Plauso a Paolo Mieli
Risponde Paolo Mieli
Testata: Corriere della Sera
Data: 00/00/0000
Pagina: 1
Autore: Paolo Mieli
Titolo: La colpa di essere ebreo
Risponde Paolo Mieli

Daniel Pearl, costretto a «confessare» di essere ebreo

L'altra sera, caro Mieli, il notiziario ha dato conferma della morte del giornalista americano Daniel Pearl. Si è trattato di una vera e propria esecuzione.
Il giornalista in questione è stato deliberatamente ucciso per le sue idee, per la sua nazionalità, ma soprattutto per la sua religione. Al giorno d' oggi, dunque, essere ebrei è ancora una colpa, è un buon motivo per essere uccisi. Non ho sentito molte voci italiane scandalizzate per questo. Mi vergogno di questo silenzio che parla, che la dice lunga su quanto sia impervia la strada per rimuovere il veleno dell'odio.
Etty Amiras
Milano

Cara signora Amiras, effettivamente di voci di protesta per questo non irrilevante dettaglio (Pearl prima di essere ucciso è stato costretto ad «autodenunciarsi» davanti a una telecamera come «ebreo e figlio di padre ebreo») qui in Italia non ne ho ascoltate. Né ho visto alcunché di scritto. Fatta eccezione per un bell'articolo di Paolo Guzzanti sul Giornale , tutto il resto mi dev'essere sfuggito. Non mi sono sfuggiti invece gli editoriali sdegnati di tutti, ma proprio tutti i giornali degli altri Paesi. In primis quello assai duro di Le Monde . Né le numerose lettere - tra cui quella davvero notevole da Roma di Claudio Carpentieri - che mi sono giunte a commento di questo ennesimo episodio di antisemitismo.
Per fortuna c'è anche in Italia qualche rivista che comincia ad occuparsi di questo argomento. È il caso di Tempi , per la penna di Rodolfo Casadei. Che offre ai lettori una rassegna davvero impressionante di cose pubblicate a proposito di ebrei nel mondo arabo e musulmano. Su Al Hayat Al Jadeeda , il giornale ufficiale dell'Autorità palestinese si sono potuti leggere svariati riferimenti ai «Protocolli dei Savi di Sion». E queste testuali parole: «Il destino della nazione musulmana e di tutte le nazioni del mondo è di essere tormentati dalla nazione ebraica». Non «israeliana» si badi, «ebraica». C'è poi la turpe leggenda del sangue nelle «matzah». Siria: nel 1983 il ministro della Difesa Mustafa Tlass scrive il libro «Le matzah di Sion» in cui sostiene che gli ebrei uccidono bambini arabi per impastare con il loro sangue il pane azzimo della Pasqua israelitica (le «matzah», appunto).
Egitto: l'anno scorso su Al Ahram, il più diffuso quotidiano del Cairo, ha scritto: «La bestiale inclinazione ad impastare le "matzah" per la Pasqua con il sangue di non ebrei è confermata dagli archivi della polizia palestinese, dove sono registrati molti casi di bambini arabi scomparsi, e poi ritrovati morti, fatti a pezzi, completamente privi di sangue. La spiegazione più ragionevole è che il sangue sia stato prelevato per incorporarlo all'impasto con il quale estremisti ebrei preparano le "matzah" da divorare a Pasqua». Lo stesso giornale annuncia ora che è in preparazione un film tratto dal succitato libro di Tlass. Questo per «reagire a tutti i film sionisti distribuiti dall'industria cinematografica americana che è supportata dall'apparato propagandistico sionista».
Cambiamo Paese, trasferiamoci in Iran. L'ex presidente iraniano, il moderato Hashemi Rafsanjani, afferma in pubblico: «I nazisti sono stati costretti a prendere delle misure contro gli ebrei a causa dei loro comportamenti. L'uso che i sionisti hanno fatto del loro denaro e dei media ha obbligato diversi regimi a reagire con violenza e a passi inumani, come quelli di Hitler». Un altro Paese ancora. The Times informa che sulle cassette dello sceicco giamaicano Abdullah el-Faisal una voce fuori campo domanda: «Dobbiamo odiare gli ebrei?». Il leader musulmano risponde: «Non abbiamo altra scelta; per combatterli dobbiamo ucciderli». E promette a chi muore nella guerra santa settantadue vergini nell'aldilà. Ecco, cara signora Amiras, dove sgorgano le acque da cui si sono abbeverati quei terroristi che prima di sgozzare Daniel Pearl lo hanno costretto a «confessare» di essere ebreo.

Invitiamo i lettori di informazionecorretta.com a mandare lettere di complimenti per Paolo Mieli alla redazione del Corriere della Sera. Cliccando sul link sottostante si aprirà una mail pronta per essere compilata e spedita.

lettere@corriere.it