Il Capo della Chiesa o il capo dei Ribelli siriani, chi è il più pericoloso?
Commento di Deborah Fait
Gesù Bambino adagiato su una kefiah. Dopo Betlemme, anche il presepe a Roma ripropone la solita propaganda palestinese. Gesù era ebreo, possibile che anche il Papa accetti questa negazione della realtà? Questa foto arriva dai quotidiani israeliani
Sul web sta girando una fotografia di Papa Bergoglio in meditazione davanti a un Gesù bambino con la kefiah. Purtroppo non si tratta di un fotomontaggio. È tutto vero e la foto è stata pubblicata questa mattina anche sul Jerusalem Post.
Vedere il Capo della cristianità seduto sulla sua sedia a rotelle in contemplazione di un Gesù bambino adagiato su una kefiah è stata una scena, a dir poco, rivoltante. Dopo un anno di guerra scoppiata a causa di quelli che portano quella kefiah. Dopo un 7 Ottobre in cui i mostri che indossavano la kefiah hanno compiuto le stragi più orrende, più spaventose dopo la Shoah. Dopo che chi indossa quello straccio bianco e nero ha portato prigionieri a Gaza e tiene tuttora rinchiusi, se ancora vivi, molti Gesù bambini ebrei come quello di duemila anni fa. Dopo tutto questo e tanto altro, perché non bisogna dimenticare gli attentati di anni e anni, in Israele, in Italia, dove nel 1982 era stato ammazzato un altro Gesù Bambino ebreo di nome Stefano.
Dopo tutto questo il Papa, capo della Cristianità, ha il coraggio di andare a pregare davanti a una statuina di quel Gesù ebreo, nato da due ebrei, vissuto da ebreo, morto ammazzato da Romani perché ebreo. Guardare l’immagine del Papa davanti a quel presepe che qualche ignobile personaggio che non conosco ha raffigurato come palestinese mi ha dato il volta stomaco. Se volevano dare un messaggio di odio non avrebbero potuto sceglierne uno peggiore, se volevano dare un ennesimo schiaffo a tutti gli ebrei morti, ammazzati dalla Cristianità che Bergoglio rappresenta non potevano pensare una cosa più abominevole. Che il Papa sia un ammiratore, quasi un seguace dell’islam, si sapeva ma che arrivasse a tanto in un momento così delicato, in tempi in cui si è dato libero sfogo all’antisemitismo più violento, non lo avrei immaginato nemmeno nei miei peggiori incubi. Con quel gesto Bergoglio ha dato il via libera agli antisemiti, come se ve ne fosse bisogno, ha praticamente detto “andate e pestate, andate e ammazzate” esattamente come aveva fatto dopo la strage a Charlie Hebdò quando aveva giustificato gli assassini arabi. Non venite a dirmi che un gesuita non conosce la storia di Gesù, non venite a dirmi che non sa che era ebreo, nato a Betlemme in Giudea, vissuto a Nazareth in Galilea, morto a Gerusalemme in Giudea. Non c’era traccia di Palestina , non esisteva la Palestina, come non esiste oggi, non esistevano i palestinesi, non esistevano nemmeno gli arabi che all’epoca erano nomadi nella Penisola Arabica. Non sa tutto questo un gesuita? Non lo sa il Papa che l’Ultima Cena di Leonardo raffigura la Cena di Pesach con la distribuzione del pane azzimo e il vino? Non sa Francesco che il padre di Gesù discendeva da Davide e Salomone, che Maria (Miriam) era la nipote del Gran Rabbino del Tempio di Gerusalemme? Non sa che entrambi i genitori di Gesù erano ebrei praticanti che si recavano periodicamente a Gerusalemme? E che “la discussione con i dottori del Tempio” altro non era che il Bar Mizvà di un Gesù tredicenne? Allora in che mani è la Cristianità? Come si può sperare che milioni di cristiani rispettino il popolo ebraico se il loro capo lo disprezza in modo così palese e volgare?
Mentre il Papa meditava e pregava davanti a un falso Gesù Bambino, in Siria si faceva la storia. Assad, il macellaio, è scappato a Mosca e i nuovi governanti della Siria sono i Ribelli con a capo Mohammed al-Julani. La prima cosa che ha fatto è stato ringraziare Israele perchè, eliminando i terroristi Hezbollah pro Assad e pagati dall’Iran, ha permesso ai ribelli di arrivare a Damasco in meno di una settimana e prendere il potere. Il capo del Fronte di salvezza siriano, Fahad Masri, in una conversazione esclusiva con i24NEWS, ha dichiarato: "Grazie a Israele, grazie al vostro primo ministro. È stato coraggioso e tenace. Grazie per il colpo che avete sferrato a Hezbollah e al cuore del progetto iraniano. Senza questo colpo non avremmo potuto liberare la Siria". Non si sa come andrà a finire questa storia, anche al-Julani è un dittatore come tutti i capi dei paesi arabi. Siamo in Medio Oriente dove tutto è possibile e il ricordo delle Primavere arabe, volute dal pessimo Obama, con il caos che hanno provocato, dovrebbe farci stare sul chi va là. Al momento però non si notano intenzioni bellicose contro Israele da parte dei Ribelli, anzi Al Julani ha già rimarcato che aspetta gli israeliani in Siria e che lui andrà a Gerusalemme. Vedremo, è presto per fare previsioni ma giudicate voi se è più pericoloso il Capo della Chiesa con i suoi falsi Gesù bambini e il suo malcelato odio antiebraico che tanto male ha fatto nei secoli, o il Capo dei Ribelli, ex terrorista pentito, accolto a braccia aperte dal popolo siriano. Chissà che un giorno, finito il periodo del terrore dei regimi degli Assad, padre e figlio, non si possa andare a mangiare un buon piatto di humus a Damasco. In Israele la speranza fa miracoli.
Deborah Fait