La resa dei conti. Il trionfo di Donald Trump. Speranze per Israele
Commento di Deborah Fait
Trump è stato il garante degli Accordi di Abramo; con la sua elezione, gli equilibri in Medio Oriente potrebbero cambiare ancora. Arabia Saudita e Israele hanno trovato nel tycoon un interlocutore favorevole, potrebbero guardare con rinnovata fiducia a una sua elezione, sperando in un atteggiamento più fermo nei confronti dell’Iran
Dopo la vittoria, anzi il trionfo di Donald Trump alle elezioni americane è stato molto divertente ascoltare i vari commenti di giornalisti e opinionisti di destra e sinistra. La più divertente è stata Claudia Fusani, la giornalista parlamentare progressista di sinistra spesso ospite dei salotti televisivi. Con il volto serio, ben diverso dagli ampi sorrisi del giorno prima quando la Harris sembrava già aver vinto, la giornalista ha detto che le città, le grandi città, hanno votato per Kamala mentre i voti per Trump sono arrivati dalle periferie, dalle campagne, dai bifolchi insomma. Quindi sappiamo, grazie a Fusani, che 80 milioni di americani sono ignoranti, buzzurri, fascisti e violenti come il Presidente che hanno votato. Non sarà invece che gli americani hanno vissuto entrambe le amministrazioni, prima Trump, dopo Biden, e, messi di fronte alla scelta, hanno deciso che la prima è stata infinitamente migliore di quella del vecchio Biden, ormai fuori uso, e della sua anonima e sempre sorridente vice? Ma io sono soprattutto contenta, no, non solo contenta, sono felice che sia stato evitato un ennesimo governo Obama, grande odiatore di Israele. L’uomo che aveva sconvolto il Medio oriente con le sue maledette Primavere arabe, l’uomo che ha fatto più guerre di tutti i presidenti americani messi insieme, che ha rinforzato il terrorismo palestinese. Ecco non vederlo più caracollare intorno a Biden e Harris, con un’espressione di soddisfazione sul volto “Se vincerete sarà per merito mio”, mi riempie di gioia. Esattamente come non vedere più sua moglie Michelle, esperta di orti e cibo sano, che qualcuno, ignominiosamente, aveva persino proposto come futura presidente USA, probabilmente per essere informato su qualche dieta per dimagrire in fretta. Ecco, non li vedremo più per qualche anno e spero per sempre.
L’America ha scelto il suo Presidente, ha scelto il bifolco col ciuffo che però dà sicurezza alla gente. Il Presidente che aveva portato l’Ambasciata USA a Gerusalemme, dichiarandola così ufficialmente, alla faccia del mondo intero, Capitale di Israele. Trump è il Presidente che aveva convinto l’Arabia Saudita a fare accordi con Israele, il famoso Patto di Abramo che L’Iran, attraverso i terroristi di Hamas e l’eccidio spaventoso del 7 Ottobre, ha voluto togliere di mezzo. Adesso tutto potrebbe ricominciare, dopo i balletti indecisi, stiamo con Israele o stiamo con l’Iran, di Biden e della sua amministrazione. Ho fiducia che Trump e Netanyahu potranno lavorare insieme per la liberazione degli ostaggi e per concludere la guerra eliminando il nucleare iraniano. Israele può farlo con alle spalle un alleato sincero che lo incoraggi e non gli leghi le braccia dietro la schiena. I democratici americani e la sinistra mondiale, ebrei di sinistra compresi, si mettano in testa che gridare “pace… pace nel mondo” non fa vincere le elezioni. L’illusione della pace della pericolosa ideologia woke, del politicamente corretto, della cancel culture ha portato soltanto debolezza dinnanzi alla prepotenza islamica conquistatrice. In Israele ha portato alla disperazione del 7 Ottobre proprio perché ci eravamo distratti e illusi pensando scioccamente che l’islam fosse diventato buono! Faccio quindi tanti auguri a Donald Trump, all’America che diventi nuovamente grande, a noi in Israele, bombardati giorno e notte, e al mondo intero che impari la saggezza e la convinzione che da sempre i lupi sbranano le pecore. Israele lo ha provato sulla propria pelle, adesso si difende eroicamente e merita un alleato migliore di quello precedente!
Deborah Fait