La diarchia Trump-Putin punta ai vertici del sistema globale 24/02/2025
Commento di Antonio Donno
Autore: Antonio Donno

La diarchia Trump-Putin punta ai vertici del sistema globale'
Commento di Antonio Donno

Trump-Putin summit preparations are underway, Russia says | AP News

Trump abbandona l'Ucraina al suo destino, l'Europa dovrà fare di tutto per non lasciarla nelle mani di Putin

Il conflitto politico tra l’Ucraina e la Russia di Putin iniziò nel 2014 con la questione della Crimea. In quell’anno si svolse un referendum che, secondo i dati forniti da Mosca e mai riconosciuti da gran parte della comunità internazionale, sanciva l’adesione della Crimea alla Russia, fatto che avvenne il 17 marzo 2014. Il 27 dello stesso mese l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite non riconobbe la validità del referendum, giudicando di fatto illegittima la sottrazione della Crimea all’Ucraina e la sua attribuzione alla Russia. Questi eventi rappresentarono l’inizio del contrasto politico tra Ucraina e Russia che è giunto sino ai nostri giorni con l’invasione delle regioni orientali dell’Ucraina da parte dell’esercito russo a partire dal 24 febbraio 2022.

     Questa invasione ha creato una forte preoccupazione in seno al mondo politico internazionale, perché era convinzione comune, dopo i fatti di Crimea, che Putin non avrebbe osato destabilizzare

ulteriormente l’assetto europeo, creato dopo la fine della seconda guerra mondiale e rimasto inalterato sino a oggi. Tuttavia, la decisione di Putin di modificare quell’assetto a suo vantaggio è da riferirsi non solo alla volontà imperialistica del leader russo, ma anche al quadro generale che si profilato negli ultimi tempi e che è stato interpretato da Putin in un modo che gli è sembrato congeniale ai suoi scopi. In primo luogo, Putin si è assicurato la non-interferenza politica della Cina nei progetti di Mosca; in secondo luogo, il leader russo è ben consapevole dell’inerzia dell’Unione Europea e della sua incapacità di fronteggiare efficacemente l’espansione russa in Ucraina. In realtà, tutto ciò si sarebbe potuto evitare se l’Ucraina fosse entrata a far parte dell’Unione Europea e, ancor più, della Nato. Purtroppo, tutto ciò non è avvenuto a causa della lentezza dell’Europa, e degli stessi Stati Uniti, di fronte ai chiari progetti di Putin di riportare la Russia ai vertici del sistema politico mondiale. Infine, l’elezione di Trump, fin dal primo momento interpretata dal leader russo come un fattore decisivo per i propri scopi, ha chiuso il cerchio magico nel quale lavora alacremente Putin.

     Le aspirazioni di Putin hanno uno spessore politico che sfugge alla limitata intelligenza politica di Trump. L’incontro di Riad, giudicato molto positivo da Marco Rubio, Segretario di Stato americano, in realtà non ha toccato la questione dell’invasione russa dell’Ucraina, dandola per un fatto compiuto. Zelensky ha protestato per il non-coinvolgimento dell’Ucraina nell’incontro di Riad, ma Trump ha risposto che l’invasione russa è il risultato dell’incapacità, o non-volontà, di Zelensky di risolvere la questione trattando con Putin al momento giusto. Con questa affermazione, il presidente americano ha svilito completamente il ruolo del presidente ucraino nella soluzione del problema, attribuendo, di fatto, a Putin l’onere di rappresentare non solo gli interessi della Russia, ma anche della stessa Ucraina. In questo modo, Zelensky è delegittimato a rappresentare gli interessi del suo Paese. 

     Ma la posizione degli Stati Uniti di Trump sul problema ucraino ha riflessi di estrema importanza sui rapporti tra gli Stati Uniti e l’Europa. Le relazioni che si vanno consolidando tra Washington e Mosca, come esito politico della “concessione” trumpiana a Putin riguardo alla sovranità stessa dell’intera Ucraina, si rispecchiano nei rapporti tra gli Stati Uniti e l’Europa. Di fatto, Trump è dell’avviso che il sistema politico internazionale debba poggiarsi sulla diarchia Trump-Putin, con la Cina al balcone. Per l’Europa, addirittura, il balcone è chiuso, perché, nella visione globale di Trump, il Vecchio Continente non è più considerato dal presidente americano un alleato strategico, come alla fine della seconda guerra mondiale, ma come un insieme di mercati sottoposti alla concorrenza americana, dunque un continente la cui frammentazione politico-economica rientra negli interessi americani, concedendo agli Stati Uniti un ruolo fondamentale nel confronto con la Russia di Putin. 

     In sostanza, la questione ucraina ha finito per ribaltarsi politicamente sulla situazione politica dell’intera Europa. La stessa Nato appare politicamente superata dalle ambizioni di Trump e l’Unione Europea un partner quasi desueto alla valutazione del presidente americano. Dunque, la diarchia Trump-Putin sembra assestarsi giorno dopo giorno ai vertici del sistema mondiale, se Xi Jinping dovesse accettare questo risultato. 

Antonio Donno

Antonio Donno