Riprendiamo da LIBERO di oggi, 16/11/2024, pag. 16, con il titolo "Ecco tutti gli scenari della Pax Trumpiana", il commento di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
«Russia e Ucraina la devono smettere», dai facili slogan della campagna elettorale ai fatti. Donald Trump aveva promesso che con lui presidente le guerre sarebbero terminate e ieri lo ha ribadito a caratteri cubitali sottolineando che lavorerà duramente in proposito, convincendo anche Zelensky che con lui presidente la guerra finirà prima («anche se non si sa quando...»). Le prime mosse sono già state fatte, con la telefonata poi smentita dal Cremlino (e quindi più che verosimile) tra lo stesso tycoon e Putin, alla quale avrebbe partecipato anche Elon Musk che con il presidente russo ha sempre mantenuto un contatto aperto. Certo per il momento le armi sembrano andare nella direzione opposta, con un’intensificazione degli scontri e con la Nato che ha promesso nuovi aiuti a Kiev. Ma segnali di parziale disgelo non sono mancati, come l’incontro in Bielorussia tra le due parti per discutere di “questioni umanitarie”. E anche l’altra grande area in guerra, il Medio Oriente, spera.
GAZA
Hamas ieri ha dichiarato di essere pronta per un cessate il fuoco e ha esortato il presidente entrante Trump a fare «pressione» su Israele affinché raggiunga una tregua.
Bassem Naim, membro dell'ufficio politico del gruppo terroristico, ha tuttavia aggiunto che condizione sine qua non per la tregua sarebbe il ritiro militare di Israele dalla Striscia. Su questo punto il governo Netanyahu è sempre in molti l’hanno letta come «un regalo» di Netanyahu al presidente eletto. Si ignora che cosa si siano detti Dermer e Trump, ma nella partita potrebbe perfino rientrare la Russia, che ha larghi interessi in Siria, in particolare al confine nord con il Libano, e che secondo il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Saar, sarebbe in grado di fermare il flusso di armi ad Hezbollah.
IRAN
L’elezione di Trump ha in un certo modo interessato direttamente anche la Repubblica islamica dell’Iran che adesso sembra più disposta alle trattative che a una guerra frontale con Israele, come dimostrano le dichiarazioni di Larijani. Un ruolo di mediazione lo sta sicuramente interpretando ancora una volta Elon Musk, che nell’Amministrazione Trump guiderà il ministero per l'Efficienza governativa, ma che per il momento si sta occupando di aprire canali diplomatici con i Paesi nemici. Lunedì scorso il Ceo della Tesla, di Space X e di Starlink ha incontrato a New York l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, in quello che è stato definito da fonti iraniane un colloquio “positivo” e foriero di “buone notizie”. Le stesse fonti hanno anche aggiunto che è stato Musk a richiedere l’incontro, il che potrebbe significare che Trump vuole impostare rapporti con l’Iran su nuove basi, dopo che durante il primo mandato era stato un muro contro muro, sanzioni e omicidi eccellenti mirati.
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