Ed ecco finalmente gli eroi che il mondo incensava!
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
hhttps://www.dreuz.info/2025/01/les-voila-enfin-ces-heros-que-le-monde-encensait-309257.html
La liberazione delle israeliane Romi, Doron ed Emily è una triste dimostrazione di cinismo: Hamas trasforma il dolore in propaganda, mentre la comunità internazionale spesso ignora la sorte delle vittime del terrorismo palestinese. Il silenzio su oltre 90 ostaggi ancora a Gaza è inquietante, così come la compassione selettiva verso le sofferenze di questo conflitto. La dignità umana non dovrebbe mai essere strumentalizzata né dimenticata
Domenica 19 gennaio. Al termine di duri negoziati, tra Israele e Hamas è stato concluso un accordo di cessate il fuoco, che è finalmente entrato in vigore: i primi tre ostaggi israeliani – tre giovani donne: Romi, Doron ed Emily – avrebbero ritrovato la libertà.
Hamas intendeva trarre il massimo da quella che lui presenta come la sua vittoria e la messa in scena di questa liberazione era stata attentamente elaborata. Innanzitutto, in uno sfoggio di cinismo mozzafiato, l'organizzazione terroristica aveva costretto le tre giovani donne a posare con sul petto un certificato con il loro nome e la scritta “decisione di rilascio”. Era stato “regalato” loro anche un sacchetto contenente, oltre a quel certificato, una mappa della Striscia di Gaza e delle foto che le ritraggono durante i giorni della prigionia. Poi, è stato con abiti da commando nuovi di zecca, incappucciati – la prudenza non è mai troppa – e con la fronte cinta da una fascia verde decorata con un versetto del Corano, che i valorosi combattenti palestinesi, pesantemente armati, le hanno condotte verso i camion del Comitato Internazionale della Croce Rossa che le stavano aspettando. Ma non fatevi ingannare: i suddetti combattenti erano lì, in apparenza, per “proteggere” queste donne dalla fitta folla di cittadini di Gaza, pieni di odio, che premevano urlando per riuscire a bloccare loro la strada.
Un tentativo di far dimenticare i 471 giorni di prigionia che i guerrieri di Hamas avevano inflitto a queste tre donne israeliane ordinarie, il cui unico “torto” era stato quello di trovarsi sulla loro strada durante il massacro del 7 ottobre. Sicuramente non avrete dimenticato le atrocità commesse – al grido di Allah è grande! – da orde fanatiche che piombano su delle pacifiche comunità nel sud di Israele. Omicidi, stupri, torture, civili innocenti bruciati vivi, atti indicibili filmati dai perpetratori e postati sui social network. Anche Doron ed Emily erano rimaste ferite durante la loro cattura ed Emily ha avuto due dita portate via da un proiettile.
Ci sono ancora più di 90 ostaggi – vivi e morti – a Gaza, compreso un bimbo che aveva solo nove mesi quando venne rapito insieme alla sua mamma e al fratellino di cinque anni, ma il loro destino non ha mai sconvolto l’opinione pubblica, anche quando le ragazzine rilasciate nel corso di un primo accordo nel novembre 2023 avevano denunciato gli abusi subiti, in particolare la violenza sessuale. Triste a dirsi, ma oggi i media dedicano più tempo al ritorno di Romi, Doron ed Emily di quanto ne avessero dedicato a tutti gli ostaggi fin dal 7 ottobre.
Non c’era stata alcuna mobilitazione in loro favore, poiché la compassione della comunità internazionale era totalmente riservata al sostegno dei “valorosi combattenti palestinesi” e al disagio degli abitanti di Gaza, che comunque sia avevano eletto i leader di Hamas e avevano applaudito a gran voce le violenze del 7 ottobre.
Michelle Mazel