Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/01/2025, a pag. 2, con il titolo "Spuntano molestie sessuali nel suk di piazza Duomo. Ma sulle Brigate Rozze Sala ancora non parla", la cronaca di Massimo Sanvito
Piazza Duomo invasa da magrebini che insultano l'Italia. E molestano le turiste. Dalla stampa belga apprendiamo infatti che ragazze in vacanza a Milano sono state molestate dai musulmani che dominavano la piazza di fronte alla cattedrale. Lo sappiamo dalla stampa estera, perché il sindaco Giuseppe Sala tace e la grande stampa italiana insabbia.
Il racconto dell’orrore che prende forma dalle parole di Laura è la punta dell’iceberg del Capodanno islamista sotto lo sguardo della Madonnina che sovrasta Milano. «Io e le mie amiche abbiamo vissuto l’impensabile.
Eravamo in trappola, impotenti di fronte a una tale violenza. Eravamo circondate e non potevamo muoverci. Ci tenevano le mani mentre altri ci toccavano su tutti i vestiti e persino sotto i vestiti. Nonostante le giacche e le sciarpe. Tutto questo è andato avanti per dieci minuti, che è un tempo molto lungo in questo tipo di situazione», racconta al quotidiano belga Sudinfo la giovane, studentessa ventenne di Liegi, che insieme ad altri cinque amici (tre ragazze e due ragazzi) aveva deciso di festeggiare l’arrivo del 2025 in piazza Duomo.
Laura riannoda i fili dell’incubo: «È stato un signore italiano a salvare me e sua moglie, anche lei molestata. Altrimenti non so cosa mi sarebbe successo. E i giovani insultavano gli italiani e i turisti. In piazza c’erano pochissimi italiani e molti giovani stranieri con le bandiere dei loro Paesi (Iraq, Pakistan, Emirati Arabi Uniti)». Poi, la richiesta d’aiuto alle forze dell’ordine. «Siamo andati dalla polizia, che era sul posto. Una poliziotta ha pianto davanti a noi, dicendoci che era impotente di fronte a questa situazione. Sono abituata a viaggiare in tutto il mondo e non mi è mai successo nulla. Ora sto ricevendo assistenza psicologica a Liegi». Un film purtroppo già visto a Milano tre anni fa, durante l’ultima notte del 2021, quando alcune turiste tedesche furono aggredite e molestate da un branco di nordafricani nella stessa piazza. Un altro biglietto da visita indecente perla metropoli ultra-progressista.
Eppure, dopo quattro giorni, novantasei ore, cinquemilasettecentosessanta minuti, il silenzio di Beppe Sala, sindaco della Milano violentata dal Capodanno in salsa islamica nonché grande sponsor delle marce pro clandestini e delle tavolate multietniche organizzate per esaltare l’accoglienza indiscriminata nella metropoli chic, prosegue inesorabile. «Niente interviste né dichiarazioni», filtra dalle stanze di Palazzo Marino, dove la disconnessione dalla quotidianità è ai massimi storici. Nonostante le scorribande dei giovani nordafricani in piazza Duomo, cuore della città e baluardo della cristianità, Sala non parla. Non una parola, nemmeno di circostanza, per rispedire al mittente i «vaffa» all’Italia e alla Polizia. Nessuna presa di posizione, mentre i filmati dello scempio consumato a due passi dal sagrato della cattedrale fanno fare il giro del mondo alla Milano versione Teheran. Magari fosse finita qui... Le violenze sessuali di gruppo sono la ciliegina indigesta sulla torta già velenosa dell’immigrazione a tutti costi tanto cara a Pd e compagni. E picchia duro la Lega, con l’europarlamentare Silvia Sardone: «Se fosse confermata l’aggressione, sarebbe la conferma di una violenza indecente e inaccettabile. Non solo quindi risse e insulti all’Italia e alla Polizia ma anche lunghi assalti sessuali. La denuncia di una possibile aggressione sessuale di gruppo confermerebbe inoltre la visione di questi giovani nei confronti delle donne, considerate come oggetti da abusare in libertà. Una concezione di donna inferiore che purtroppo è diffusa in molte comunità islamiche e su cui non è più accettabile tacere e chiudere gli occhi. Dove sono le femministe».
E dire che Beppe, solo guardando agli ultimi sei mesi, aveva trovato il tempo per far polemica sull’intitolazione dell’aeroporto di Malpensa a Silvio Berlusconi («un atto profondamente politico e profondamente sbagliato»), per commentare l’esito (nefasto per il centrosinistra) delle elezioni regionali in Liguria («c’è una questione Nord e bisogna avere il coraggio di sottolinearlo») e per contestare la schiacciante vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti («una scelta elettorale rischiosa a livello internazionale»).
Temi e problemi molto lontani da Milano, a differenza invece di quell’orda scatenata di giovani immigrati che la notte di Capodanno si è presa il centro (le periferie sono già loro da un pezzo) al grido di «Allah akbar» e con le mani protese verso prede in carne e ossa. L’umiliazione della nostra cultura e delle nostre radici («siamo nel 1449, non nel 2025: ci sono più musulmani che cristiani qui», arringava la folla) in mondovisione, però, non smuovono il sindaco. Troppo poco per colui il quale «lo ius soli è una battaglia di civiltà» (lo aveva dichiarato nel 2019, ndr)?
Chissà.
Intanto, visti anche i 14 identificati che rischiano una denuncia per vilipendio della Repubblica (reato che punisce chi esprime «giudizi offensivi e aggressivi nei confronti delle istituzioni tutelate, con l’intenzione di manifestare pubblicamente il proprio disprezzo perle stesse»), l’Associazione nazionale dei funzionari di polizia lancia un appello affinché venga rispristinata la pena della reclusione (dal 2006 è prevista solo una sanzione pecuniaria, ndr). «La democrazia va tutelata. Questi comportamenti, che offendono la dignità del Paese e ne minano le fondamenta democratiche, devono essere affrontati con fermezza», spiega il segretario Enzo Letizia.
La semplice multa, secondo l’associazione, «si è rivelata insufficiente a fronteggiare comportamenti che mirano a delegittimare l’autorità dello Stato».
L’eventualità del carcere, dunque, servirebbe innanzitutto da deterrente. «Non per negare il diritto alla libertà di espressione, ma per inviare un segnale chiaro e inequivocabile: la democrazia e le sue articolazioni meritano rispetto e non possono essere oggetto di attacchi che ne compromettano la credibilità», sottolinea l’Associazione dei funzionari di polizia. Una linea che Fratelli d’Italia, per voce del deputato milanese Riccardo De Corato, sposa in pieno: «Non possiamo tollerare che le nostre istituzioni democratiche vengano vilipese, alimentando un senso di impunità e sfiducia che mina la convivenza civile».
Tic-tac, tic-tac. Il tempo passa. Le scommesse sono aperte: Beppe Sala uscirà mai dal suo mutismo istituzionale?
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