Riprendiamo da LIBERO di oggi, 27/01/2025, a pag. 16, con il titolo "Scienziate, drammaturghe, popolane Le nove ebree che hanno fatto storia Prima di “abbattere” Auschwitz andava sconfitta la Germania" il commento di Antonio Castro.
Nove donne che hanno contribuito a scolpire la storia di Israele. Anche fuori- e anche prima - della costituzione formale di Israele. E' sempre una donna, Elisabetta Fiorito, giornalista e conduttrice di Radio 24, a mettere in colonna le interpreti di questo viaggio nella storia ebraica attraverso le eccezionali vite di nove donne, che hanno fatto la Storia.
Da Gracia Mendes a Golda Meir, da Hedy Lamarr a Rita Levi-Montalcini: loro sono le protagoniste di Eroine della libertà (Il Sole 24 Ore; pp.157). Il libro della giornalista parlamentare della radio del gruppo editoriale Il Sole 24 Ore (sbarcato in edicola in questi giorni) offre una rassegna di “super donne”. Che non solo hanno fatto grande la storia dello Stato di Israele ma hanno contribuito indubbiamente alla ricerca, alla letteratura, alla politica internazionale. Il tutto in una stagione in cui le donne erano rigidamente relegate nel mondo domestico. Il focolare e la crescita della famiglia, mal viste quando si battevano per emergere. Incomprese quando si battevano come leonesse. Elisabetta Fiorito ha prima messo in scena diverse pièce teatrali (è in scena in questi giorni “Elena la matta”). Poi, scavando, è inevitabilmente andata a sbattere contro storie eroiche. Impossibile da non raccontare. Troppo belle per essere trascurate dalla labile memoria dei nostri tempi.
Il volume offre uno spaccato dell’epopea ebraica al femminile, tracciando le vite di nove donne ebree che hanno segnato la storia con la loro tenacia, il loro coraggio e la loro libertà d’azione. Le protagoniste di questo straordinario mosaico di esperienze si raccontano in prima persona, offrendo un viaggio nel tempo e nello spazio che parte da Myriam – unico personaggio immaginario ma talmente realistico da risultare vero e credibile. Myriam, sotto la furia dei Papa Re, rappresenta la resilienza femminile quando la chiesa cattolica, apostolica, romana erige e chiude dall’alba al tramonto gli ebrei nel ghetto di Roma. $ una popolana, una donna del Ghetto di Roma testimone involontaria del rogo di Giordano Bruno, fino a Magda, che arriva a Roma dopo la cacciata degli ebrei dai paesi arabi a seguito della guerra dei Sei Giorni.
Tra le figure storiche troviamo Gracia Mendes, mercantessa e mecenate di origine portoghese, che sfidò l’Inquisizione, e Anna Del Monte, imprigionata nella Casa dei Catecumeni di Roma. L’epoca dell’emancipazione viene raccontata attraverso Amelia Pincherle Rosselli, prima drammaturga italiana, e Hedy Lamarr, diva di Hollywood e inventrice di una tecnologia pionieristica. Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la Medicina, porta la narrazione verso il mondo della scienza, mentre Ada Sereni, organizzatrice dell’immigrazione clandestina degli ebrei sopravvissuti alla Shoah, e Golda Meir, una delle fondatrici dello Stato d’Israele, completano il racconto. L’ebraismo, che si trasmettere per via materna, è un filo comune. Ma non è l’unico. Un coraggio comune che si dipana nei secoli da quando prima in Spagna e poi in Portogallo la florida comunità ebraica venne costretta all'ennesimo esodo o alla forza conversione (i conversos). Dove credete che arrivassero i fondi mai restituiti per consentire a Cristoforo Colombo di mettere in fila le tre caravelle verso il nuovo mondo? Ma qui il problema dei prestiti alla corona di Castiglia si interseca con la volontà di individuare un colpevole. Uno da accusare. Arriva l’inquisizione che a colpi di roghi, acqua benedetta e nuovi esodi forzati (questa volta verso il nord Africa dove si consolida una numerosa comunità sephardita, Sepharad, Spagna).
La storia del mondo e dell’ebraismo è un groviglio inestricabile. Anche in Italia. A Vienna, nel cuore del Terzo Reich che è ancora alla genesi del più terribile c'è chi si rifugia negli anni Venti pensando che non potrà accadere l’impensabile. Poi è un rincorrersi di fughe. Di tradimenti.
Di gesti spontanei di solidarietà. Salvando un’uomo, una famiglia, un’anima. C’è anche quel gigante di Rita Levi di Montalcini che per arrivare al Nobel dovrà prima superare titubanze familiari e preconcetti sociali. Una donna medico che non vuole fare il medico ma dedicarsi alla ricerca. Ricerca pura di qualcosa che neppure si immaginava potesse essere alla base dello studio sul sistema nervoso che avrebbe proseguito per tutta la vita. E negli anni di guerra per portare avanti gli studi con il suo prezioso Zeiss andava di fattoria in fattoria a cercare le uova per studiarne gli embrioni. Introducendo poi in Italia il metodo di coltivazione in vitro.
$ la forza di queste donne, di tutte le donne, che tramandano tradizioni, tengono unite le famiglie, rappresentano spesso la tacita forza della comunità familiare a colpire nel racconto, nella serie dei racconti delle Eroine della Libertà. Nel Giorno della Memoria (queste testimonianze ricordano la tenacia di altre donne.
Così come non possiamo dimenticare lo stillicidio dei rilasci con il contagocce e a favore di telecamera delle rinchiuse e dei rapiti, da oltre 450 giorni nei sotterranei di Gaza.
Vittime incolpevoli di una violenza scatenata il 7 ottobre 2023. E non ancora risolta.
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