Aggiustare l’universo Raffaella Romagnolo
Mondadori euro 19,50
Finalista nella cinquina del Premio Strega 2024 il romanzo “Aggiustare l’universo” di Raffaella Romagnolo è la storia commovente dell’incontro di una giovane maestra, Virgilia, detta Gilla, e di una bambina che all’apparenza non parla: una vicenda di forte impatto emotivo, ambientata alla fine della Seconda Guerra Mondiale nell’anno scolastico 1945-46, in cui si intrecciano i sentimenti dell’amicizia e dell’amore con la capacità di essere resilienti in un periodo storico in cui si cerca faticosamente di ricostruire un mondo andato distrutto dalla guerra.
Il primo dettaglio che colpisce in questo libro è la dedica, “A chi insegna. Alla mia compagna di banco. Alla scuola tutta, che mi ha salvato” in cui l’autrice mette in luce come il principio su cui poggia tutto il romanzo sia il ruolo della scuola nella vita degli studenti e degli insegnanti, l’importanza delle amicizie che si creano sui banchi di scuola e il valore della “parola” come strumento necessario per trasmettere la Memoria.
“Volevo restituire la relazione che si instaura fra compagni, perché ciò che ti salva è non essere solo, avere un compagno di banco” spiega l’autrice, insegnante lei stessa, in un’intervista.
Raffaella Romagnolo tesse una trama che prende due direttrici principali anche se nel corso della narrazione si innestano altri rivoli che arricchiscono la vicenda.
La prima ci porta a Borgo di Dentro, una cittadina immaginaria della provincia di Alessandria, per incontrare la giovane maestra Gilla sfollata per sfuggire ai terribili bombardamenti su Genova che, a differenza dei genitori, sceglie di restare e accetta l’incarico di insegnante nella scuola del piccolo paese perché “Anche i bambini di Borgo Dentro…meritano e “insegnare non è spiegare, dettare, correggere, medicare ferite, dirigere cori, sgridare, punire… Insegnare è fare tutto questo tutti i giorni”.
In quel primo anno scolastico nelle aule manca l’essenziale: quaderni, carta, inchiostro, penne e pennini, eppure la maestra Gilla trova sepolto in un angolo un planetario meccanico, un ingegnoso prototipo del sistema solare di metallo e cartapesta con i pianeti dipinti a tempera…ma tutto ammaccato e bisognoso di riparazione per tornare a funzionare. Gilla, figlia di un orologiaio ed esperta d’ingranaggi e riparazioni, decide di riparare il planetario pensando in tal modo di insegnare alle sue allieve i primi rudimenti di astronomia. Un impegno che svolge con passione e pazienza dopo l’orario scolastico e che l’aiuta a lenire il dolore per ciò che la guerra le ha sottratto: prima di tutto l’amore di Michele.
Il primo giorno di scuola una suora dell’orfanotrofio accompagna nella classe della maestra Gilla una bambina che non parla. Ben preparata in ortografia, calligrafia e aritmetica, la piccola Francesca che si esprime a gesti è molto educata e si offre di aiutare nei compiti la compagna di banco, Maria Luisa Piombo, la quale a sua volta ricambia la generosità della nuova amichetta proteggendola dalle angherie delle altre bambine. Fra le due amiche si crea un legame prezioso, una solidarietà resiliente capace di sbloccare la ritrosia di Francesca e darle la forza di affrontare il passato doloroso che ha alle spalle.
Nel romanzo l’autrice inserisce molti flashback che ci mostrano Gilla adolescente a Genova, i terribili bombardamenti degli Alleati sulla città che portano distruzione e morte fra i civili e che Romagnolo ricostruisce con sapienza narrativa e accurata ricostruzione storica. Alla fine, Gilla e i genitori decidono di sfollare a Borgo di Dentro in una modesta soffitta al civico 13 di Vico Luna e mentre la madre si industria per cucire abiti e il padre ripara orologi, Gilla inizia quasi casualmente a fare la staffetta partigiana.
La seconda direttrice della vicenda è ambientata a Casale Monferrato dove vive la famiglia Sacerdoti di religione ebraica. Giosuè, il patriarca, che gestiva un negozio di tessuti ha due figli: Raffaele, avvocato, e Abram, docente di matematica e padre dell’”adorabile e pasticciona streghetta” Ester, una bimba educata e sensibile che insieme alla sua famiglia ama fare gite sul Po e ascoltare i racconti del nonno. Una vita serena costellata da momenti gioiosi condivisi con gli affetti più cari che viene sconvolta dalle leggi razziali del 1938 e dai numerosi assurdi provvedimenti che togliendo agli ebrei la possibilità di studiare, svolgere una professione, possedere immobili, in definitiva condurre un’esistenza normale, rendono sempre più drammatiche le condizioni di vita per i Sacerdoti. Il fratello Raffaele decide di emigrare in Francia con la famiglia ma questo non lo salverà dalla furia nazista; Abram che ha ricevuto encomi per il suo lavoro è incapace di credere che anche a lui si possano applicare quelle vergognose disposizioni razziste. Poco prima di fuggire con Margherita ed Ester viene arrestato dalla Gestapo forse per una delazione e inviato ad Auschwitz. La moglie e la piccola “streghetta” trovano rifugio in un convento ma qualcosa non va per il verso giusto…i delatori sono ovunque e la ricompensa di migliaia di lire per la cattura di un ebreo fa gola a tanti italiani stremati dalla guerra.
Quel Regio decreto del 5 settembre 1938 XVI, n. 1390 “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola ebraica” che l’autrice menziona con precisi riferimenti storici all’inizio del capitolo “1938-1939” distrugge in poco tempo l’esistenza della famiglia Sacerdoti e di tanti ebrei italiani che hanno pagato con la vita le inique leggi fasciste.
Attraverso la penna sapiente di Raffaella Romagnolo seguiamo le vicissitudini dei Sacerdoti durante le persecuzioni nazifasciste in Italia, le azioni dei partigiani che lottano per liberare l’Italia dall’occupante tedesco e conosciamo il coraggio di quegli italiani che, a rischio della vita, nascosero nei fienili, nei conventi o nelle cantine gli ebrei braccati dai nazisti.
Pagina dopo pagina il lettore capirà il legame fra la storia della famiglia ebrea e le vicende di Borgo di Dentro, cosa si nasconde dietro il mutismo di “Francesca” che, incapace di comunicare a parole con gli adulti, sussurra tenere parole al gattino di cui si prende cura nell’orfanotrofio.
Mentre aggiusta con pazienza il planetario e vede le ruote celesti del modellino tornare a muoversi Gilla sente che anche la sua vita si rimette in moto e che il ricordo di Michele “ha smesso di straziarla e ha cominciato a farle buona compagnia”.
Sarà sempre Gilla, che incarna nel modo più nobile la figura di morà (insegnante in ebraico) come faro di sapienza, a trovare la strada per arrivare al cuore e alla mente di “Francesca” e ricostruire quel microcosmo che la guerra aveva mandato in frantumi.
“Aggiustare l’universo” è un romanzo coinvolgente che cattura il lettore con un linguaggio gradevole e forbito, senza risultare pretenzioso, in cui l’autrice dispiega una rappresentazione storiografica molto accurata con riferimenti sociali e culturali che inquadrano l’epoca storica che fa da scenario alla vicenda.
Ma è anche una storia di speranza, di rinascita, di ritorno alla vita che supera il dolore, l’orrore della guerra e delle ingiustizie per fare spazio alla luce, per rompere il silenzio complice del Male, per riparare l’universo a piccoli passi, con il contributo di tutti.
Giorgia Greco