L’Ucraina è in guerra con la Russia… e con la Corea del Nord e l’Iran
Commento di Ben Cohen
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.jns.org/ukraine-is-at-war-with-russia-and-north-korea-and-iran/
La settimana scorsa è stata decisamente una settimana che entrerà nella storia.
Questa osservazione non nasce in modo particolare dalla vittoria alle elezioni presidenziali di Donald Trump (che ora è l'unico Presidente oltre a Grover Cleveland, ad aver vinto due mandati non consecutivi alla guida della principale democrazia del mondo), ma da un evento dall'altra parte del mondo, molto meno riportato sui media, le cui conseguenze dovranno essere affrontate da Trump quando entrerà in carica il prossimo gennaio.
Come ha confermato il Pentagono, il regime nordcoreano ha schierato fino a 12.000 soldati per combattere al fianco del suo alleato russo quasi tre anni dopo che Mosca aveva lanciato la sua brutale aggressione contro l'Ucraina. Mentre martedì scorso gli americani si avventuravano alle urne per ritagliarsi un pezzo di storia, i nordcoreani hanno fatto lo stesso nel saliente russo di Kursk, dove si sono scontrati con le forze ucraine: era la prima volta che una parte terza aveva sparato un colpo in questa guerra. Come ha sottolineato il Presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, la presenza stessa delle forze nordcoreane segna una seria escalation che genererà un “nuovo capitolo di instabilità globale.” Solo il tempo ci dirà se i nordcoreani faranno davvero una differenza significativa nell’attuale evolversi della guerra. Una storia che negli ultimi giorni ha fatto il giro del mondo, è incentrata su un soldato russo catturato, ripreso in un video mentre affermava che la sua unità era stata accidentalmente colpita dagli stessi nordcoreani che avrebbero dovuto combattere al loro fianco, il che suggerisce che Pyongyang ha inviato carne da macello piuttosto che truppe scelte. “Abbiamo cercato di spiegare loro dove mirare, ma credo che abbiano sparato a due dei nostri”, ha spiegato il soldato. “Ho deciso che era meglio arrendermi in questa situazione piuttosto che essere ucciso da un nostro stesso proiettile.” Ciò probabilmente non dovrebbe sorprendere; mentre il dittatore nordcoreano Kim Jong-un ha definito il suo esercito da 1 milione di uomini “il più forte” al mondo, nessuno dei soldati del Regno Eremita ha una significativa esperienza di combattimento.
L'altro aspetto qui è geopolitico: l'unione tra due regimi dittatoriali al fine di soffocare sul nascere l'indipendenza di una democrazia post-comunista alleata con l'Unione Europea e gli Stati Uniti. Scegliendo la Corea del Nord come suo partner in guerra, il dittatore russo Vladimir Putin ha voluto comunicare che nessuno Stato è off-limits quando si tratta di cercare alleati. Per quanto la Russia sia mal governata e repressiva al suo interno, la Corea del Nord lo è ancora di più; come avevo già scritto in un mio precedente editoriale , la “Repubblica Popolare Democratica” non è tanto un Paese indipendente quanto un campo di concentramento con un seggio alle Nazioni Unite. Con le sue relazioni al picco negativo con le nazioni occidentali, Putin è diventato sempre più dipendente da Paesi come Cina, Iran e Corea del Nord per il supporto diplomatico e militare, così come da quegli Stati che sono membri esistenti o aspiranti del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), che si presentano come un'alternativa alle istituzioni internazionali emerse dopo la Seconda Guerra mondiale, dominate dagli Stati Uniti.
L'Iran ha fornito alla Russia missili e droni Shahed che sono stati utilizzati con effetti devastanti contro città e paesi ucraini. Nel caso della Corea del Nord, quando a giugno il leader russo aveva visitato Pyongyang, Putin e Kim avevano firmato un “trattato di partenariato strategico globale”, che impegna entrambi i Paesi a venire in difesa dell'altro in caso di attacco. Per il momento, per Mosca le truppe nordcoreane offrono un'alternativa pratica al reclutamento di altri russi per combattere in una guerra che ha già causato la morte di oltre 700.000 di loro, insieme a migliaia di carri armati e veicoli blindati. Per i nordcoreani, aiutare la Russia farà entrare nelle casse di Kim denaro contante di cui ha molto bisogno, nonché il know-how russo nello sviluppo del programma nucleare di Pyongyang. Ciò significa che l'Ucraina non sta combattendo solo contro la Russia, ma anche contro la Corea del Nord e l'Iran. Le implicazioni di tutto questo per l'Ucraina sono le più gravi di tutte, dato che i suoi civili e le sue forze armate dovranno anche affrontare un altro inverno gelido con scorte in calo. Ma a lungo termine, anche i presunti alleati dell'Ucraina dovranno sostenere i costi di questo allineamento di autocrazie.
In Medio Oriente, gli effetti della politica estera guerrafondaia della Russia sono stati evidenti per più di un decennio, considerato il suo aggressivo sostegno al regime del Presidente siriano Bashar Assad durante la guerra civile in quel Paese. Israele ha dovuto muoversi in punta di piedi attorno alla presenza russa in Siria, nel tentativo da parte dell'Iran di gestire l'uso di Siria e Libano come basi per gli attacchi dei suoi proxies allo Stato ebraico. Per questo motivo, sulla scia dell'invasione dell'Ucraina tre anni fa, Israele ha preso in considerazione e poi sostanzialmente respinto la proposta di sostenere attivamente il governo democratico di Kiev con armi e addestramento.
Tale prudenza era comprensibile, ma non ha frenato i russi, il cui atteggiamento nei confronti dello Stato ebraico sta tornando sempre più all'approccio demonizzante già osservato durante la Guerra Fredda, visto che addestra gruppi terroristici da Hamas a Gaza ai ribelli Houthi nello Yemen.
Per Putin, la guerra innescata dalle atrocità di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre 2023 è stata una benedizione. In termini di attenzione mondiale, la sua guerra in Ucraina è stata eclissata dai combattimenti in Medio Oriente, con il triste risultato che l'autentico genocidio che la Russia sta conducendo contro il suo vicino del sud è stato ampiamente ignorato mentre le palesemente false affermazioni di genocidio israeliano a Gaza sono proliferate.
Mentre entriamo nella fase di transizione dell'amministrazione del Presidente Joe Biden, è quindi necessaria una rivalutazione fondamentale, in particolare, capire come le guerre in Ucraina e su più fronti in Medio Oriente interagiscono tra loro e in quali punti gli interessi occidentali, israeliani e ucraini si intersecano e dove potrebbero divergere. In definitiva, sia l'Ucraina che Israele stanno combattendo contro lo stesso gruppo di nemici. In gioco non c'è solo la loro sicurezza, si potrebbe persino dire la loro stessa sopravvivenza, ma i valori e le politiche incarnati sia dall'alleanza NATO che dalla politica estera degli Stati Uniti.
Il modo in cui l'America e i suoi alleati ora risponderanno, determinerà la nostra posizione nei confronti di questo cosiddetto “Asse di resistenza” per una generazione.
Ben Cohen, scrive su Jewish News Syndacate