La forza della democrazia americana
Commento di Antonio Donno
Quale che sia il vincitore delle elezioni presidenziali americane, Trump o Harris, questo momento politico cruciale riguarda non solo gli Stati Uniti, ma tutto il mondo. Tutto il mondo, nei prossimi quattro anni, sentirà la presenza americana in ogni fase del suo sviluppo politico, economico, sociale. Nonostante gli alti e bassi delle relazioni internazionali di Washington dalla nascita della democrazia americana sino ad oggi, mai lo scenario internazionale ha potuto fare a meno delle stelle e delle strisce che connotano la bandiera degli Stati Uniti d’America. Una realtà meravigliosa, che ha rappresentato un esempio incomparabile che ha condotto tanti popoli del mondo verso la democrazia; la forza immensa di questo giovane Paese ha portato ad essere il punto di riferimento per tanti Paesi che aspiravano a sollevarsi dalla propria misera condizione e a costituire, insieme agli Stati Uniti, il nocciolo democratico del sistema politico internazionale. In uno dei suoi discorsi, George Washington, il primo presidente americano, così disse: “La libertà, quando comincia a mettere radici, è una pianta dalla crescita rapida” e dalla libertà nasce la democrazia, un esito naturale, fisiologico. Il che non vuol dire che le forze del male non possano, in determinate circostanze, abbattere la democrazia, senza però inficiare il desiderio di libertà che è radicato in ogni essere umano.
Con gli Stati Uniti d’America era nato, così, l’“Impero della Libertà”, come disse Thomas Jefferson, il terzo presidente americano, un “impero” che ha fatto conoscere il significato della libertà a miliardi di persone in ogni parte del mondo. Non soltanto conoscere, ma anche difendere con il sacrificio di tanti suoi giovani in momenti cruciali della storia internazionale. L’intervento americano nella prima e nella seconda guerra mondiale ha garantito ai Paesi europei, che rischiavano la perdita della libertà, di difendere e rafforzare la propria democrazia. Durante i lunghi anni della guerra fredda il mondo è stato sottoposto all’attacco da parte del nemico mortale della democrazia, il comunismo. Gli Stati Uniti sono scesi in campo con il peso del suo prestigio internazionale e hanno contrastato l’avanzata del comunismo sovietico in ogni parte dello scacchiere internazionale, sino a quando l’Unione Sovietica è crollata, incapace di sostenere un confronto impari non solo dal punto di vista militare, ma anche da quello ideologico. Infatti, l’esperienza drammatica dei Paesi sottoposti al comunismo ha dimostrato al mondo il peso della schiavitù di un’ideologia che massacrava la libertà individuale in tutti i Paesi dove conquistava il potere.
Conclusa la seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti non si sono ritirati nel suo guscio liberale e democratico, ma si sono impegnati in un contrasto con un nuovo totalitarismo dopo quella nazista, il comunismo sovietico, che illudeva masse sempre più grandi di persone in ogni parte del mondo. Nel suo discorso d’insediamento, Harry S. Truman ebbe parole indimenticabili in un momento cruciale della guerra fredda: “Il comunismo si basa sulla convinzione che l'uomo sia così debole e inadeguato da non essere in grado di governare se stesso, e quindi necessita del governo di padroni forti. La democrazia si basa sulla convinzione che l'uomo abbia la capacità morale e intellettuale, nonché il diritto inalienabile, di governare se stesso con ragione e giustizia”. Concetti che hanno dato un significato profondo, incancellabile alla storia degli Stati Uniti d’America e alle democrazie presenti in ogni parte del mondo. E, oggi, anche a quei popoli che desiderano la libertà.
Nella storia americana qualsiasi presidente è stato eletto per volontà del popolo americano. Sembra una banalità, ma un Paese immenso, dopo la liberazione dal dominio inglese, ha avuto la forza di comporre tutte le sue parti in un processo di unificazione che si è dimostrato ineguagliabile. E tutto questo nel segno della democrazia, esito della libertà individuale, che andò perfezionandosi dopo l’abolizione della schiavitù e con l’accoglimento di milioni di persone che fuggivano dalla miseria e dall’oppressione.
Ancora oggi, gli Stati Uniti rappresentano un esempio di democrazia e di libertà. E noi, che amiamo Israele dal profondo del nostro cuore, non possiamo dimenticare il sostegno decisivo, grazie al grande presidente Harry S. Truman, che gli Stati Uniti hanno dato al popolo ebraico per dar vita allo Stato di Israele, in Eretz Israel.
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