Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/11/2024, pag. 15, con il titolo "Moderata, ma non nella difesa di Israele", l'analisi di Dario Mazzocchi.
Dario Mazzocchi
Tra le donne che ufficialmente o ufficiosamente saranno nella squadra presidenziale, il profilo di Elise Stefanik è senza dubbio tra i più interessanti. Trump l’ha designata ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu: l’incarico che ha svolto anche Nikki Haley, l’unica candidata alle primarie repubblicane che ha provato a tenere testa alla seconda marea trumpiana – o almeno l’ultima ad alzare bandiera bianca.
È salita alla ribalta tra il 2023 e il 2024 per aver torchiato diversi rettori delle università della cosiddetta Ivy League (il fior fiore degli atenei statunitensi) sulla gestione delle manifestazioni antisemite all’interno dei campus. Alcuni di loro si sono poi dimessi.
Laureata ad Harvard (a proposito di Ivy League) in studi politici e amministrativi, 40 anni, ha cominciato la carriera politica lavorando all’interno della amministrazione del presidente George W. Bush. Quindi è diventata consulente per la campagna elettorale di Mitt Romney, il candidato repubblicano sconfitto da Barack Obama nel 2012. Ha collaborato anche con Paul Ryan, ex astro nascente del Partito repubblicano, uno di quelli rimasti totalmente spiazzati dal fenomeno Trump.
Non è un dettaglio da poco: Stefanik è sempre stata considerata una repubblicana moderata, inizialmente critica nei riguardi del magnate newyorkese e della sua corrente, per poi allinearsi sempre di più sulle sue posizioni e battendosi per lui durante il tentativo di impeachment del 2019 promosso dalla democratica Nancy Pelosi. Eletta già a 30 anni per rappresentare il 21° distretto congressuale di New York, ha assunto la presidenza della conferenza repubblicana alla Camera nel 2021, scalando le gerarchie partitiche al Congresso.
È una convinta sostenitrice di Israele e sul punto ha accusato Joe Biden di aver deluso «il nostro grande alleato». Da ambasciatrice finirà nella tana del lupo, quel Palazzo di vetro dove circolano molti feroci avversari del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.
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