Amsterdam, una sorpresa?
Commento di Michelle Mazel
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://israel247.org/amsterdam-une-surprise-124350.html
Il re dei Paesi Bassi Willem Alexander, visibilmente commosso, ha condannato fermamente gli attacchi contro i tifosi israeliani ad Amsterdam. Ha paragonato questi eventi al fallimento dei Paesi Bassi nel proteggere gli ebrei durante la Shoah. “Abbiamo fallito nei confronti della comunità ebraica durante la Seconda Guerra mondiale, e abbiamo di nuovo fallito la notte scorsa”, ha detto.
Mentre l'intera classe politica, seguendo l’esempio del suo re, condanna “i fatti” accaduti ad Amsterdam dopo la partita tra Ajax e Maccabi, vediamo delinearsi due approcci radicalmente opposti. C'è quello del Primo Ministro Dick Schoof, secondo il quale gli autori dell'attacco ai tifosi del Maccabi Tel Aviv ad Amsterdam provenivano principalmente “da un contesto di immigrazione.” “Noi abbiamo un problema di integrazione”, ha dichiarato, “questa ne è l’espressione.” E poi sottolinea “la sovrarappresentanza in questi atti di antisemitismo dei giovani provenienti da un contesto migratorio.” Nei Paesi Bassi, infatti, ci sono circa 1 milione di musulmani, che rappresentano il 5,8% della popolazione totale del Paese. I musulmani ad Amsterdam rappresentano circa il 12% degli abitanti della città, ovvero circa 90.000 persone.
La maggior parte sono di origine marocchina e turca. Il Primo Ministro non ha dato alcun suggerimento su come risolvere il problema.
Passiamo ora al secondo approccio, quello dei dirigenti della città, una città che, come si diceva sopra, conta 90.000 musulmani, la maggior parte dei quali è in situazione regolare.
“Quello che è successo negli ultimi giorni è il risultato di un cocktail tossico di antisemitismo, di teppismo e di rabbia contro la guerra in Palestina, in Israele e in altri Paesi del Medio Oriente”, ha scritto il sindaco di Amsterdam Femke Halsema in una lettera che è stata anche firmata dal capo della polizia di Amsterdam, Peter Holla e dal procuratore capo René de Beukelaer. Si tratta sì di antisemitismo, ma anche di “rabbia” contro la guerra in Palestina, in Israele (?) e in “altri Paesi del Medio Oriente.” Un modo indiretto per puntare il dito contro Israele per “giustificare” l'ondata di violenza da parte degli aggressori? Che non vengono del resto citati per nome dalla signora sindaco, che si accontenta di menzionare persone che hanno picchiato i tifosi del Maccabi Tel-Aviv prima di fuggire, con “ultras su degli scooter” alla ricerca dei tifosi israeliani.
Lei ha accuratamente taciuto il fatto che questi manifestanti – provenienti principalmente da ambienti di emigranti – prendevano di mira in nome della “Palestina” sia gli israeliani che gli ebrei, inseguendoli per le strade della capitale e picchiandoli con ferocia.
Dovremmo davvero stupirci di apprendere che, secondo Le Figaro, molti rivoltosi si sono riuniti nuovamente lunedì sera nella zona ovest di Amsterdam per compiere atti vandalici e scontrarsi con la polizia? Il più delle volte mascherati, scandivano slogan come “Palestina libera” o “Ebrei-cancro.”
Michelle Mazel