I generosi vitalizi dei terroristi palestinesi
Analisi di Stefano Scaletta
Benvenuto a Stefano Scaletta, da oggi ci informerà direttamente da Israele con la sua rubrica "Qui Israele" nella colonna a sinistra dei corrispondenti di Informazione Corretta!
Più ebrei ammazzi, più soldi ricevi, queste sono le politiche dell'Autorità Nazionale Palestinese. Non illudetevi che siano meglio di Hamas, il loro obiettivo è la distruzione di Israele, usano solo strategie diverse
Sono passati oltre 30 anni da Oslo e a qualcuno viene il dubbio solo oggi che l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) non sia affatto interessata ad una soluzione a due stati.
Sta crescendo in Israele il fronte di coloro che accusano Mahmoud Abbas di voler perseguire la distruzione dello Stato Ebraico attraverso una logorante lotta diplomatica: dal palco dell’Onu e grazie all’aiuto di agenzie internazionali come Unrwa, dotate della necessaria ‘autorevolezza’ ma compromesse con il terrorismo. È la tesi di Danny Danon, ambasciatore di Israele all’Onu, che ha ribadito questa fondata preoccupazione rivolgendosi direttamente alla controparte palestinese, che mai ha condannato pubblicamente il massacro del 7 ottobre.
Ma come potrebbe Abbas smarcarsi da Hamas quando lui stesso incentiva il terrorismo elargendo generosi vitalizi ai terroristi? ANP garantisce infatti, su base mensile, l’erogazione di una cospicua somma di denaro ai palestinesi con le mani sporche di sangue, una sorta di ‘reddito di martirio’ o ‘pay for slay’ in inglese (paga per uccidere) che qualche distratto in Occidente potrebbe scambiare per un dispositivo di ‘welfare sociale’.
Secondo quanto afferma Palestinian Media Watch, l’Autorità Palestinese attualmente ricompensa i terroristi in prigione con una somma tra 1.400 e 12.000 shekel al mese (fra i 370 e i 3190€), a seconda della durata della loro detenzione. I sussidi di assistenza sociale dell’ANP, basati sul bisogno finanziario, variano da 250 a 600 shekel al mese (60-160€).
Lo stipendio più basso per un terrorista è 6 volte l’importo minimo del sussidio finanziario dato ai beneficiari dell’assistenza sociale. Lo stipendio più alto pagato dall’Autorità Palestinese ai terroristi può arrivare fino a 48 volte il sussidio destinato ai bisognosi. Abdallah Bargouti, responsabile dell’assassinio di 67 civili israeliani in numerosi attacchi bomba, ha accumulato 300.000 dollari in prigione. Le bombe le ha fabbricate lui. Il fatto che il reddito di martirio sia cumulativo e cresca progressivamente in base al numero di ergastoli del terrorista-beneficiario è la prova che il martirio (e dunque l’assassinio di ebrei) ha ormai acquisito nella società palestinese la dimensione di valore civico, e viene incentivato anche da coloro che dovrebbero invece garantire che la formazione di uno Stato palestinese non rappresenti una minaccia per Israele.
In vista dell’insediamento di Trump, Abbas ha messo in atto grandi manovre di riposizionamento per cercare di impressionare la nuova amministrazione con gesti eclatanti. Dopo aver espulso Al Jazeera dai territori palestinesi (l’outlet qatariota rappresenta una fonte di instabilità all’interno del fragile assetto politico in Cisgiordania), il presidente dell’ANP ha dichiarato che avrebbe posto un freno alla politica del ‘pay for slay’.
Parlando la scorsa settimana al Consiglio Rivoluzionario di Fatah, ha tuttavia smentito quella dichiarazione, affermando che non avrebbe detratto neanche un centesimo da ciò che l’Autorità Palestinese ha sempre dato ai 'prigionieri' e ai 'martiri': “Devono ricevere tutto, come in passato… Ve l’ho detto una volta e mantengo la mia parola“ ha affermato Abbas, “anche se ci rimanesse un solo centesimo, sarà destinato ai prigionieri e ai martiri. Non accetterò, e voi non accetterete, di ridurre alcun obbligo, alcun interesse o anche un solo centesimo destinato a loro. Devono ricevere tutto, come in passato, e sono più preziosi di tutti noi!“
Palestinian Media Watch aveva già riportato la scorsa settimana che l’ANP non ha affatto interrotto i pagamenti delle ricompense per il terrorismo, li starebbe semplicemente erogando da un altro conto. Poiché questo conto include anche i beneficiari dell’assistenza sociale, sarà più difficile determinare gli importi reali versati ai terroristi. A fronte del finanziamento da parte dell’ANP dei terroristi palestinesi e della mancata condanna sulla platea internazionale del 7 ottobre, il dubbio potrebbe venire anche ai più ottimisti. Forse è giunto il momento di prendere atto del fatto che chi considera l’uccisione indiscriminata di civili ebrei e israeliani degna di una retribuzione vitalizia non dovrebbe giocare il ruolo di controparte nella soluzione a due stati, specie se prevista secondo la formula ‘terra in cambio di pace’. Chi garantirebbe a Israele la pace una volta ceduta la terra?
Stefano Scaletta