Riprendiamo da LA REPUBBLICA di oggi, 23/12/2024, a pag. 16, con il titolo "Trump accelera sull’Ucraina 'Vedrò Putin il prima possibile'", l'analisi di Paolo Mastrolilli.
Paolo Mastrolilli
A questo punto è solo una questione di tempo. Quattro giorni fa Putin aveva detto di essere pronto a rivedere Trump, e ieri il presidente eletto americano ha risposto che vuole incontrare il collega russo. Resta l’interrogativo chiave sul contenuto della discussione, ossia se è possibile mettere fine alla guerra in Ucraina e come, secondo termini accettabili anche per Zelensky, che non rappresentino una resa all’invasore.
Giovedì, durante una conferenza stampa, il capo del Cremlino aveva detto di essere «pronto per un incontro, se lo vuole, in qualsiasi momento». Poi però aveva aggiunto diessere disposto a negoziare la fine dell’invasione con l’Ucraina solo dopo le elezioni, per indebolire Zelensky, dividerlo dagli alleati occidentali e rendere impossibile la trattativa fino a quando sarà al potere.
Ieri, parlando alla Turning Point’s America Fest, il prossimo capo della Casa Bianca ha risposto così: «Putin ha detto che vuole incontrarmi appena possibile. Quindi dobbiamo aspettare questa occasione, ma bisogna mettere fine a quella guerra. È orribile». Perché «il numero dei soldati uccisi è enorme. Avviene su una pianura, proiettili molto potenti volano, e l’unica cosa che li ferma è un corpo umano».
Durante la campagna elettorale, Trump aveva promesso di chiudere il confitto nel giro di 24 ore. Quindi sono circolate indiscrezioni sul suo piano, che prevederebbe il cessate il fuoco lungo la linea attuale delfronte. I territori occupati dalla Russia resterebbero a Mosca, ma senza un riconoscimento formale, mentre Kiev dovrebbe rinunciare all’ingresso nella Nato per almeno vent’anni. Così però si garantirebbe la sopravvivenza, protetta da una forza di interposizione ancora da definire e da un potente riarmo occidentale, che dovrebbe funzionare come deterrente per scoraggiare Putin da eventuali altre aggressioni.
Trump ha incontrato due volte Zelensky, prima a margine dell’Assembla generale dell’Onu in settembre, e poi a Parigi per la riapertura di Notre-Dame. In varie occasioni ha minacciato di interrompere o ridurre gli aiuti militari all’Ucraina, ma questa mossa è interpretata come strumento per costringere Kiev a sedersi al tavolo del negoziato. Zelensky ha risposto di essere disponibile alla trattativa, ma nel frattempo Putin ha proseguito e accelerato la campagna militare, con bombardamenti sempre più intensi, oltre all’intervento delle truppe nordcoreane per aiutarlo nel Kursk.
Giovedì ha detto di essere disposto a rivedere Trump, ponendo però condizioni per il negoziato. Sul campo di battaglia la Russia ha fatto progressi negli ultimi mesi, conquistando un po’ di territori, ma sul piano economico è sempre più in difficoltà. Può darsi quindi che Putin abbia deciso di trattare da una posizione di forza, oppure sta bluffando per non rifiutare l’apertura del nuovo presidente americano, senza però l’intenzione di negoziare davvero.
Donald e Vladimir si era incontrati due volte durante la prima amministrazione, ad Amburgo a margine del G20 e poi a Helsinki, dove l’americano aveva detto di credere al russo quando nega va interferenze nelle elezioni del 2016. Il rapporto fra Trump e la Mosca è stato oggetto dell’inchiesta “Russiagate”, che però non ha trovato prove di collusione. La conferma o la smentita potrebbe arrivare dal modo in cui Donald imposterà il dialogo con Vladimir, e soprattutto dai risultati.
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