Oggi il cielo azzurro di Israele si tinge di arancione 27/02/2025
Commento di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait

Oggi il cielo azzurro di Israele si tinge di arancione
Commento di Deborah Fait

I funerali della famiglia Bibas. Tutta Israele piange Shiti, Kfir e Ariel, assassinati da Hamas.

Oggi Israele è in lutto e tutto il paese si è stretto alla famiglia Bibas o meglio, a quello che ne è rimasto. Quel Sabato Nero i palsetinazi, insieme alle altre 1400 persone, hanno ammazzato in pochi minuti tre generazioni, Shiri Bibas, i suoi genitori e i due bambini di Shiri,  Ariel 4 anni e Kfir 9 mesi. È rimasta viva solo la sorella di Shiri perché viveva altrove. Il lungo corteo di macchine che portava al cimitero del kibbutz Nir Oz le salme, è stato accompagnato da una catena umana che andava ininterrotta da Tel Aviv. Bandiere, palloncini arancioni, lacrime, tante lacrime. Durante la diretta della TV israeliana non ho visto nessuno che non piangesse perché Ariel e Kfir sono il simbolo di tutti i 37 bambini neonati o lattanti, 55 in tutto tra bambini e adolescenti, ammazzati quel maledetto giorno. Li hanno messi insieme anche da morti, tutti e tre, Ariel e Kfir, nella stessa bara, abbracciati alla mamma come il giorno in cui li hanno rapiti e si aggrappavano a lei. La cerimonia al cimitero è stata privata ma abbiamo sentito le parole di Yarden, il povero disperato padre. Eccole, le riporto qui perché è giusto che tutti le leggano:

“Ricordo la prima volta che ti ho detto “Mi Amor”. Era proprio all’inizio della nostra relazione. Mi avevi detto di chiamarti così solo se fossi stato sicuro di amarti, di non dirlo a caso. Quindi non l’ho detto subito, perchè non volevo che pensassi che mi stessi affrettando a dire “ti amo”. Ma, Shiri, ora te lo confesso: già allora, quando ti ho chiamata “Mi Amor”, ti amavo.

Shiri, ti amo e ti amerò per sempre!

Shiri, sei tutto per me!

Sei la donna e la madre migliore che ci sia.

Sei la mia migliore amica.

Ti ricordi la nostra ultima decisione?

Nel rifugio ti ho chiesto: “Combattiamo o ci arrendiamo?”. E tu mi hai risposto: “Combattiamo”. E così ho combattuto.

Shiri, mi dispiace di non essere riuscito a proteggervi. Se solo avessi saputo cosa sarebbe successo, non avrei sparato.

Ripenso a tutto quello che abbiamo vissuto insieme. Abbiamo così tanti ricordi meravigliosi.

Ricordo la nascita di Ariel e Kfir. Ricordo i momenti in cui sedevamo da soli a casa o in un caffè e parlavamo di tutto, senza fine. Era bellissimo. Mi manca. Mi manchi.

La tua presenza mi manca terribilmente.

Vorrei raccontarti tutto ciò che sta accadendo nel mondo e qui, nel nostro paese.

Shiri, tutti ci conoscono e ci amano. Non puoi immaginare quanto sia assurdo tutto questo.

Le persone mi dicono che saranno sempre al mio fianco, ma loro non sono te.

Perciò, ti prego, resta accanto a me, non andare lontano!

Shiri, questo è il momento in cui sono più vicino a te dal 7 ottobre, eppure non posso baciarti né abbracciarti. Mi spezza il cuore.

Ti prego, Shiri, proteggimi…

Proteggimi dalle decisioni sbagliate. Proteggimi da tutto ciò che è male. Proteggimi da me stesso. Proteggimi dallo sprofondare nell’oscurità.

Mishmish (albicocca), ti amo!

Čuki (Ariel)

Tu mi hai reso padre. Tu ci hai resi una famiglia.

Mi hai insegnato cosa è veramente importante nella vita e cosa significa essere responsabile.

Il giorno in cui sei nato, sono maturato all’istante grazie a te. Mi hai insegnato tanto su me stesso, e voglio dirti grazie.

Grazie, amore mio.

Ariel, spero che tu non sia arrabbiato con me perchè non sono riuscito a proteggervi come avrei dovuto e perchè non ero lì per voi.

Spero che tu sappia che ho pensato a te ogni giorno, ogni minuto.

Spero che tu stia bene in paradiso. Sono certo che starai facendo ridere tutti gli angeli con le tue battute e imitazioni.

Spero che ci siano tante farfalle, così puoi osservarle come facevi durante i nostri picnic.

Čuki, fai attenzione quando scendi da una nuvola… non calpestare Tony!

