L'Italia è diventata una provincia palestinese e il Ministro Tajani confonde aggressori e aggrediti
Commento di Deborah Fait
Antonio Tajani, in una sua intervista ad Avvenire, attribuisce la colpa della nuova guerra in Siria ad Israele. Il suo è un mondo alla rovescia, dove confonde i ruoli di aggressore e aggredito: parla di "attacco israeliano a Hezbollah" e invoca come un disco rotto la vecchia formula "due popoli in due Stati"
“Cara Deborah, sono disgustata dopo aver letto l'intervista di Tajani su Avvenire. Praticamente se la Siria è sotto attacco da parte dei cultori del jihad la colpa è di Israele!!! Ho scritto alla Camera dei deputati ma dubito che la mia protesta arrivi a destinazione. Luciana Piddiu.” una lettrice mi scrive.
Non solo Antonio Tajani attribuisce a Israele la responsabilità della recrudescenza della guerra civile in Siria; no, il ministro fa molto peggio. Parla, dimostrando di non essere adeguatamente informato, di attacco israeliano a Hezbollah. Ma di quale attacco israeliano a Hezbollah parla? A me risulta che sia stato Hezbollah che l'8 ottobre 2023, in solidarietà con l’attacco stragista di Hamas nei kibbuzim del sud di Israele, ha iniziato ad attaccare villaggi e postazioni militari israeliane dal sud del Libano. Gli scontri sono continuati con raid e attacchi reciproci per settimane, con tensioni crescenti tra Israele, Hezbollah (sostenuto dall'Iran) e l'esercito libanese. Nonostante le migliaia di missili e droni lanciati dai terroristi contro il nord di Israele, l’Idf non ha mai oltrepassato la “fascia di sicurezza”, al contrario Hezbollah ha distrutto e bruciato 30.000 dunam di territorio israeliano. Se la politica italiana arriva a propagandare inesattezze nel mezzo di una situazione così grave, se il Ministro degli Esteri non è informato a dovere sulla veridicità delle azioni di guerra, allora andiamo male, molto male. Ecco la parte “spinosa” dell’intervista di Tajani: “L’avanzata dei miliziani jihadisti è un’azione che segue quello che è successo in Libano in questi mesi. L’attacco israeliano a Hezbollah ha costretto il movimento sciita a far rientrare i suoi soldati dalla Siria, dove proteggevano molte aree controllate da Assad. Il risultato è quello che abbiamo visto negli ultimi giorni: da Idlib i miliziani si sono mossi velocemente verso Sud, sono entrati ad Aleppo e puntano ad avanzare ancora.” Quello che Tajani chiama “movimento sciita” è un’organizzazione terroristica, fondata nel 1985, sostenuta e finanziata dall’Iran, che si prefigge la eliminazione fisica di Israele dalla Regione. Quindi quelle parole quasi bonarie e rispettose per un gruppo di assassini se le poteva evitare. Non è lisciando il pelo all’Iran, attraverso i suoi proxi, che l’Italia e l’Europa si salveranno dalla sottomissione al mondo islamico, anzi questi discorsi dimostrano che quest’ultima è già in atto. La paura fa novanta, dice il proverbio, e in questo caso il “novanta” è l’abbandono di Israele da parte dell’Occidente. La dimostrazione della sottomissione in atto sono le bandiere palestinesi che sventolano in Italia e che ormai hanno sostituito il tricolore italiano. Mi è venuto un colpo al cuore quando la bandiera italiana è stata buttata dalla Mole Antonelliana a Torino e sostituita con quella palestinese. È stata un’azione scandalosa e inaccettabile eppure nessuno ha commentato più di tanto. L’altro giorno la stessa bandiera della morte è stata fatta sventolare a Roma sul palazzo della Fao. Le organizzazioni palestinesi che possono scorrazzare su è giù per la Penisola e pianificare le manifestazioni violente contro le Forze dell’Ordine, sono ormai padrone della situazione di caos che la sinistra protegge o finge di non vedere. Tutti incominciano i loro stupidi discorsi con “Premesso che dimostrare è consentito dalla Costituzione”. Consentito un cavolo, la Costituzione non consente la sostituzione delle bandiere nazionali con quelle di uno stato che non esiste, non consente la violenza, non consente di osannare Auschwitz e la distruzione di uno stato democratico. Il Ministro Tajani invoca, come un disco rotto, “Due popoli due stati”. Bene, se lo prenda il ministro uno stato composto da terroristi, Israele ne ha abbastanza dopo 80 anni di guerre e di morte. Israele dice “No, grazie”. Ecco un esempio dello stato che Tajani vorrebbe accanto a Israele. Si tratta di un video che dimostra come la classe dirigente di Gaza tratta i cittadini che si appropriano di sacchi di farina senza l’autorizzazione di Hamas: https://www.facebook.com/61564704726310/videos/480399058393751
Chi di voi vorrebbe avere come propri vicini questa gente? E non ditemi che potrebbero diventare democratici perché non esiste un solo paese islamico che sappia cosa sia la democrazia o che voglia raggiungerla. Le bande di giovinastri e meno giovinastri occidentali e americani mettono a ferro e a fuoco le piazze inneggiando alla Palestina, rappresentata da quelli che vedete nel video, e maledicendo Israele. In Siria i ribelli ammazzano i civili, rapiscono le giovani curde, la Russia bombarda a tappeto. Non leggo sui media quante mamme e figli sono stati ammazzati. Il silenzio impera. Chissà come mai a Gaza , due minuti dopo un bombardamento sanno il numero esatto dei morti, soprattutto donne e bambini. Le manifestazioni per i civili siriani dove sono? Perché nessuno urla W la Siria e a morte i ribelli o viceversa? Ahhh, scusate, dimenticavo, in quella guerra che dura da 13 anni con la morte di mezzo milione di persone e milioni di profughi, non c’entrano gli ebrei né Israele! Fare silenzio, quindi, è la cosa migliore!
Concludo con una domanda che mi sorge spontanea: Perché Antonio Tajani, visto le cose che dice, non si iscrive al partito della Schlein? Perché Giorgia Meloni se lo tiene rischiando così un danno al suo governo?
Deborah Fait