Podolyak, consigliere di Zelensky: Ora armi e sanzioni
Intervista di Lorenzo Cremonesi
Testata: Corriere della Sera
Data: 21/12/2024
Pagina: 15
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: Solo se siamo forti possiamo trattare con Putin. Ora armi e sanzioni

Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/12/2024, a pag. 15, con il titolo "Solo se siamo forti possiamo trattare con Putin. Ora armi e sanzioni" l'intervista di Lorenzo Cremonesi a Mykhailo Podolyak 

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Lorenzo Cremonesi

Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky

«Nessuna resa, nessuna sconfitta ucraina. Non credete alla propaganda di Putin. Semplicemente dobbiamo costringerlo ad accettare il negoziato», esclama per telefono Mykhailo Podolyak, il noto consigliere del presidente Zelensky.

Siete pronti ad accettare l’occupazione russa di Crimea, Donbass e tutte le altre regioni in cambio dell’avvio dei colloqui di pace?

«Se ci limitiamo a cedere temporaneamente dei territori e a dire che siamo pronti a negoziare, non faremo altro che incoraggiare la Russia a continuare la sua espansione. Pertanto, i negoziati con la Russia sono possibili solo se è costretta a partecipare a questo processo. E ciò richiede sforzi completamente diversi, molto più estesi, militarmente ed economicamente. Inoltre, non dimentichiamo il modo in cui la Russia si comporta nei territori occupati: una totale violazione dei diritti umani, deportazioni di massa, torture, uccisioni e stermini».

Cosa significa che l’Ucraina riconquisterà il suo territorio in modo diplomatico? Perché Putin dovrebbe accettare?

«La posizione dell’Ucraina è coerente: se si è forti, si può imporre il rispetto delle proprie condizioni. Per questo dobbiamo aumentare il potenziale militare. Vanno aumentate le sanzioni. Serve una pressione diplomatica più dura sui Paesi neutrali. La diplomazia nei confronti della Russia moderna è possibile solo da una posizione di forza: Mosca deve subire sconfitte militari e perdite finanziarie».

Come può la Nato garantirvi se non siete membri a pieno titolo?

«È necessario compiere passi politici obbligati sotto forma di una chiara dichiarazione che ogni Paese sovrano ha il diritto di aderire all’Alleanza per il bene della propria sicurezza. Senza eccezioni. E senza la possibilità che questo processo venga bloccato da una terza parte. Ciò indicherebbe chiaramente la funzione di guida e di garanzia della Nato: una sorta di avvertimento preventivo contro eventuali aggressioni.

Trump vuole il cessate il fuoco subito, cosa rispondete?

« Un cessate il fuoco non significherà la fine della guerra per la Russia ma che è sopravvissuta alla fase intermedia e che può andare avanti. Fornirà una pausa operativa per i rifornimenti e lavoro di propaganda. Pertanto, siamo chiari: un cessate il fuoco senza costringere la Russia a terminare la guerra a condizioni eque non porterà sicuramente alla fine di questa tragedia, ma stimolerà solo Mosca a degenerare ulteriormente con una dottrina di politica estera di “guerra perpetua”. Lo stesso Trump si sta addentrando sempre di più in questo argomento: presto capirà le vere intenzioni dell’aggressione russa. Tutti capiranno che Putin non è capace di negoziare, non è interessato ad accordi realistici».

Trump intende bloccare gli aiuti militari…

«Ogni guerra, per quanto sembri micidiale, è anche una questione di profitti e perdite per le varie parti. Tranne, ovviamente, per la parte che viene attaccata. Rifiutarsi di sostenere l’Ucraina oggi significa perdere notoriamente la guerra per il futuro. Significa inoltre legittimare la violenza russa, dare a Putin l’opportunità di violare il diritto internazionale e dominare i mercati di armi, energia, materie prime…».

L’Europa è divisa, poco e male armata: può sostituirsi agli Stati Uniti nel sostegno a Kiev?

«L’Europa sta cambiando molto rapidamente. C’è già una comprensione più profonda dei rischi che pone la Russia. C’è la consapevolezza di dover investire molto di più nella difesa. Esistono armi di altissima qualità la cui produzione può essere incrementata. Certo, in questa fase l’Europa non sarà in grado di sostituire completamente le forniture militari degli Stati Uniti, ma dobbiamo continuare a lavorare insieme e non tenere le armi in deposito quando la guerra è già qui».

Zelensky ha detto chiaramente che senza il sostegno degli Stati Uniti l’Ucraina perderà la guerra. Giusto?

«L’Ucraina resiste ostinatamente e conduce un’efficace guerra difensiva da tre anni. Noi, ovviamente, continueremo a resistere. Non c’è altra via. Ma il prezzo della guerra, se un partner chiave si ritira dai programmi di sostegno, aumenterà drasticamente e sarà sparso ancora più sangue. Non siamo gli unici a capirlo. Continueremo a lavorare con i nostri partner, compresi gli americani, spiegando l’importanza del loro sostegno».

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