Per favore non chiamatelo accordo
Commento di David Elber
Più che un accordo è un'estorsione, come giustamente scrive Alan Dershowitz. Un'estorsione imposta ad Israele per riavere 33 ostaggi, vivi e morti, rimasti per quindici mesi nelle mani degli aguzzini di Hamas. Delusione per la prima mossa dell'amministrazione Trump che si è allineata, in questo, con Biden per imporre le stesse condizioni capestro.
Quello appena sottoscritto non è un accordo, ma, come ha ben scritto Alan Dershowitz (https://www.jewishpress.com/indepth/opinions/it-wasnt-a-deal-it-was-a-crime/2025/01/19/), è una estorsione vera e propria imposta ad Israele. Chi, oggi, applaude a questa estorsione, esclusi i parenti dei rapiti, vuole male ad Israele e al suo popolo. I mass media, i politici di mezzo mondo, gli immancabili “esperti” e odiatori antisemiti vari, sono tutti unanimi a rallegrarsi per l’estorsione raggiuta perché, in prima battuta, la vedono come una sconfitta dell’odiato Netanyahu e della sua “intransigenza”. Ma in tanti, in Israele come altrove, non hanno capito – o fingono di non capire – che questa è una sconfitta per lo Stato di Israele e non per Netanyahu, perché il conto lo pagherà Israele e non Netanyahu, e sarà un conto salatissimo. Questo perché Netanyahu, ad un certo punto, dovrà lasciare la vita politica e la lascerà da vittorioso o da sconfitto ma la cosa finirà lì, tutt’al più rimarrà ferito nel suo orgoglio personale. Ma il vero conto lo dovrà pagare Israele e lo pagherà in termini politici: maggiori pressioni per costringerlo al suicidio chiamato “due Stati per due popoli” del quale abbiamo visto l’anteprima il 7 ottobre. Lo pagherà in termini di sicurezza: la liberazione di centinaia e centinaia di assassini pronti a riprendere il loro mestiere, quello di assassino. Esattamente come in passato, quando furono raggiunti analoghi “accordi”: nel 1985 quando furono liberati 1.150 terroristi, con gli accordi Oslo, o con l'accordo per la liberazione di Shalit per il quale furono liberati 1.027 terroristi tra i quali Sinwar. Nessuno di questi accordi ha portato la pace più vicina di un centimetro, per contro ci sono stati infiniti lutti e distruzioni. Però, tutti sono felici per la sconfitta di Netanyahu “l’intransigente”. Nessuno pensa al fatto che nessun cittadino israeliano avrà il coraggio di tornare a vivere nelle zone di confine ben sapendo che a poche centinaia di metri dalla proprie case, scuole e uffici, stanno già ricostruendo le strutture per un prossimo assalto sia a sud come a nord del paese e con il pieno appoggio internazionale. Il fatto che intere aree del paese rimarranno disabitate è una sconfitta di Netanyahu o dello Stato di Israele?
Non è un caso che, prima ancora che l’estorsione entrasse in vigore, già si assisteva a carovane di tagliagole di Hamas che uscivano alla scoperto tra la folla plaudente. Allo stesso modo del 7 ottobre 2023, quando furono accolti gli stupratori e assassini dopo il pogrom compiuto in Israele. Già questo fatto da solo, dovrebbe far riflettere, ancora una volta, chi sostiene che Hamas non centri nulla con la popolazione civile di Gaza.
Ancora nessuno sa con certezza quanti rapiti siano ancora in vita, ne quando potranno tornare in famiglia o ad una decorosa sepoltura. Però il mondo intero – salvo rare eccezioni – si sta già prodigando a raccogliere miliardi di dollari per la ricostruzione delle infrastrutture che consentiranno un nuovo, certo e orrendo pogrom in Israele. Israele ha subìto un’aggressione disumana, uno stillicidio di razzi e missili che hanno devastato il nord e il sud del paese, ma neanche uno pseudo “alleato” ha fatto il minimo gesto di sostegno o di aiuto economico. Meglio non parlare dell’ONU, della Croce Rossa, ne della colonna infame di ONG che fanno a gara per spartirsi il bottino della “ricostruzione”.
Infine, non si può nascondere la delusione per l’atteggiamento della nuova amministrazione americana, che sembra che abbia anch’essa spinto, fortemente, per questa estorsione, e se il buon giorno lo si vede dal mattino, non ci rimane che sperare che quando tutto lo staff di Trump sarà pienamente insediato la musica cambi altrimenti il futuro di Israele è già segnato.
David Elber