2 Lettere: Bologna e le bandiere. Festeggiamenti a Gaza
1. Bologna e le bandiere
Cara Deborah,
Riporto un breve riassunto della posizione del Vicesindaco di Bologna (Emily Clancy) in merito all'esibizione della bandiera israeliana accanto al vessillo palestinese, iniziativa cui aveva plaudito la locale Comunità ebraica (vai a vedere perché).
E' davvero vergognoso che Bologna, già medaglia d'oro della Resistenza, abbia simili amministratori, sodali con i responsabili del progrom del 7 Ottobre, qui mai condannato. Un'ulteriore prova di quanto l'odio contro Israele sia diffuso nelle nostre città. Non importa recarsi in Francia o in Belgio. Poco conta che a Bologna ci sia un suggestivo memoriale della Shoah. Pura ipocrisia. O gli unici ebrei digeribili sono quelli morti (80 anni fa, però, non oggi)?
Un cordiale Shalom.
Mara Marantonio (sempre stata sionista e me ne vanto, cara Vicesindaco)
Polemica sulla bandiera d'Israele fuori Palazzo d'Accursio, Clancy: "Non sono sionista"
L'iniziativa del sindaco Lepore presa di mira dai Giovani Palestinesi. Ma la vice si schiera con Coalizione civica: "Non la condividiamo"
"Lepore e Clancy servi del sionismo"? Nel botta e risposta all’interno della giunta sulla scelta del sindaco di esporre la bandiera di Israele fuori dalla finestra di Palazzo d’Accursio, a fianco di quella palestinese, è la sua vice che risponde allo striscione che i Giovani palestinesi hanno appeso in Piazza del Nettuno durante l’ultima manifestazione.
"È fonte di dolore vedere il proprio cognome affiancato alla parola molto seria come 'sionista' – ha detto la vicesindaca a margine del sopralluogo nei nuovi appartamenti di edilizia sociale al Navile –. Né io né il sindaco lo siamo, anzi, da parte nostra c’è un impegno a favore del popolo palestinese e della costruzione della pace". Quale pace, di grazia: quella dei cimiteri?
Il vessillo nazionale israeliano era comparso nelle ore successive alla notizia del cessate il fuoco a Gaza. Oltre ai manifestanti scesi in piazza domenica, contro l’iniziativa di Lepore si era scagliata anche Coalizione civica: "Altri bombardamenti hanno ucciso 13 palestinesi - ha scritto il movimento a sinistra della maggioranza in una nota -. Non dubitiamo che il Sindaco sia mosso da buone intenzioni e dall’auspicio che si arrivi a una pace duratura. Tuttavia non condividiamo questa scelta: il diritto internazionale non è stato affatto pienamente ripristinato".
Anche Clancy si schiera con il proprio partito: "Speriamo che la potenziale tregua venga rispettata, che gli ostaggi israeliani vengano restituiti e che sia garantito l’accesso agli aiuti umanitari. In questo momento il nostro dovere è promuovere operazioni di dialogo e di pace". Come Coalizione civica chiedere di rimuoverla? "Noi abbiamo già detto come la pensiamo", ribadisce Clancy.-
Polemica sulla bandiera d'Israele fuori Palazzo d'Accursio, Clancy: "Non sono sionista"
https://www.bolognatoday.it/politica/bandiera-israele-bologna-emily-clancy.html
Cara Mara,
Cosa vuole che le dica! Ogni giorno ho la conferma che qualcosa non funzioni nel cervello della sinistra. Che fossero affetti da profondo odio contro Israele era noto anche prima del 7 Ottobre ma dopo quella data si sono scatenati. Personalmente avrei preferito non vedere la bandiera di Israele, una bandiera eroica, messa accanto a quella che rappresenta e ha sempre rappresentato, da quando è stata inventata copiando quella giordana, la morte e la violenza del terrorismo. Il bello è che con quella bandiera hanno ammazzato anche italiani, ricordiamo tutti gli attentati fatti dai palestinesi nel Bel Paese! Due volte Fiumicino, Poi la sinagoga di Roma, poi San Dorligo della Valle e altri. Però loro, i sinistri, amano i palestinesi. È uno dei misteri del genere umano, amare gli aguzzini e quelli dediti al male. Questa storia bolognese però mi lascia una soddisfazione, piccola ma profonda: il pensiero di quanto deve aver infastidito i due maggiorenti di Bologna nel vedere il loro cognome accostato alla parola sionista. Saranno diventati verdi di rabbia e questo mi fa sorridere di compiacimento.
Un cordiale shalom
Deborah Fait
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2. Festeggiamenti a Gaza
Carissima Deborah,
ho assistito con profondo piacere al meraviglioso spettacolo di questa tregua così equilibrata. Vedere i valorosi resistenti di Hamas uscire dai loro cunicoli, una volta interrotti i bombardamenti, con le armi in pugno ad aizzare la folla festante è stato proprio commovente. Soprattutto pensando al rischio che correvano di beccarsi una sicura polmonite, visto le rigide temperature del luogo che provocano la morte per assideramento dei neonati. Guardare le tre ragazze israeliane, provate e terrorizzate, insultate e umiliate dai pacifici civili gazawi mi ha fatto tornare indietro nel tempo e precisamente al 7 ottobre del 2023, la data gloriosa della riscossa palestinese, quando gli ostaggi israeliani vivi e morti venivano presi a sputi e a calci dalla folla. Ho constatato anche, con soddisfazione, che per essere un popolo sul punto di morire di inedia, ha ancora molta energia da spendere. Per non parlare dei prezzi degli ostaggi secondo i quali le donne israeliane vive valgono almeno 50 galeotti maschi mentre i cadaveri israeliani valgono poche donne galeotte palestinesi. Ma si sa: le donne, nell'islam, valgono meno di niente ma è giusto così perché è la loro tradizione e perciò degna di rispetto. Un'ultima cosa: i palestinesi hanno dimostrato di essere un popolo tutto di un pezzo infatti nessuno, in questi 470 giorni, si è fatto corrompere da uno sconsiderato senso di umanità, liberando gli ostaggi e correndo il rischio di far finire la guerra. Tutto molto bello.
Credo di avere riassunto, grosso modo, il "pensiero" degli utili idioti occidentali.
Sono molto felice che le tre ragazze siano tornate a casa e spero tanto, per loro e per quelli che riusciranno a tornare vivi, che non rimangano intrappolate nei tunnel di Gaza per il resto della loro vita, come è successo a molti sopravvissuti della Shoah, rimasti con la mente prigionieri nei campi di sterminio fino alla morte.
Con sincera stima e amicizia,
Sandra Biglino
Cara Sandra,
Dopo il coraggioso exploit di domenica, con tutti quei prodi armati fino ai denti per difendersi da tre piccole donne tenute prigioniere per 15 mesi, oggi saranno, con temperature di 20 gradi, a letto con l’influenza. Stiamo scherzano ma io ho le lacrime in gola e domenica tutti noi ci siamo sentiti soffocare dal dolore e dalla rabbia nel vedere tutta quella violenza oscena. Dovremo aspettare fino a domenica prossima per riavere vive altre quattro donne, non si sa chi perchè ce lo diranno poche ore prima. Questa è la loro guerra psicologica portata avanti con il sadismo di cui solo loro sono capaci.
Per tutti gli altri, compresi i bambini, dobbiamo solo sperare ma il fatto che non siano stati liberati per primi mi spaventa moltissimo.
Un cordiale shalom
Deborah Fait