Mauro Zanon
«Ieri sera un nostro giornalista, Marco Bariletti, ad Amsterdam è stato circondato e aggredito da personaggi filopalestinesi. Gli è stato sequestrato il telefono, è stato spintonato. Ha vissuto momenti di grande terrore e alla fine gli è stato chiesto, mentre era filmato da questi signori, di urlare “free Palestine”». Così il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, ha raccontato, durante una audizione in Commissione Segre al Senato, la nuova aggressione subita da una troupe Rai. L’ambasciatore Giorgio Novello ha immediatamente preso contatto con le autorità olandesi per raccogliere informazioni sull’episodio. Un mese fa, l’inviata Lucia Goracci del Tg3, il suo cameramen Marco Nicois e l’autista Ahmad Akil Hamzeh, 55 anni, erano stati aggrediti in un villaggio libanese. Ahmad ebbe un infarto e morì.
«Rivolgo al giornalista del Tg1 Marco Bariletti la mia solidarietà a seguito dell’aggressione subita ad Amsterdam, come denunciato oggi dal direttore Gian Marco Chiocci. Un episodio grave, da condannare con fermezza.
Il mio sostegno va a tutta la redazione, a cui esprimo la mia vicinanza e la stima per il prezioso lavoro quotidiano di informazione», ha scritto il Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.
L’aggressione al giornalista italiano dimostra come nelle grandi città europee stia finendo fuori controllo. A sei giorni dal pogrom antisemita contro i tifosi del Maccabi Tel Aviv, Amsterdam continua a essere l’epicentro europeo delle violenze legate al conflitto tra Israele e Hamas. Secondo quanto riportato dal quotidiano olandese De Telegraf, lunedì sera decine di facinorosi di origini arabe hanno incendiato un tram a piazza ’40-’45, a ovest di Amsterdam, lanciando petardi e oggetti contundenti contro la polizia, e gridando slogan pro Palestina e frasi antisemite, tra cui «Palestina libera» e «Ebrei cancro».
Sul suo account X, Geert Wilders, leader della destra identitaria olandese a capo del partito Pvv, ha diffuso un video che mostra uno dei partecipanti urlare «kanker joden», mentre il tram viene dato alle fiamme. In un altro video, si vede una bandiera palestinese appesa vicino al luogo degli scontri.
In totale, per i fatti di lunedì sera, sono state arrestate tre persone e altri sospetti sono attualmente ricercati.
Nel weekend, si sono verificati altri episodi di violenza antisemita. Alcune persone di confessione ebraica sono state cacciate dai taxi, ad altre sono stati chiesti i documenti per strada, come ha dichiarato il capo della polizia di Amsterdam, Olivier Dutilh, che domenica ha vietato lo svolgimento di una manifestazione organizzata dal militante pro Palestina Frank van der Linde.
Ma Amsterdam non è un caso isolato. Ad Anversa, domenica, sono state arrestate cinque persone che sui social network avevano lanciato una “caccia all’ebreo”, ispirandosi a quanto accaduto nella città olandese. «La comunità ebraica può contare su di me», ha dichiarato il borgomastro di Anversa, Bart De Wever.
E domani sera, allo Stade de France di Saint-Denis, a Parigi, c’è la partita tra Francia e Israele. Un evento ad alto rischio incidenti che ha spinto il ministro dell’Interno francese, Bruno Retailleau, a mobilitare 4mila poliziotti.
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