Il Papa star dei musulmani
Commento di Maurizio Stefanini
Testata: Libero
Data: 05/01/2025
Pagina: 1/6
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: Bergoglio star musulmana. A Damasco lo esaltano Teheran lo schiera per attaccare Israele

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 05/01/2025, a pag. 1/6, con il titolo "Bergoglio star musulmana. A Damasco lo esaltano Teheran lo schiera per attaccare Israele" il commento di Maurizio Stefanini.

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Maurizio Stefanini

Elogiato dal nuovo leader islamista siriano al Jolani, usato dall'Iran per la sua propaganda contro Israele: Papa Francesco sta diventando una star fra i musulmani più estremisti. Rottura completa con l'ebraismo.

Cosa c'è qualcosa in comune tra il nuovo leader siriano Abu Mohammed al-Jolani e il regime degli ayatollah in Iran? Tutti e due in effetti sono musulmani con immagini di estremisti, ma l'uno sunnita e gli altri sciiti. Per anni si sono sparati addosso, con l'Iran che ha mandato i Pasdaran e anche gli Hezbollah iraniani a combattere per difendere quel regime di Bashar Assad che invece i ribelli di al-Jolani volevano abbattere - infine riuscendovi. E mentre addesso al-Jolani mette giacca e cravatta e sorride con gli inviati dell'occidente – a parte la gaffe del ministro degli Esteri tedesca ricevuta comunque senza velo ma anche senza stretta di mano, sostituita dal saluto islamico della mano sul cuore -; l'Iran invece fa la faccia cattivissima, accusando l'Italia di essere succube degli Stati Uniti e tenendo dentro Cecilia Sala per accuse nanche dettagliate. Eppure, una sorprendente simpatia condivisa la hanno. Quella per papa Francesco.
«Grande ammirazione, stima e rispetto per papa Francesco» è stata infatti espressa da al-Jolani. «È un vero uomo di pace ho apprezzato i suoi appelli e le sue azioni a favore della pace e dei popoli in difficoltà».
Il tutto nell'incontro con Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa, che ha raccontato sulle pagine dell'Osservatore Romano del loro incontro il 31 dicembre a Damasco. «Non considero i siriani cristiani una minoranza ma una parte integrante e importante della storia del popolo siriano», ha aggiunti. Ok: mosse obbligate appunto per rassicurare l'Occidente, vista la immagine di sterminatori di cristiani che una gran parte dei ribelli siriani si era fatta, e che appunto in Occidente avevano suscitato consensi per Assad e i suoi sostenitori Putin, Iran e Hezbollah. Fino a dimenticare che Hezbollah e Iran sono integralisti anche loro, e parte di uno stesso asse anti-occidentale pronto a usare il terrorismo.

NARRAZIONE

Ma, appunto, direttamente con papa Francesco si è incontrato venerdì il rettore dell'Università delle Religioni e delle Denominazioni dell'Iran, Abolhassan Navab. E nel lodare «la posizione coraggiosa del Papa nella difesa del popolo palestinese» ha poi aggiunto: «non abbiamo problemi con il popolo ebraico». Che è poi la narrazione ufficiale del regime di Teheran: chiede la distruzione di Israele e appoggia ogni tipo di azione soprattutto armata per sabotare ogni tipo di tentativo di pace. Ma sostiene che gli ebrei in Iran sono una minoranza rispettata: per il fatto di avere perfino un deputato proprio al Parlamento, e che 13 ebrei iraniani sono morti combattendo durante la guerra contro l'Iraq. Dati però da inquadrare ricordando innanzitutto che gli ebrei iraniani se sono soggetti alla leva ed hanno un deputato però si devono accontentare di quello, e non hanno la possibilità di arrivare ai massimi ranghi dello Stato. Poi, che assieme ai 13 ebrei morti combattendo per la Repubblica Isamica, ce ne sono stati altri 13 che invece nel corso della sua esistenza la Repubblica Islamica ha fatto giustiziare: in genere con accuse di spionaggio sostanziate semplicemente nell'avere parenti in Israele.
Papa Francesco avrebbe poi potuto rspondere: «ma se gli ebrei da voi non hanno probemi, come mai da 100.000 che ce ne erano in Iran prima del 1979 ne sono rimasti solo poco più di 8000? Perché gli altri sono scappati, e i loro beni sono stati sequestrati?». Secondo la agenzia iraniana Irna, la risposta del Pontefice è invece stata: «anche noi non abbiamo problemi con gli ebrei; l'unico problema è con Netanyahu che, ignorando le leggi internazionali e i diritti umani, ha creato crisi nella regione e nel mondo». Il Papa avrebbe aggiunto, sempre secondo l'Irna, che le organizzazioni internazionali devono affrontare urgentemente questa questione. Magari sarebbe stato utile una postillla di questo tipo: «come voi dovete risolvere urgentemente la questione di Cecilia Sala, o magari darle con un urgenza un letto per far sì che la smetta di dormire sul pavimento, e restituirle gli occhiali». Ma il punto è che la stessa asserzione «abbiamo problemi con Nethanyau e non con gli ebrei» appare non corretta, dopo che la stessa presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni in una intervista ha detto che «le ultime dichiarazioni di papa Francesco su Israele mettono a rischio il dialogo maturato negli ultimi 60 anni» e che «ora diventa difficile persino invitarlo in Sinagoga».
E questo, chiaramente, non è un problema del solo Netanyahu.

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