Condannare Israele farà vincere Putin
Commento di Giovanni Longoni
Testata: Libero
Data: 23/11/2024
Pagina: 4
Autore: Giovanni Longoni
Titolo: Putin non commenta. Ma è il vero vincitore

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 23/11/2024, a pag. 4, con il titolo "Putin non commenta. Ma è il vero vincitore", il commento di Giovanni Longoni.

Giovanni Longoni.
Giovanni Longoni

C'è un solo vincitore dopo il mandato di cattura per Netanyahu e Gallant: Vladimir Putin. Perché, dopo quella decisione, l'Occidente è diviso.

C’è un vincitore politico nel caso del mandato di cattura internazionale per Netanyahu e Gallant? Vediamo un po’: non è Hamas, ormai ridotto in briciole, né Hezbollah, che spera in una tregua, e neppure l’Iran, i cui capi hanno ormai gli incubi per l’imminente arrivo di Donald Trump. Nemmeno in Israele c’è chi guadagna: tutti i partiti non arabi si sono stretti attorno ai due politici del Likud (che peraltro fra loro sono nemici).
Quanto ai civili in Libano e Gaza, la sentenza dei giudici dell’Aia per loro significa una cosa soltanto: la pace che sembrava delinearsi all’orizzonte, con trattative guidate dagli americani, è sparita e la guerra tornerà a infuriare.
Tutti quelli che stanno esultando per la decisione della Cpi non ne caveranno granché. Festeggiano perché odiano gli israeliani o perché i loro capi dicono loro che devono odiarli. Per trovare chi incassa il premio più grande non bisogna cercare fra chi esulta ma fra chi se ne sta zitto.
Mosca non commenta le decisioni della Corte penale internazionale sul mandato d’arresto nei confronti di Netanyahu e Gallant perché le ritiene «insignificanti» e prive di valore legale per la Russia. «Non vediamo il motivo di commentare in alcun modo la questione, perché per noi queste decisioni sono insignificanti», sono state le parole di Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino.
Non commentano ma per i russi è un grande successo. L’Occidente si sta dividendo: americani ed europei dell’est contro la richiesta, canadesi ed europei dell’ovest o a favore o in imbarazzo. Alla fine, che sia Biden o Trump, prevarrà la posizione di Washington. Pioveranno sanzioni al tribunale e ai giudici che lo compongono. Poi arriverà Donald a spargere sale sulle macerie. E le altre sentenze della Cpi perderanno definitivamente valore: prima fra tutte, quella contro Vladimir Putin per i crimini contro i civili ucraini.
Che il mandante della “operazione Cpi” sia a Mosca ha alcuni riscontri logici. Il movente l’abbiamo detto: screditare la sentenza anti-Vladimir. Quanto al mezzo, a portare Israele in tribunale per genocidio è stato il Sudafrica: Paese Brics, primo Stato a riconoscere la Federazione russa il 28 febbraio 1992 e soprattutto guidato dall’African National Congress, il partito di Nelson Mandela che durante il periodo dell’Apartheid riceveva aiuti finanziari, sostegno diplomatico e formazione militare dall’Urss. E certi favori non si scordano facilmente.

 

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