Insegna a Kfir tutte le tue imitazioni e fate ridere tutti lassù.

Ariel, ti amo “più di tutto, per sempre ”, proprio come dicevi sempre a noi.

Pufik (Kfir)

Non pensavo che la nostra famiglia potesse essere ancora più perfetta. Poi sei arrivato tu, e lo è diventata ancora di più…

Ricordo la tua nascita. Ricordo che, nel bel mezzo del parto, l’ostetrica si fermò all’improvviso. Ci spaventammo, temendo che fosse successo qualcosa. Ma si fermò solo per dire che avevamo un altro bambino con i capelli rossi.

Mamma ed io scoppiammo a ridere e a gioire.

Hai portato ancora più luce e felicità nella nostra piccola casa.

Sei arrivato con il tuo sorriso dolce e contagioso, e mi hai conquistato all’istante.

Era impossibile non coccolarti tutto il tempo.

Kfir, mi dispiace di non essere riuscito a proteggervi meglio. Ma voglio che tu sappia che ti amo tantissimo e che mi manchi terribilmente.

Mi manca stringerti e sentire la tua risata.

Mi mancano i nostri giochi del mattino, quando la mamma mi chiedeva di badare a te prima di andare a lavoro.

Adoravo quei piccoli momenti. E oggi mi mancano più che mai.

Kfir, ti amo “più di tutto, per sempre”!

Ho ancora tante cose da dirvi, ma le terrò per quando saremo soli”.

Queste le parole strazianti di Yarden che aveva vicino la sorella di Shiri, l’unica sopravvissuta della sua famiglia. Si, oggi, giorno di lutto in tutta Israele, lungo la strada, in mezzo alle infinite bandiere bianco e azzurre e a quelle gialle compariva ogni tanto un cartello con la parola slicha- perdono.  Il popolo di Israele, unito dall’amore, dal dolore e dal sangue, chiedeva perdono a quei piccoli bambini ammazzati barbaramente dai palestinazi e alla loro mamma per non aver saputo difenderli dai mostri.

Sono rimasta sconvolta nello scoprire che qualcuno in Italia aveva pensato di sporcare questa giornata terribile di lutto nazionale con un messaggio delirante. No, non un gruppo specifico di propal, non un gruppo di bulli comunisti, nemmeno degli antisemiti dichiarati. No, è stato un gruppo di ebrei di corte che, mentre noi si piangeva, erano occupati a firmare un documento contro Israele. Un manifesto pubblicato dalla Repubblica con tanto di firme perché nemmeno si vergognano di esporle al pubblico ludibrio dal titolo “NO ALLA PULIZIA ETNICA- L’Italia non sia complice”. Voi che leggete, vi risulta che questa gente abbia mai comprato una pagina per dare la propria solidarietà alle vittime israeliane del 7 Ottobre? O per chiedere a Hamas di liberare gli ostaggi?  Tra l’altro le firme sono tutte un programma, ci sono ebrei vigliacchi, ebrei fasulli, non ebrei, intere famiglie, persino arabi- Allahu Akhbar, e supposti defunti. Tutto fa brodo per andare contro Israele. Non so se sto così male a causa del funerale delle nostre tre creature torturate o per la rabbia e lo schifo che mi fanno queste persone senza cuore, senza anima, senza ritegno. Solo leccare il sedere alla sinistra, questo sanno fare e sono pronti a schiacciare il proprio popolo e a diventare collaboratori degli assassini.

Vergognatevi, vigliacchi!

Sappiate che noi in Israele ci difenderemo sempre,  costi quel che costi, e che non vi daremo mai la soddisfazione di scomparire dal fiume al mare come urlate quando andate alle manifestazioni contro Israele. A proposito ci siete anche voi tra i fanatici, ripugnanti antisemiti che infestano le piazze italiane? Angelica Calò Livnè vi scrive su Shalom “non abbiamo bisogna del vostro aiuto”. Certo che no, non abbiamo bisogno di voi, anzi sparite dalla nostra vista, rimanete stretti ai palestinazi ma ricordatevi che non fanno differenze e ammazzano allo stesso modo i sionisti come gli ebrei pacifisti. Oded  Lipshitz non era un traditore come voi,  era un ebreo sionista che, ingenuamente,  sperava di poter addomesticare le belve. Le aiutava, portava i loro bambini a curarsi negli ospedali israeliani finchè non l’hanno ammazzato. Era ebreo, andava ammazzato! Perciò non vi conviene esporre i vostri nomi, per prima cosa perché mi vergogno di leggerli e poi perché, chissà, qualche nazista arabo, potrebbe farci un pensierino.

Lasciate stare Israele, non ne siete degni.

Deborah Fait
Deborah Fait