Dove sono i Giusti di Gaza? 06/03/2025
Commento di Michelle Mazel
Autore: Michelle Mazel

Dove sono i Giusti di Gaza?
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/03/ou-sont-les-justes-de-gaza-311522.html

Il 7 ottobre c'è chi ha massacrato gli ebrei e chi ha festeggiato i massacratori. Ancora in queste settimane, la popolazione di Gaza partecipa con gusto all'umiliazione degli ostaggi israeliani che vengono rilasciati. Almeno nella Seconda Guerra Mondiale c'era chi aiutava gli ebrei perseguitati. I giusti furono delle eccezioni, ma ci furono e vengono tuttora celebrati. Ma dove sono i giusti a Gaza?

Gli anni bui della Seconda Guerra Mondiale furono marchiati da atrocità senza precedenti.

Un'occupazione di una brutalità inaudita, arresti ed esecuzioni sommarie, deportazioni. Braccati dai tedeschi, desiderosi di mettere a punto la loro famigerata Soluzione Finale, gli ebrei, già vittime delle leggi razziali che li avevano cacciati dal lavoro e spogliati  ​​dei loro beni, si dovevano nascondere come meglio potevano. Vivevano nell’angoscia di essere scoperti o denunciati. Eppure, in questo clima carico di collaborazionismo e di delazione, ci sono stati uomini e donne che non esitarono a correre i rischi più folli pur di aiutare persone che spesso non conoscevano nemmeno. Fornire loro documenti falsi. Aiutarle a passare nella zona franca o in Svizzera. Privarsi di parte delle loro scarse razioni di cibo per sfamare coloro a cui avevano offerto rifugio nelle loro case, mettendo a repentaglio la propria vita. Purtroppo molti di loro furono deportati insieme a coloro che avevano cercato di aiutare.

Centinaia di migliaia di ebrei sono stati salvati da questi eroi silenziosi. Appena creato, il giovane Stato di Israele era desideroso di rendere omaggio a questi “non ebrei che hanno aiutato gli ebrei in pericolo, in circostanze che comportavano rischi che potevano arrivare fino alla morte, senza cercare vantaggi materiali o di altro tipo”.  Ad oggi, il Parlamento israeliano ha insignito del titolo di “Giusti tra le nazioni” circa 30.000 persone. Cifre peraltro ampiamente inferiori alla realtà, perché il numero delle persone coinvolte è assai più elevato, in effetti molti di loro sono rimasti anonimi perché nessuno ha presentato il loro dossier al parlamento israeliano.

Da dove provenivano questi Giusti? Cinque nazioni hanno fornito i contingenti più importanti.        E non sono quelle che ci si immagina. Al primo posto troviamo la Polonia con 7.232 Giusti censiti, seguita dai Paesi Bassi (5.982), dalla Francia (4.200), dall'Ucraina (2.691) e infine dal Belgio (1.787). Chi erano? Uomini e donne comuni, pensionati, contadini, ma anche uomini di Chiesa – cattolici, protestanti o ortodossi – direttori di collegi, medici, infermieri, funzionari. Tutti dimentichi del pericolo in cui sarebbero incorsi, spinti dalla compassione o da un certo senso del dovere. Purtroppo, si tratta di sentimenti del tutto estranei alla popolazione di Gaza. Il pianto di un bambino, l'angoscia di una madre, i capelli bianchi di un vecchio li hanno lasciati indifferenti.      Per lunghi mesi non c'è stato un solo Gazawi disposto a tentare qualcosa. Invano l'esercito aveva offerto una grossa ricompensa e l'ingresso in Israele a chiunque avesse aiutato un prigioniero a fuggire. Troppo rischioso? Allora magari far passare un messaggio? A Gaza c'erano molte persone che avevano lavorato in Israele e che avevano ancora telefoni e contatti. Meno pericoloso ma efficace: lasciare un pezzo di carta con informazioni preziose sul percorso dei soldati dell'IDF.

Ma niente.

Dove sono dunque i Giusti tra questa popolazione che  si appella ad Allah, il Clemente e il Misericordioso?

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Michelle Mazel