Più partigiani oggi che nell’aprile 1945
Commento di Alberto Busacca
Testata: Libero
Data: 14/11/2024
Pagina: 13
Autore: Alberto Busacca
Titolo: Più partigiani oggi che nell’aprile 1945

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/11/2024, a pag. 13 con il titolo "Più partigiani oggi che nell’aprile 1945" la cronaca di Alberto Busacca.

L'Anpi conta più "partigiani" oggi di quanti fossero attivi al momento di massima espansione del movimento partigiano nel 1945. Ma come è possibile? Perché dal 2006 l'Associazione dei partigiani non è aperta solo ai partigiani veri e ai loro parenti, ma a "tutti gli antifascisti". Quindi è ormai un'organizzazione politica di sinistra che nulla ha a che vedere con la Resistenza storica.

Tanti auguri all’Anpi. Che martedì ha festeggiato i suoi ottant’anni. Un bel traguardo ma anche l’occasione per fare un bilancio. Secondo il presidente nazionale dell’associazione dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo, le cose stanno andando a gonfie vele. «Nonostante i tempi che corrono», ha detto, «siamo in forte salute». Già, nonostante i tempi che corrono... o forse proprio grazie ai tempi che corrono. Gridare al ritorno del fascismo, infatti, non paga in termini elettorali (la collezione di sconfitte della sinistra lo dimostra abbondantemente) ma sembra portare bene a livello di “militanza”. «Al termine del tesseramento del 2023», ha spiegato Pagliarulo, «gli iscritti all’Anpi erano poco più di 153mila, di cui circa 24mila nuovi iscritti. L’anno precedente gli iscritti erano poco più di 141mila. È evidente la crescita dell’associazione e la crescita delle donne iscritte, che sono circa il 41 per cento».
Ecco, complimenti a Pagliarulo. Ma non si può non notare un dato quantomeno singolare.
Nell’aprile del 1945, nel momento della sconfitta del fascismo dopo una sanguinosa guerra civile, i partigiani erano circa 130mila. Insomma, ce ne sono più oggi che allora. Curioso, visto che da qualche decennio in Italia c’è una democrazia stabile e ci auguriamo che nessuno abbia in programma di riprendere le armi...

LA SVOLTA

Ma com’è possibile che i partigiani siano più oggi di allora? Insomma, il problema delle associazioni combattentistiche è proprio quello che col tempo, inevitabilmente, i reduci sono sempre meno e gli iscritti calano. Ecco, all’Anpi hanno trovato una soluzione geniale. Sentiamo ancora Pagliarulo: «Abbiamo fatto davvero tanta strada dal nostro quattordicesimo congresso nazionale, quando, nel 2006 a Chianciano Terme, modificando lo statuto, l’associazione si è aperta a tutti gli antifascisti. In quella data avveniva un cambiamento strutturale, essendo fino ad allora l’iscrizione un’esclusiva dei partigiani». Chiaro, no? Fino al 2006 l’Anpi era un’associazione formata da partigiani. Da quel momento, invece, è aperta a chiunque si senta tale, anche se è andato in montagna solo a mangiare i pizzoccheri. Lo stesso presidente nazionale Pagliarulo, per capirsi, è nato nel 1949, quindi la Resistenza ha potuto leggerla soltanto sui libri di storia.

UNA MINORANZA

È chiaro, quindi, che con la svolta di Chianciano sono cambiate diverse cose. In primo luogo, molto rapidamente, all’interno dell’Anpi i veri partigiani sono diventati una minoranza. E ovviamente, col passare degli anni, questa minoranza sarà sempre più risicata. Da tutto ciò risulta chiara una cosa: l’Anpi non può più pretendere di rappresentare i partigiani. Dal 2006, con l’apertura delle iscrizioni a tutti, si tratta semplicemente di una (legittima) associazione antifascista politicamente orientata a sinistra. Quando Pagliarulo parla, parla a nome dei suoi 153mila iscritti, non dei 130mila partigiani che hanno fatto la Resistenza.

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