Che questa verità serva a chiarire: Trump è in arrivo
Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale
Data: 05/12/2024
Pagina: 10
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: Che questa verità serva a chiarire

Riprendiamo dal GIORNALE di oggi 05/12/2024 a pag. 10 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Che questa verità serva a chiarire". 


Fiamma Nirenstein

Trump avverte Hamas: liberi gli ostaggi, o la risposta sarà qualcosa di ancora mai visto. Hamas è considerato dal presidente eletto come tutti dovrebbero riconoscere: il solo colpevole della guerra in corso.

“Che questa verità serva a chiarire”, dice Trump nel messaggio in cui minaccia Hamas che “se Hamas non restituisce i rapiti entro il 20 di gennaio la punizione sarà la più dura di tutta la storia degli Stati Uniti”. È una svolta non solo pratica, ma conoscitiva. È la parola verità che la crea. Trump, infatti, identifica finalmente in Hamas l’unico responsabile delle atrocità, della vita e della morte dei 101 essere umani nelle sue mani: e si stupisce, e quanto a ragione, che se ne chiacchieri e si esclami, senza decidere per un’azione. La parola verità nella melma antisemita che ha invaso il mondo dopo il 7 di ottobre ha cancellato assassini e vittime, gli ha scambiati di posto, ha riempito il mondo di porcherie storiche e politiche, di folle impazzite. Il rovesciamento della verità per cui una mandria di migliaia di assassini ha fatto a pezzi, uno ad uno e per scelta, famiglie innocenti si è trasformata in odio per gli ebrei e in minaccia per l’Occidente.

Adesso, con questa decisa presa di posizione di Trump, si è alzata una bandiera mentre si sta organizzando un gruppo di governo che sembra orientato a fronteggiare la violenza non solo di Hamas, ma anche quella dell’Iran coi suoi proxy.  Hamas è quello che deve essere: il solo colpevole. Da una parte il bene, Israele e i suoi rapiti, e dall’altra il male, Hamas e chi gli sta dietro. Questi, soccomberanno. È un punto di vista andato perduto dal 7 di ottobre anche qui: lo slogan “Bring Them home” rivolto a Netanyahu, ha spesso sottinteso che la maggiore responsabilità non fosse di Hamas ma di Bibi. Le manifestazioni di strada in Israele, confuse dall’odio politico, accusando Netanyahu di non volere una tregua per tenere in piedi il governo (la tregua col Libano ha smentito nei fatti questa idea), si sono trasformati in manna per Hamas, che ha alzato il prezzo di un accordo che non si mai profilato da parte di Hamas se non al prezzo della sopravvivenza del regime di Gaza. Hamas, e l’ha confermato Blinken insieme a Biden stesso, ha rifiutato tutti gli accordi cui invece Israele era disposto, salvo tormentare e poi giustiziare vilmente i rapiti (si è conosciuto ieri un nuovo episodio) non dimenticando mai di fomentare lo scontro e il tormento di tutta Israele. Adesso è finita: se i rapiti non vengono a casa, se la società occidentale è investita da un’aggressione totalitaria violenta, questo deve essere fermato a ogni costo. Non con inutili regalie, con aiuti umanitari di cui si impossessano i terroristi, con calunnie verso Israele, nemmeno dando spazio all’attacco politico che rafforza palesemente il nemico mentre si combatte una guerra indispensabile e il più possibile contenuta nonostante gli scudi umani. Lo slogan finalmente non è “Bring Them Home”, portali a casa, ma “Let My People Go” lascia andare la mia gente. 

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