Oggi l’unico Mai Più possono dirlo soltanto gli ebrei
Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale
Data: 27/01/2025
Pagina: 13
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: Oggi l’unico Mai Più possono dirlo soltanto gli ebrei

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 27/01/2025 a pag. 13 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Oggi l’unico Mai Più possono dirlo soltanto gli ebrei".


Fiamma Nirenstein

Auschwitz, oggi è il giorno della "non memoria". La promessa del Mai Più è stata cancellata dopo il 7 Ottobre. Oggi se gli ebrei vengono di nuovo sterminati, il mondo occidentale è complice. Solo gli ebrei, oggi, sono degni di celebrare la Memoria.

Questo è il giorno della non memoria. “Never Again” è stato cancellato. L’antisemitismo e l’intenzione di spazzare via il popolo ebraico sono nella pratica di un anello di fuoco organizzato intorno a Israele su sette fronti, e, ovunque nel mondo, nella marea ideologica antisemita. È chiaro e sensato dunque, il rifiuto di ogni celebrazione fasulla o formale, della faciloneria, dell’ignoranza, della corruzione di chi odia Israele e di chi finge di ricordare e di sapere e poi è complice nel criminalizzare e discriminare gli ebrei di oggi. La Shoah ormai, èin realtà con noi giorno dopo giorno dal 7 di ottobre, l’odio per gli ebrei che ha causato la carneficina nazista è uscito dalla tomba di sabbia dell’antisemitismo e si è avviato con le fasce verdi di Hamas fra le nostre case. Con loro i milioni di ombre cinesi che urlano nelle belle piazze europee a New York “From the River to the Sea”. Vogliono “Kill the Jews” e “morte agli ebrei” e “violentare le loro donne”, perché gli ebrei sono “genocidi”, “criminali di guerra”, “coloni”. Il negazionismo è una bandiera obbligatoria,quella di Faurisson, Garaudy o David Irving, fino alla nuova proposta di sterminio, quella di Ahmadinejad, Khamenei, e dei loro proxy fra cui Sinwar, persino lui un’icona resistenziale.Ma si può paragonare la Shoah al 7 di ottobre? la dimensione dello sterminio è diversa; i mezzi sono meno sofisticati e meno ordinata la vastissima esecuzione. Ma una mappa delle persecuzioni antisemite odierne nelle università, nei posti di lavoro, nei luoghi dell'arte e della scienza punteggia la carta geografica fino in America e in tutta l’Asia. Fu diverso allora l’intento dei nazisti di nascondere lo sterminio completo di tutto il popolo, anche dei bambini, come spiegò il Reichsführer Heinrich Himmler: “Questa è una pagina di gloria non scritta e che mai sarà scritta… per amore del nostro popolo”; Hamas invece, urlava “Yehud”, mentre uccideva filmava e postava le immagini dei bambini bruciati e delle donne stuprate e uccise. È diverso, certo, ma simile è la criminalizzazione e disumanizzazione, ebrei avvelenatori dell’umanità con la smania di potere(coloni!) e di intrighi, mostri assetati di sangue in epoche diverse e con abiti e armi diverse… ma ebrei. Chi guarda la foto della donna con il suo bambino stretto in braccio a Ivangorod in Ucraina mentre un soldato nazista li uccide col fucile in mezzo a un campo, e poi contempla la disperazione della mamma di Kvir, 8 mesi e di Ariel Bibas, 4 anni, o il bambino con la nonna carbonizzati,trovati fra 1200 corpi straziati, o le famiglie intere uccise nel letto, sa,vede, che è una Shoah. Vede che la vandalizzazione dei cimiteri, dei negozi,delle case, in Australia o a Roma, è una Notte dei Cristalli. Sarah Jackson di 88 anni che si era barricata con tre ragazzi della Nova scampati all’eccidio ha vissuto lo stesso orrore della Shoah. Dopo il 7 di ottobre sono marcite le formule retoriche che hanno simulato una moralistica, minimale riparazione che invece ha coperto intenti politici poi disfatti nell’opportunismo e nell’ignoranza. Chi oserà adesso senza vergogna raccontare la favola bella della memoria della Shoah mentre criminalizza in tv Israele e lo descrive con le cifre ricevute da Hamas, mentre firma documenti di espulsione degli israeliani dalle università e dalle partite di calcio, urla per le strade “Palestina libera” fregandosene degli omosessuali, delle donne, dei dissidenti uccisi dai nazisti islamisti odierni. Dunque, esiste oggi un solo autentico “Never Again” quello che Israele ha pagato con la vita dei soldati e con la sofferenza dei rapiti, con la determinazione a vincere la guerra dopo l’attacco del 7 ottobre, con la sua seconda guerra di indipendenza dopo quella del 1948. L’altro “Never Again” si è sfrangiato in Europa e nell’America di Biden, ed è stato azzannato da parte del mondo islamico. Il 7 di ottobre ci dà la possibilità di capire cose che non sapevamo: abbiamo capito de visu come la crudeltà può superare ogni limite immaginato; come si può tacere e ignorare per ragioni politiche la necessità evidente di una guerra di sopravvivenza; abbiamo capito quale oceano senza fondo sia l’antisemitismo che cova, e quindi come circa due milioni di ebrei siano stati trucidati da Paesi occupati, non da Hitler stesso. Questo Giorno della Memoria vede Israele al centro dell’attacco antisemita: ha dimostrato la sua potenza nel rispondere. Mai il popolo ebraico aveva potuto farlo, nei secoli e questo è il suo “Never Again”, con Hamas distrutta, gli Hezbollah a pezzi, la Siria cambiata, l’Iran in un angolo, alta la bandiera della sua democrazia contro il fascismo circostante. Ma l’altro “Never Again” chi potrà dirlo? Solo chi si muoverà concretamente e modestamente, senza chiacchiere,adesso, di fronte all’enorme minaccia contro l’Occidente e la democrazia: i fondi per le università e ogni istituzione culturale che discriminino gli ebrei devono essere tagliati; chi diffonde principi di violenza e di discriminazione,deve essere giudicato; la storia vera, e non quella inventata del colonialismo e di apartheid, deve essere insegnata; la Corte internazionale di giustizia e il Tribunale Penale Internazionale devono esseredisconosciuti; lo Stato e l’UE devono combattere il terrorismo; gli enti locali, le imprese, le istituzioni statali, quelle che fanno capo all’ONU e all’UE, devono essere riesaminate proprio in base alla loro connivenza con l’antisemitismo e l’ostilità contro lo Stato Ebraico, gli immigrati islamici devono rinunciare a un credo discriminatorio e spesso aggressivo verso le altre religioni. Solo facendo così si risponde alla chiamata del “Never Again”. Per esempio, l’Unesco fa di Gerusalemme una città di retaggio islamico cancellando la bimillenaria storia ebraica. È una delle tante bestemmie antisemite che nel Giorno della Memoria dovrebbero essere abolite in nome della storia comune dell’Ebraismo e del Cristianesimo, genitori della democrazia.      

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