Plauso a Guido Olimpio
Tornano i kamikaze per far saltare ogni tregua
Testata: Corriere della Sera
Data: 00/00/0000
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Autore: Guido Olimpio
Titolo: Sangue in Israele: uccisa una ragazza, decine di feriti. Caccia a un tredicenne carico di esplosivo
Tornano i kamikaze per far saltare ogni tregua

Sangue in Israele: uccisa una ragazza, decine di feriti. Caccia a un tredicenne carico di esplosivo

di Guido Olimpio

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME - Doveva essere il giorno della tregua. E’ stato quello dei kamikaze. Puntuali come sempre, hanno insanguinato anche questa domenica, rispondendo con la violenza alla mediazione dell’americano Anthony Zinni. I terroristi hanno colpito prima a Kfar Saba dove un terrorista ha aperto il fuoco sulla folla assassinando una ragazza prima di essere ucciso. Poi a Gerusalemme dove un suicida della Jihad islamica si è fatto saltare davanti a un bus provocando una ventina di feriti. Un altro palestinese è invece morto dilaniato da un ordigno nel cimitero islamico di Anata, a nord nella capitale. Forse preparava la cintura esplosiva. Due aspiranti suicidi, due cugini, sono stati intercettati dall’alba da un’unità elitrasportata nel villaggio di Salfit, vicino a Nablus. La coppia aveva già registrato il videotestamento. Una galleria del terrore con una novità angosciante: la polizia sta dando la caccia a un kamikaze di appena 13 anni, già pronto a compiere la missione. Una giovane recluta della compagnia della morte, un’altra bomba che cammina. Ariel Sharon, che pure conferma il desiderio di arrivare ad una tregua, torna ai toni militanti: «Non tratterò sotto il fuoco. Siamo in guerra, non possiamo tornare indietro».
Ore 14, Collina francese, zona a nord di Gerusalemme. Un incrocio strategico. C’è la strada che porta a Ramallah, quella che conduce a Gerico e sopra corre il viadotto per le colonie ebraiche. Attorno un quartiere popolare ebraico e un settore abitato da arabi. E’ qui che il kamikaze ha cercato la strage. Sceso da una strada secondaria, si è nascosto dietro un pilone del viadotto dove hanno appeso una pubblicità in russo: c’è la foto di una modella. L’estremista ha atteso la «preda», il bus della linea 22. Quando il mezzo si è fermato al semaforo, il kamikaze si è intrufolato tra un taxi e una vettura, quindi si è parato davanti al pullman. L’autista se n’è accorto, ma non ha avuto tempo di fare nulla. L’uomo bomba è esploso. Ci avviciniamo al punto dell’attentato. Il bus è di traverso, con i vetri infranti. Sulla fiancata destra un poster con una famiglia sorridente. «Camminate rimanendo sulla parte destra della strada», ordina il portavoce della polizia Gil Klein. Facciamo pochi passi e dobbiamo fare attenzione a dove appoggiamo le suole. Un’area estesa è coperta di resti umani. Un mattatoio. Un osso sul marciapiede. Altre parti sulle aiuole dove spuntano piantine di fiori. Un troncone di gamba. Qualcosa di indefinito all’interno del bus: «E’ entrato dal buco del parabrezza», precisa un ufficiale. Sulle fiancate delle auto ferme vicine al bus macchie di sangue e i buchi dei proiettili sparati dalla bomba. «E’ un miracolo, è un miracolo», ripete Klein. L’autista è sotto shock ma non ha ferite serie. Solo tanta paura per il tassista che si trovava sulla sua macchina ferma nel punto dell’esplosione. Solo tanta angoscia per un automobilista che stava transitando sulla corsia opposta. Una pioggia di brandelli ha investito la vettura e lui è riuscito a fermarsi solo a trecento metri più in basso, rischiando l’incidente.
L’attentatore ha fallito nel suo piano criminale per la massiccia presenza di agenti. La Collina francese è già stata teatro di due azioni suicide ed è presidiata continuamente. Speciali team anti-terrore pattugliano quello che viene considerato «il sentiero del kamikaze». Una torretta della Guardia di frontiera, sistemata su un muraglione, veglia sulla fermata del bus, usata da molti abitanti delle colonie. Una telecamera su un palo spia tutti i movimenti. E i cittadini sono in allerta. Uno di loro ha telefonato due minuti prima dell’esplosione alla polizia per segnalare il kamikaze.
Un altro cittadino ha fermato a Kfar Saba il raid di un terrorista. L’uomo, militante delle Brigate martiri di Al Aqsa (gruppo legato al Fatah), armato di pistola, ha aperto il fuoco tra i tavolini di un ristorante uccidendo una ragazza, ferite altre 16 persone. Interviene un camionista e intima: «Mani in alto». Poi spara un colpo che raggiunge alla tempia il terrorista. Kfar Saba sorge davanti a Kalkilia, paesone palestinese da dove si infiltrano molti kamikaze.
L’allarme si estende al Nord. A Naharia, non lontano dal confine con il Libano, è scattata l’emergenza in seguito a segnalazioni di un possibile attentato. Le autorità locali hanno chiuso le scuole mentre in tutta la regione sono state schierate unità dell’esercito.
Comincia una lunga notte.


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