Ein li Eretz acheret / Non ho un'altra Terra 05/03/2025
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait

Ein li Eretz acheret / Non ho un'altra Terra
Commento di Deborah Fait 

Una foto storica. L’immagine di quando furono squartati i due riservisti israeliani

“Ein li Eretz acheret” è una canzone israeliana scritta durante la prima guerra del Libano da Ehud Manor ( https://www.youtube.com/watch?v=kiOic1JiMQA)

Canzone israeliana, dunque, ma cosa è successo? Non contenti di aver rubato tutto a Israele, in primo luogo la pace, e all’ebraismo facendosi attribuire dai carrozzoni antisemiti che fanno capo all’ONU, i nostri luoghi santi, adesso ci rubano anche le canzoni. È successo che a Hollywood un documentario dal titolo  “No other Land”, non un altro paese, firmato da un arabo di Hebron, tale Basher Abra, e un israeliano di nome Yuval Abraham, ha vinto l’Oscar. L’arabo ha esordito parlando della “pulizia etnica del popolo palestinese” e l’ebreo traditore ha parlato “dell’atroce distruzione di Gaza”. Incomincio a stancarmi di questi ebrei comunisti che amano tanto i nostri assassini. Incomincio a sperare che scompaiano e vadano ad abitare in qualche paese arabo dove non potrebbero esprimersi come fanno biecamente in Israele. Come sarebbe “non un altro paese”? Hanno 22 paesi arabi dove andare, hanno 56 paesi islamici senza rompere continuamente le scatole a noi. Ovunque vadano prima o poi li cacciano. Erano in Kuwait quando Saddam Hussein lo invase. Loro, questi cari palestinesi, hanno tradito il paese che li ospitava mettendosi dalla parte dell’invasore. Il Kuwait giustamente li ha cacciati (Nessun comunista ha protestato in Occidente). Anni prima erano in Giordania dove avevano tentato di sfilare il trono da sotto il sedere di Re Hussein. Il Re non si fece pregare,  scatenò il suo esercito e li massacrò con quell’azione che passò alla storia col nome di Settembre Nero. I sopravvissuti, capitanati da quel terrorista macellaio di Arafat, passarono in Libano. Crearono uno stato nel paese che allora era la Svizzera del Medio Oriente, imposero tasse che gli scagnozzi di Arafat andavano a incassare, assassinarono intere comunità di cristiani, arrivarono a bruciarli vivi nelle chiese, finché i maroniti cristiani libanesi si stancarono e li aggredirono a Sabra e Chatila. Il mondo diede la colpa a Israele, naturalmente. Arafat fu costretto a scappare per non essere linciato. La Svizzera del Medio Oriente intanto si era trasformata in un insieme di macerie, miseria e violenza. Dal Libano commando di terroristi sconfinavano continuamente in Israele per andare a sgozzare famiglie intere nelle città e villaggi israeliani. Samir Kuntar divenne famoso per aver ammazzato una bambina israeliana sbattendola contro una roccia dopo aver sparato al padre davanti a lei. Questa è storia e adesso fanno documentari piagnucolanti cui altri idioti danno anche un premio. Avevano anche delle spille gli autori di “No Other Land”, e molti tra il pubblico le portavano orgogliosi, delle spille che avevano al centro una mano insanguinata. Non certo un simbolo di pace.  Quella spilla ricordava il linciaggio di Ramallah dove nel 2000 due riservisti israeliani (entrati per errore a Ramallah) furono catturati, sventrati, gettati dalla finestra alla folla in delirio che calpestò i cadaveri fino a farne poltiglia. Vi sono stati anche episodi di cannibalismo, i terroristi furono fotografati mentre banchettavano con il cuore e il fegato dei due poveri giovani assassinati. Questo raccontavano le spille di Hollywood che quel pubblico elegante portava senza vergogna. Ricordo di aver scritto molto anni fa che se gli attori e registi ebrei americani, che sono la maggioranza, dicessero qualche parola in favore di Israele non ci sarebbe tanto antisemitismo in USA e nemmeno in Europa. Si sa che anche gli artisti influenzano l’opinione pubblica. Ma quella gente vive nel suo mondo dorato, si permette anche di essere antisemita ( antisionismo è antisemitismo) e di spellarsi le mani e asciugarsi qualche lacrimuccia per i poveri palestinesi che non hanno un altro paese se non Israele da distruggere come solo loro sanno fare. Applaudivano mentre il gruppetto di traditori sul palco alzava orgoglioso la statuetta della vergogna risultato di un documentario che allargherà l’immenso odio che il mondo prova per Israele e per gli ebrei. Spero che almeno Yuval Abraham si vergogni quando saprà che un altro padre si è suicidato non reggendo più al dolore della figlia scannata al Nova festival il 7 Ottobre. Troppi suicidi da disperazione in Israele, troppi morti per attentati e lui va sul palco di Hollywood a fare il pagliaccio. Dove hanno nascosto l’anima questi ebrei?

Deborah Fait
Deborah Fait