azione degli scafisti.
Anzi: è immaginabile, proprio adesso che la bella stagione si avvicina, che gli scafisti si sentano oggettivamente incoraggiati da una decisione del genere. E che - per altro verso - la ben nota filiera delle Ong e dell’assistenza incrementerà l’azione giuridica - preventiva e successiva - volta a contrastare le politiche dello stato italiano.
Marciamo dunque a passi lunghi e ben distesi verso uno scenario surreale, roba da “Comma 22”. Il migrante illegale non è più uno che commette un reato, ma è un potenziale portatore di diritti (tutti fanno richiesta d’asilo infatti: poi, come si sa, ne verranno accolte solo 8-10 su 100). È materialmente possibile evadere quelle pratiche istantaneamente? Di tutta evidenza, no. E’ allora possibile (metodo Salvini) ritardare gli sbarchi finché altri stati europei non si rendano disponibili a una redistribuzione? Per i magistrati, no. Allora si può (metodo Meloni-Albania) fare in modo che le richieste vengano esaminate in un paese terzo? Anche qui, la guerriglia giudiziaria dice no.
E allora - secondo le toghe - che si può fare? Solo spalancare tutto e abolire frontiere e confini. Manca soltanto che ci obblighino a lasciare casa, letto e cucina a disposizione dei clandestini. Ma non vorremmo dare suggerimenti che qualcuno potrebbe raccogliere.
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