Putin è al volante di Trump
Commento di Antonio Donno
Testata: Informazione Corretta
Data: 07/03/2025
Pagina: 1
Autore: Antonio Donno
Titolo: Putin è al volante dell’auto di Trump

Putin è al volante dell’auto di Trump
Commento di Antonio Donno

Putin sta praticamente dettando l'agenda di politica estera di Trump. Per ora sull'Ucraina, ma in futuro probabilmente lo farà anche sul Medio Oriente. Perché Putin ha ottimi rapporti con l'Iran e la posizione di Trump, in merito, si è già ammorbidita.

Più passano i giorni, più la situazione in Ucraina si incancrenisce. Trump e Putin ribadiscono la loro comune posizione sul futuro di Kyiv. Nello stesso tempo, nonostante le affermazioni di Ursula von der Leyen sulla necessità di sborsare 800 miliardi di euro per rinforzare la componente militare dell’Unione Europea, in considerazione dell’aggressività di Putin vero l’Europa centrale a partire dall’Ucraina, sarà molto difficile che questa operazione possa andare in porto prima che l’Ucraina sia oggetto di ulteriore avanzata delle truppe russe. È inutile titubare sul progetto di Putin: se la risposta europea non sarà rapida ed efficace, l’intera Ucraina cadrà sotto il dominio di Mosca, con l’annessione alla Russia dell’intero territorio oggi solo parzialmente occupato. L’annessione è considerata da Putin l’immediata conseguenza dell’occupazione, in quanto questo processo mette in estrema difficoltà l’eventuale reazione dell’Unione Europea e della Gran Bretagna: una reazione che non potrà mai essere militare, perché l’Ucraina non è membro della Nato. Per di più, i tempi stretti fra occupazione ed annessione pone il governo di Putin in una posizione di vantaggio. Le forze in campo sono le seguenti: l’invasione russa, da una parte, voluta da un solo uomo, l’autocrate Putin, che è privo di qualsiasi opposizione interna; l’Unione Europea, dall’altra, composta da molti Stati, la cui unità nel controbattere l’invasione di Putin si riduce a sanzioni, facilmente superabili con la mediazione di altri Paesi che acquistano per rivendere, a loro volta, a Mosca. I tempi, ovviamente, favoriscono Putin.

     La guerra In Ucraina pone per la prima volta l’Unione Europea di fronte ad un vero problema di grandissima portata, un problema che sfugge alle sue capacità di analisi e di reazione adeguate. L’Ucraina, come si è detto non fa parte né dell’Unione Europea, né della Nato, e perciò è indifesa nei confronti della Russia. Questa è una realtà molto pesante. L’Unione Europea, dunque, è in una situazione di isolamento, perché il rapporto Trump-Putin scavalca le sue capacità di mediazione sul problema ucraino e di posizionamento politico efficace come terza potenza tra Stati Uniti e Russia. Si tratta di un quadro politico e strategico che si protrae da molto tempo e ancor più dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Oggi, l’atteggiamento di Trump verso l’Europa prelude a un progressivo indebolimento della presenza americana in seno alla Nato, in favore di una visione della realtà globale impostata sul duopolio Washington-Mosca, Cina permettendo.

     Le conseguenze dell’affacciarsi di questa situazione, che si fa sempre più concreta sullo scenario internazionale, potrà avere riflessi ambigui sui rapporti tra gli Stati Uniti e Israele. Quando Trump è stato rieletto alla Casa Bianca, in Israele si è ritenuto che l’amicizia tra i due Paesi si sarebbe rafforzata. Il viaggio di Netanyahu a Washington era volto a consolidare questa realtà. Tuttavia, lo sviluppo positivo delle relazioni tra Washington e Mosca avrà risvolti sulla questione dell’Iran. Putin ha ottimi rapporti con il governo degli ayatollah iraniani, soprattutto sul problema del petrolio. Per questo motivo, è suo interesse sviluppare un’intesa con Trump al fine di ottenere da parte americana un atteggiamento favorevole ad una nuova intesa tra Washington e Teheran sul problema del nucleare iraniano. Il ruolo di Putin, su questo tema, è ritenuto molto importante dal presidente americano. Israele segue gli eventi con la massima attenzione e preoccupazione.

     La questione ucraina e il problema del nucleare iraniano presentano similitudini pericolose, perché la diarchia Trump-Putin tende a intrecciare le rispettive posizioni sull’una e sull’altra realtà.

La posizione di Trump si fa sempre più indifferente sul futuro dell’Ucraina. Allo stesso modo, il presidente americano sta assumendo, grazie all’influenza di Putin, posizioni sempre meno radicali verso il progetto nucleare iraniano. Si delinea, così, una realtà internazionale completamente diversa da quella elaborata dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Tutto ciò di fronte alla completa inettitudine delle Nazioni Unite.

Antonio Donno
Antonio Donno

takinut3@gmail.com