Ucraina: l’assistenza militare USA prosegue
Analisi di Anna Zafesova
Testata: La Stampa
Data: 26/01/2025
Pagina: 8
Autore: Anna Zafesova
Titolo: L’ottimismo dell’Ucraina, nonostante tutto 'L’assistenza militare Usa prosegue'

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/01/2025, a pag. 8, l'analisi di Anna Zafesova dal titolo "L’ottimismo dell’Ucraina, nonostante tutto 'L’assistenza militare Usa prosegue'".

ad Alessandria con Anna Zafesova ...
Anna Zafesova

L'amministrazione Trump ha subito sospeso tutti i programmi di cooperazione internazionale, compresi gli aiuti umanitari all'Ucraina. Ma non ha sospeso gli aiuti militari all'Ucraina, che continuano ad arrivare. Questo, per Zelensky, è già un buon segno.

«Gli aiuti militari all’Ucraina non sono stati sospesi, grazie a Dio». Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato preso alla sprovvista, come tutto il mondo, dalla decisione di Washington di sospendere i programmi di aiuti internazionali, e ammette di «non essere pronto a parlare nel dettaglio» dei fondi di assistenza che Kyiv rischia di non ricevere più. Ma su un dossier, il più importante, sfoggia una certezza assoluta: «Posso parlare di quello di cui mi occupo, e l’assistenza militare prosegue», dice durante la conferenza stampa con la presidente moldava Maia Sandu. Nell’assoluta incertezza e tra i messaggi contraddittori, anche i media ucraini tranquillizzano: a quanto pare, nessun ordine dalla Casa Bianca è arrivato per ora al Pentagono, e l’inviato di Voice of America Ostap Yarysh riferisce che i programmi per la produzione di armi da inviare all’Ucraina (Usaid) avviati dall’amministrazione di Joe Biden rimangono in vigore, così come l’invio di forniture già concordate in base al programma Pda. Teoricamente, nulla impedisce alla nuova presidenza repubblicana di bloccare o sospendere tutti gli aiuti a Kyiv, ma ci vuole una procedura separata. Sono invece stati sicuramente colpiti i finanziamenti per i programmi di carattere più umanitario, che passavano prevalentemente attraverso l’agenzia Usaid: secondo le fonti dei media, vengono congelati i fondi per le scuole e le famiglie, inclusi quelli per la vaccinazione dei bambini e gli aiuti d’emergenza alle madri. Sono state sospese anche tutte le richieste di asilo negli Stati Uniti per i cittadini ucraini nell’ambito del programma United for Ukraine, avviato da Biden. Tra gli altri progetti di assistenza americani cruciali per la sopravvivenza degli ucraini ci sono quelli per il ripristino del sistema energetico e la ricostruzione delle infrastrutture colpite dai bombardamenti russi, ma per il momento non è chiaro se sono stati bloccati: l’ordinanza del nuovo segretario di Stato Marco Rubio che sospende per 90 giorni i programmi di aiuti internazionali prevede l’esenzione per i casi urgenti non meglio specificati. L’unica cosa certa è che con la nuova amministrazione Usa si naviga nell’incertezza, e Zelensky ha riassunto la situazione con una frase che non suona molto incoraggiante: «Trump vuole far finire la guerra, ma non conosce tutti i dettagli su come dover procedere». Che l’amministrazione americana non abbia ancora deciso come muoversi lo ha sostenuto anche il consigliere della presidenza di Kyiv Mikhaylo Podolyak, che in un’intervista al giornale russo in esilio Meduza ha notato che le minacce di sospendere gli aiuti militari fatte da Donald Trump e dal suo inviato speciale per l’Ucraina Keith Kellogg «sono state fatte prima che si immergessero nella problematica di questa guerra». In un’intervista a Fox News, Kellogg infatti non ha più sollevato la questione di una interruzione degli aiuti militari, tirando fuori invece l’idea di finanziare le armi da inviare all’Ucraina con i beni russi congelati all'estero. Un piano con diverse complicazioni giuridiche e che comunque non sarebbe «il tassello che porterebbe alla soluzione del puzzle... ma va messo sul tavolo del presidente». Intanto l’inviato di Trump non ha ancora fissato la data della sua attesa visita a Kyiv, probabilmente anche perché la nuova amministrazione in questo momento è impegnata a capire le reazioni della Russia. L’impressione è che sia Zelensky che Putin siano stati consigliati dai loro consulenti di riempire Trump di complimenti: il leader ucraino non perde mai occasione di ribadire la sua «forza», mentre quello russo si è spinto fino a sposare pubblicamente la tesi trumpiana su Biden che gli avrebbe «rubato la vittoria» nel 2020. Quanto stia bluffando - anche rispetto al rifiuto di credere che gli Usa vorranno far precipitare il prezzo del barile, che ucciderebbe l'economia di guerra putiniana - non è chiaro, ma è evidente che a Kyiv si teme che Trump cercherà un’intesa con Putin. Podolyak infatti ha fatto marcia indietro rispetto al tradizionale veto ucraino di discutere la loro sorte senza di loro, anzi, sostiene che il leader americano dovrebbe incontrare il dittatore russo «per rendersi conto della profondità del suo degrado morale, e non aspettarsi più da lui un comportamento razionale». Ieri però Zelensky ha ribadito che il formato di un negoziato di pace deve includere quattro parti: «Spero davvero che l’Ucraina ci sia, l’America, i russi e anche l’Europa». 

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